TRADUTTORE

giovedì 27 dicembre 2012

IL NOSTRO CAPODANNO

Centrotavola delle Feste
Insolito? Sicuramente sì per chi ama celebrare in compagnia di migliaia di estranei, per chi desidera sfiancarsi su una pista da ballo mischiando sudore e rumore, per chi si sente obbligato a tirare mattina solo perché la data sul calendario lo impone.
Noi festeggeremo perché finalmente saremo a casa, circondati da pochi ma carissimi amici, lieve musica in sottofondo, chiacchiere e risate, strette di mano e abbracci. Elargiremo sorrisi e calici di vino rosso, verremo ricambiati con le diverse specialità culinarie e altrettanti sorrisi sinceri. Gli idiomi si mescoleranno, le portate disposte su tavole imbandite, le ore sfumeranno lievi. Il peso di due stagioni trascorse lontani si solleverà dai nostri cuori, lasciando spazio alla serenità.
Come viatico per il nuovo anno, perché sia foriero di ricchezza, non solo materiale, ecco l’immancabile cotechino con lenticchie e polenta, declinato secondo la tradizione
Cotechino della Tradizione

e mollemente adagiato in cestini di legumi.
Cestino di lenticchie

Per preparare i piccoli contenitori ho mescolato 500 gr di lenticchie già cotte con un uovo e ho aggiunto una manciata di grana grattugiato e due di pangrattato. Con questo composto ho rivestito 8 stampini, aiutandomi con un po’ di carta forno e poi li ho cotti a 180° per 15 minuti. Vi ho poi adagiato una fetta di cotechino e decorato con qualche lenticchia tenuta da parte. Li ho lasciati al caldo nel forno spento fino al momento di servirli. Cin cin e tanti auguri!

mercoledì 26 dicembre 2012

NATALE



Tappo Natalizio
Ieri mattina ci ha destato il suono del citofono: i miei genitori erano già arrivati e noi stavamo ancora dormicchiando nel letto. Ci siamo guardati negli occhi, sgomenti. Non per il ritardo o l’imbarazzo di farci trovare ancora in pigiama ma per la consapevolezza che si stava facendo strada nei nostri cuori: il nostro bambino è ormai diventato grande. Per la prima volta non ci ha svegliato all’alba gridando ed esultando per l’arrivo di Babbo Natale. Fino all’anno scorso ha giocato con l’inganno innocente dei regali calati dal camino, aperti solo la mattina di Natale; stavolta ha voluto rimanere sveglio fino a tardi e partecipare allo scambio dei doni durante la notte.


Piccolo Centrotavola
La giornata è scivolata pigramente tra le lasagne della nonna e un ottimo cotechino cremonese; il pomeriggio riscaldato da una tisana e una tradizionale fetta di panettone; l’immancabile tombola e la proiezione di un divertente film in DVD.



La Tombola!
La sera ci ha visti stretti sul divano a raccontarci le sensazioni gradevoli assaporate durante il giorno, a coccolarci a vicenda, a sognare la partenza ormai prossima.
 

Dopo le esagerazioni gastronomiche di questi giorni vi offriamo volentieri il tepore del nostro camino.

