TRADUTTORE

martedì 10 dicembre 2013

CASSANDRA, GALEOTTO E LA CIAMBELLA

Faenza, 28 gennaio 1482
Galeotto, mio amato, ti giunga con questa mia tutto l’amore che provo per te. La cella che le Sorelle mi hanno destinato è grande e luminosa, l’unica con due finestre. Una affaccia sul chiostro, l’altra sulla vallata che si apre proprio sotto il convento. Il cibo è buono anche se non troppo abbondante; perderò in poco tempo le morbide curve che con voluttà accarezzavi sotto le coltri, nella nostra alcova, con il fuoco che scoppiettava nel camino e che rischiarava e riscaldava le mura ghiacciate dalle intemperie invernali.  Stare lontana da te, dal conforto delle tue forti braccia, mi fa sanguinare il cuore. Il vociare allegro dei nostri due bambini non è sufficiente a rasserenare il mio animo. Le Sorelle mi invitano alla preghiera e alla meditazione ma ogni volta che mi inginocchio è solo a te che penso, a quanto tempo passerà prima che potrai trascorrere qualche ora con me, con noi. I piccoli mi chiedono perché abbiamo lasciato la nostra casa, perché il babbo non arriva come ogni sera…e io non so come consolarli. Che dire loro? Come spiegare a due innocenti creature la ragion di Stato che ti ha costretto a sposare una donna feroce, allontanando me, la tua amatissima Cassandra, chiedendo per me asilo in questo convento camaldolese? Inconsolabile, così mi sento. Mi manchi, dolcissimo mio amato; la tua voce,  i tuoi pensieri, i tuoi abbracci, sono linfa vitale che, sottrattami, rende sterile il mio corpo e la mia anima. Il dolore è sì grande che mi sento mancare. Ieri, dopo il Vespro, le Sorelle mi hanno trovata senza sensi nella stanza del cucito. Mi hanno soccorsa, portata nella mia cella, ristorata con un infuso e un pezzo di ciambella dolce, normalmente riservata alla Madre Superiora. Galeotto, amato mio, non ho mai assaggiato una squisitezza di tal guisa. Friabile, gentilmente dolce, dal profumo inebriante. Stanotte ho sognato la nostra tavola imbandita, i resti della cena ancora nei piatti, e questa ciambella ad allietare i nostri palati. Portavo alla tua bocca piccoli bocconi dolci, tu lambivi avidamente le mie dita con le tue labbra carnose e calde. Oh Galeotto, mio amatissimo, vieni presto a me. Riportami nella nostra casa e rendimi partecipe della tua vita. Possa tu vivere a lungo e in salute per realizzare presto questo nostro sogno d’amore.
Per sempre tua,
                                                                                                      Cassandra



Cassandra e Galeotto
Cassandra e Galeotto. Una storia d’amore lontana nel tempo, attualissima nella sua drammaticità. La ragion di Stato che prevale sui sentimenti, i due amanti che cercano un escamotage per non rinunciare al loro amore. I faentini, chiamati anche “Manfredi” in onore del casato del loro amatissimo signore, ricordano nelle loro famose ceramiche questa vicenda di cuore e sangue. 
La Vecchia Faenza
La gentilissima signora Laura Silvagni, ceramista e titolare del laboratorio La Vecchia Faenza, produce ogni pezzo rigorosamente a mano, riproducendo i disegni dell’epoca; particolarmente care agli amanti di queste maioliche sono le penne di pavone: Cassandra era appunto detta “La Pavona” dal nome del suo casato. La vicenda amorosa di Galeotto Manfredi e Cassandra Pavoni è reale mentre la lettera pubblicata è frutto unicamente della mia fantasia, scritta in onore dei settecento anni dalla salita al potere dei Manfredi a Faenza che ricorrono proprio quest’anno.
Tortiera
Certificato di garanzia

Vi lascio la ricetta della ciambella dolce, che tanto ha ispirato l’innamorata Cassandra la quale, dopo qualche mese, scoprì di essere in attesa del terzo figlio di Galeotto. In una capace ciotola mescolare 350 gr farina – 150 gr fecola – 280 gr zucchero – 100 gr burro – 100 gr margarina – 3 uova intere – la scorza grattugiata di 1 limone – 1 bustina di lievito. Se l’impasto risultasse troppo duro aggiungere un po’ di latte. Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocerlo a 190°C per 30 min. A torta fredda mettere il dolce su un bel piatto da portata e cospargerlo di zucchero semolato.
Tortiera
  
Ciambella esaltata dalla splendida tortiera




Fetta di ciambella



4 commenti:

  1. Ma grazie per questa splendida storia!! E anche per la ciambella!!

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  2. Adoro leggerti, i tuoi racconti sono sempre trasportanti!!!
    Splendide le ceramiche di Faenza, spettacolare e sofficiosa la tua ciambella!!
    Un mega bacio e a presto
    Carmen

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  3. Brava a scrivere e brava con le ricette! La ciambella ha proprio un bell'aspetto,
    viene voglia di assaggiarla!
    Laura

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Grazie per le vostre parole...