Con.
Il camino

domenica 23 dicembre 2012

I BISCOTTI DI NATALE


Sono rimasta sola nel blog-posticino: i miei due uomini sono andati a farsi belli dal barbiere; il fuoco scoppietta nel camino, la gatta acciambellata lì accanto, la mia musica in sottofondo.
Infornata di Biscotti
Ho un discreto mal di gola e forse qualche linea di febbre ma mi rifugio ugualmente in cucina. Voglio preparare i biscotti, tanti e di diverso tipo; li confezionerò in tanti sacchettini e li distribuirò la vigilia di Natale, piccoli regali informali ma golosi.
Tolgo dal frigorifero uova e burro, preparo sul tavolo farina e zucchero, prendo ciotole e spatole, accendo la bilancia e il forno. Mentre verso in una ciotola un vasetto di yogurt naturale penso alle tante blogger che nello stesso istante staranno impastando o postando, fotografando o commentando.  Aggiungo 3 etti di farina bianca e penso in modo particolare a due food blogger che mi hanno aiutato e che ancora mi guidano in questo mondo affascinante quanto per me misterioso. Verso 100 gr di zucchero e un uovo intero e rivolgo i miei pensieri a due donne meravigliose, differenti l’una dall’altra ma uguali nella sincerità e nella solidarietà declinata al femminile, che hanno creduto subito nei miei primi incerti passi virtuali. Misuro mezzo vasetto di olio evo delicato per ammorbidire il composto e lo profumo con scorza d’arancia grattugiata. I riccioli delle zeste mi ricordano quelli di Monica del blog L'Emporio 21; sorrido pensando a certi suoi post esplosivi e sinceri e alla carica che mi infonde ogni volta che li leggo.
Biscotti allo Yogurt

Termino di impastare gli ingredienti, ne ricavo una palla liscia e cremosa che metto poco a poco in una siringa da cucina con bocca a stella. Mentre inizio a dare forma ai biscotti penso alla loro musa ispiratrice: Carmen di Chiacchiere in Cucina. E’ lei, ovviamente, l’altra splendida donna di cui parlavo e che quotidianamente mi regala una frase gentile. La sua ricetta originale la trovate qui. Dispongo i biscotti su una teglia coperta di carta forno e li cuocio a 170° per 15 minuti.

Giusto il tempo per un caffè, da sorseggiare lentamente, pensando alle mie blogger-amiche, augurando loro un sereno Natale e tanta buona vita.

 
Biscottini Regalo
 

venerdì 21 dicembre 2012

CALAMARI RIPIENI PER TORNARE

Partire, non aspettiamo altro.
Organizzare tutto perché non manchi nulla, spuntare gli elenchi stilati in questi mesi di letargo, durante i quali abbiamo sognato, progettato, immaginato di partire. Il trasporto è fissato per una data ancora in là da venire ma per noi ormai alle porte. Gli scatoloni ancora aperti aspettano in cima agli altri già sigillati, bocche spalancate in attesa degli ultimi dettagli di vita.
Laggiù ci aspettano giorni di lavoro intenso, polvere da aspirare, ragnatele da rimuovere, erba da tagliare. Ma il miagolio dei nostri gatti randagi (ma non troppo) sarà il più dolce benvenuto. I frutti del nostro arancio i più dolci di tutto l’inverno e ci sosterranno contro batteri insidiosi. Il sole mediterraneo ci scalderà i corpi e l’anima, gli ultimi melograni splenderanno lucidi sui rami spogli. La tana della volpe ancora in uso, ne vediamo le tracce sulle scale che portano a casa. Il nostro camino scalda i massicci muri di pietra, il bollitore fischia sulla vecchia cucina economica. Ecco i nostri amici, finalmente! Dopo tanti mesi ci possiamo riabbracciare, parlare, guardare. Le tante mail, gli scambi epistolari, le telefonate non possono bastare a colmare la nostalgia. Abbiamo bisogno di condividere sogni, idee, pensieri, visioni, concetti, utopie. Per sentirci vivi, per sapere che esiste un’alternativa, per intendersi quando normalmente ci prendono per marziani.
Per festeggiare il nostro convivio porto in tavola …..
Kalamarakia yemista

Calamari Ripieni

Ho pulito i calamari, ne ho tagliato i tentacoli in piccoli pezzettini e li ho messi in un tegame insieme alle cipolline fresche tritate. Quando avranno assorbito la loro acqua ho versato dell’ottimo olio evo, sale e pepe. Ho mescolato e aggiunto una tazza riso mischiando continuamente. Ho sfumato con vino bianco, profumato con  cumino e prezzemolo e ho lasciato bollire per poco fino a lasciare solo l'olio come fondo di cottura. Ho riempito i calamari con questo composto, ma non completamente perché il riso  si gonfia in cottura.
Ho chiuso i calamari e li ho disposti in una casseruola bassa coperti fino alla metà con  acqua  e salsa di pomodoro. Li ho Lasciati bollire lentamente per 45 minuti facendo evaporare completamente tutta l'acqua.

Con questa ricetta partecipo al contest di L’ennesimo Blog di Cucina, CRE-AZIONI IN CUCINA di Dicembre

mercoledì 19 dicembre 2012

POLLO ALL'ANANAS

Angolo Natalizio
Il blog-posticino si sta lentamente popolando, persone che apprezzano la mia cucina e i miei racconti. Chi l’avrebbe mai detto? Solo quattro anni fa le mie uniche fatiche culinarie si limitavano a un uovo bollito o una pasta condita con un sugo industriale. Ma le cose cambiano, come direbbe il nostro saggio figliolo, e sono decisamente migliorate. Il mio riscatto è qui, portato avanti quotidianamente pur tra mille impegni, rubando tempo al sonno, cogliendo ogni ispirazione, scattando foto e appuntando idee. Quando intuisco espressioni di piacere negli occhi dei miei commensali, quando vedo i piatti ripuliti fino all’ultima briciola, quando mi viene chiesta un’altra porzione…il mio cuore esulta, le gambe dimenticano ogni fatica per le ore trascorse in piedi davanti ai fornelli, la mente già in fermento elabora nuove ricette.
Pollo all'ananas con cous cous

Stasera nel menu del blog posticino troverete pollo all’ananas accompagnato da cous cous: ho tagliato un petto di pollo a tocchetti e l’ho infarinato. L’ho rosolato in padella con olio, sale e pepe. Quando il pollo è stato quasi cotto ho messo in padella alcune fette di ananas tagliate a tocchetti e un po’ di acqua e ho continuato la cottura fino a ridurre il succo a una salsina. Chi lo desidera può usare anche ananas in scatola. Per completare il piatto l’ho servito con cous cous cui ho aggiunto un pugno di piselli stufati e qualche cubetto di prosciutto cotto.
Gustatevi l’inconsueto abbinamento, ascoltate le note del rebetico che si diffondono nel blog-posticino, rilassate la schiena sulle morbide sedie: sta arrivando il caffè.



lunedì 17 dicembre 2012

L'ARANCIO E LE SUE TORTE

Il nostro arancio
Riceviamo questa fotografia e rimaniamo folgorati: il nostro arancio mostra orgoglioso i suoi frutti stagionali, allarga i suoi tronchi poderosi invitandoci all’assaggio. Il mio naso ricorda il profumo di quelli della scorsa stagione, protagonisti assoluti di spremute, insalate e, ovviamente, torte. Dolcissime, profumatissime, carezzevoli sulla lingua, star incontrastate di merende, feste di compleanno, dessert di fine pasto. Dovremo pazientare ancora qualche settimana prima di poter allungare il braccio per cogliere queste sfere luccicanti e porose, sbucciarle e spremerle, affondare i denti nella polpa succosa e lasciarsi inondare dal loro sole, accumulato in questi mesi di lunga attesa. Non so da quale costa arrivino i frutti comprati al mercato stamattina ma il desiderio di stringere tra le mani quelli di casa nostra era inarrestabile. E immediatamente ho preparato la torta sciropposa, una delle prime ricette che ho realizzato da sola, seguendo gli insegnamenti della mia mamma.

Torta sciropposa all'arancio
Ho impastato 250 gr di farina con 180 gr di zucchero, 100 gr di burro morbido, 3 uova intere, mezzo bicchiere di latte e la buccia grattugiata di tre arance e di un limone. Alla fine ho aggiunto una bustina di lievito per dolci e ho versato questa morbida pastella in una teglia ricoperta di carta forno bagnata e strizzata e l’ho cotta a 180 gradi per 35 minuti. Mentre la torta è in forno ho preparato lo sciroppo cuocendo il succo delle tre arance e del limone con 2 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di acqua e un bicchierino di rum per almeno 15 minuti. Dopo aver fatto raffreddare la torta l’ho bucherellata con uno stuzzicadenti e l’ho ricoperta con tutto lo sciroppo che deve penetrarla completamente.
Fetta di torta sciropposa

Con questa ricetta partecipo al contest di Morena in Cucina – Dicembre.


venerdì 14 dicembre 2012

NEVE E RISOTTO ALLA VERZA

Neve!
L’avevano previsto: su tutti i quotidiani cartacei, televisivi e on line venivano declamati orari e quantità, consistenza e temperatura, durata e scioglimento. È caduta durante la notte, ammantando palazzi e strade, alberi e cemento, dipingendo tutto il paesaggio con uno strepitoso make up. La neve ha magicamente illuminato i luoghi più tristi, ripulito l’aria ammorbata dallo smog, silenziato il traffico.
Cammino affondando i piedi nel bianco ancora intonso, con il naso all’insù, l’ombrello inutile. Catturo immagini insolite, canticchio lievemente per non disturbare chi è rimasto sotto le coperte, sorrido di questo miracolo e immagino di essere “là”. Gioco a fare finta, come quando ero piccola, mi consolo con un’innocente bugia: mi vedo intenta a lucidare il bancone del blog-posticino, in attesa dei primi infreddoliti avventori. Fischia il bollitore sulla stufa, diffondendo aroma di pino e arancio, dispongo fiori freschi nei vasi, apparecchio i vecchi tavolini di legno con candide tovaglie.
Risotto alle Verze
La cucina mi aspetta, oggi risotto con le verze. Mi allaccio il grembiule e afferro il mio coltello di ceramica. Taglio una cipolla bianca e la faccio appassire con olio evo e un po’ del brodo che si sta scaldando. Aggiungo della pancetta dolce a dadini e le foglie di verza tagliate a striscioline; lascio cuocere lentamente per almeno 20 minuti, usando il brodo caldo. Ecco, la verdura è ormai ammorbidita: posso aggiungere il riso e farlo tostare brevemente. Ora lo porterò a cottura accarezzandolo con un mestolo di brodo alla volta, aggiustando solo alla fine di sale e pepe. Mmmmm, è cotto. Spengo il fornello, profumo con una bella grattugiata di parmigiano. Tra qualche minuto i piatti saranno fumanti. A tavola!

giovedì 13 dicembre 2012

LA ZUPPA DI CAVOLO DI NONNA P.

Ti ricordi, nonna, quando ti raccontavo i miei primi tormenti di cuore, adolescente troppo magra per vivere con sicurezza i rapporti con i miei coetanei? Mi ero innamorata di un ragazzo incontrato al mare ma lui abitava lontano, addirittura in un altro Paese. Tu mi dissuadevi dal continuare un rapporto epistolare, sostenevi con forza il detto “Moglie e buoi ecc ecc”…. E mi hai confidato che, prima di conoscere il nonno, un ragazzo aveva chiesto la tua mano. Ma tu rifiutasti, ancorché fosse un ottimo partito. “E perché, nonna?” ti ho chiesto. E tu, pronta: “Ma perché lui abitava lontano!”. Quella lontananza si misurava in una trentina di chilometri, non di più, ma per quei tempi era una difficoltà insormontabile. Quasi un espatrio. Mi sono stupita, sdegnata della tua poca volontà nell’ascoltare i palpiti del tuo cuore, offesa per quel ragazzo abbandonato per un motivo che ritenevo futile. Quanto abbiamo riso poi assieme di quel mio impeto adolescenziale quando sono cresciuta e mi sono accasata con un ragazzo del paese!
In tuo onore, che ami tanto tutto ciò che è morbido e brodoso ecco la tua famosa zuppa di cavolfiore e patate, pescata dal tuo ricettario:
Zuppa di Cavolo
Sbuccia e affetta al velo  un porro, quindi fallo appassire con olio e con uno spicchio di aglio, sbucciato e schiacciato; aggiungi un piccolo cavolfiore, già lessato e diviso in cimette, e quattro-cinque patate, già bollite e tagliate a dadini.. Fai insaporire ben bene, aggiungi un po’ di brodo caldo, aggiusta di sale e profuma con pepe e origano. Schiaccia grossolanamente le verdure con una forchetta e servi la zuppa caldissima, con un giro di olio extravergine di oliva e crostini di pane tostato.

Con questa ricetta partecipo al contest di Sale e CoccoleZuppe a Go Go”.




mercoledì 12 dicembre 2012

SPEZZATINO E PASTICCIO DI MAIS


Albero di Natale nel Blog-posticino

Le note di “Regalo di Natale” di Enrico Ruggeri accolgono il rientro del nostro campione dopo il fine settimana in montagna in compagnia dei nonni. L’atmosfera è quella giusta: il con-sorte armeggia con le lucine mordicchiate dalla gatta, l’albero di Natale accoglie tutto l’entusiasmo adolescenziale riempiendosi di palline rosse di ogni forma e dimensione, io dispongo il mini presepe artigianale e posiziono strategicamente candeline natalizie per casa. Nostro figlio è cresciuto ma non rinunciamo a un momento dal sapore di tradizione, per noi ancora così recente. Stampo un bacio sulla guancia ancora imberbe del mio piccolo gigante impegnato con le ghirlande dorate, tuffo il naso nel collo del mio con-sorte, allungo una carezza alla gatta elettrizzata da tanta allegra confusione.
Dalla cucina si sprigiona il profumo dello spezzatino che staserà verrà servito con pasticcio di mais.
Spezzatino con Polenta
Ho imbiondito una cipolla bianca con un filo di olio evo e un mestolo di brodo; quando è stata quasi trasparente ho rosolato nella stessa padella il vitello ridotto a pezzettoni. Ho fatto sfumare un bicchiere di buon vino rosso, ho profumato con abbondante alloro e qualche chiodo di garofano, poi ho messo un po’ di concentrato di pomodoro. A metà cottura della carne ho aggiunto patate tagliate a tocchetti e ho continuato a tegame coperto aggiungendo del brodo tiepido fino a completa cottura, aggiustando solo alla fine di sale e pepe. Ho servito con una pallina di pasticcio di mais (leggi: polenta) 
Il fuoco scoppietta nel camino, il cuore gonfio di serenità, la mente rilassata. Con.

lunedì 10 dicembre 2012

PLUM CAKE ALLE ZUCCHINE

"L'Italiana in Algeri"
Una donna all’apparenza fragile sfida i mari, le tempeste e i pirati per ritrovare (intatto) il suo amore, si fa beffe dei potenti e riporta armonia in un rapporto stanco fiaccato dalla quotidianità. Fiabesco? Sì, come “L’Italiana in Algeri” sa essere. La musica di Rossini ci accompagna in questa divertente opera, con pagine drammatiche e struggenti.  La voce del tenore che piange la lontananza dalla sua Isabella, Elvira soprano potente, uno spassosissimo coro di cra-cra, din-din chiude il primo atto tra applausi scroscianti.
Nella vita reale, purtroppo, le donne sono poco rispettate e spesso vittime anziché artefici del loro destino. Femminicidio, si dice oggi, neologismo cupo e spaventoso come le nefandezze che lo hanno ispirato.
Abbiamo bisogno di qualcosa di tenero che ci riporti nella fiaba che ci ha allietato questo pomeriggio.
Ci accomodiamo nel blog-posticino e ci gustiamo una fetta di plum cake alle zucchine, con calma, assaporando ogni boccone: la lingua si sorprende per la morbidezza delle verdure, il palato si lascia accarezzare dal cuore latteo, le uova amalgamano ogni ingrediente.  Ecco la ricetta:


 
Plum Cake alle Zucchine
In una terrina mescolare 3 uova, 100 gr di olio e 100 gr di latte. Aggiungere il sale, 200 gr di farina e ½ bustina di lievito per torte salate. Aggiungere 3 zucchine tagliate a julienne e, volendo,  100 gr di salame in cubetti. Versare il composto in uno stampo da plumcake e cuocere in forno per 35 minuti, a 180°.

Alla prossima stagione. Con.

giovedì 6 dicembre 2012

BISCO-FLAKES

Riunione di lavoro: difficile mantenere l’attenzione quando l’argomento è soporifero. La mente vola verso altri lidi, anche le piastrelle del pavimento sono più interessanti dell’ipnotico sproloquio che ci investe. Il tema all’ordine del giorno è abbandonato dallo stesso relatore, distratto da una domanda non pertinente. La materia, per certi versi interessante, non è trattata in maniera convincente. La presenza di un big manager non evita la noia generale dell’aula. Il mio stomaco gorgoglia, ho fame, desidererei un caffè caldo e un biscotto fragrante. Assaporo la pasta frolla, morbida e burrosa, profumata e languida contro il mio palato. Il meglio che mi aspetta, invece, è un caffè bruciacchiato del distributore automatico. Ma andrebbe bene lo stesso, pur di alzarmi da questa sedia troppo rigida e senza imbottitura che preme dolorosamente contro le mie ossa poco rivestite di carne.
Il conferenziere si è atteggiato a splendido: caffè per tutti al bar. Chi si defila, chi preferisce pagarsi a parte la brioche per non istituire un debito di riconoscenza. Chi fuma, chi si risiede immediatamente, non ancora pago dell’immobilità forzata di questa lunga mattinata.
Li ho visti nell’espositore dei dolci e non ho resistito: dalla forma irregolare, croccanti al primo morso ma friabili e arrendevoli in bocca. “Bisco-flakes” li ha chiamati la barista-pasticcera; la sera li ho immediatamente riproposti nel blog-posticino, usando la sua ricetta:
Bisco-flakes
Sbattere a crema gonfia e spumosa 2 uova con 150 gr di zucchero di canna, incorporarvi 150 gr di farina bianca e 50 gr di farina gialla, 70 gr di olio, un cucchiaio di miele, 60g di cornflakes leggermente sbriciolati e un cucchiaio di uvetta; lasciare riposare l'impasto, coperto,  per 15 minuti. Prelevare dall'impasto delle porzioni della grandezza di una noce, ripassarle nei cornflakes e adagiare man mano i dolcetti su una teglia rivestita di cartaforno. Farli cuocere  in forno già caldo a 180° per  15-20 minuti.
Con questa ricetta partecipo al contest di Roberta “Tutti i biscotti che vuoi”

http://roberta-la-mia-cucina.blogspot.it/2012/11/tutti-i-biscotti-che-vuoi-un-piccolo.html

martedì 4 dicembre 2012

ORZO ARLECCHINO

Arlecchino
Regalarsi un sogno. Piccolo ma prezioso, breve ma intenso, fuggevole eppure costante nei ricordi. Una rappresentazione teatrale, biglietti acquistati al volo in quarta fila per gustarsi al meglio un “Arlecchino” sempre agile nonostante l’età dell’opera e dell’interprete.
Tre atti che scorrono veloci, tre ore di vigorosa recitazione, bel canto e risate.  All’uscita passeggiamo nella città ancora sveglia nonostante l’ora tarda, ritorniamo alla nostra auto lentamente, la temperatura è mite e il nostro desiderio è di prolungare l’incanto e la magia che solo il teatro riesce a suscitare.

Rientrati nel blog-posticino veniamo accolti dal profumo sprigionato dalla cucina. Non potevamo non scegliere un piatto degli stessi colori del nostro Arlecchino: un’insalata di orzo servita in un croccante cestino di grana.

Orzo nella cialda
"Lessare l’orzo in acqua bollente e leggermente salata.  Condirlo con pomodorini tagliati a metà, pomodori secchi, acciughe, olive verdi. Profumare con basilico e menta e un giro di ottimo olio evo. Chi lo desidera può aggiungere anche fettine di formaggio grana o feta."


Al prossimo sogno. Con.


lunedì 3 dicembre 2012

SVELARSI

“Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica” (A. D’Avenia). Ho cercato le parole adatte, le sfumature giuste, ho afferrato il coraggio e mi sono (sottolineo virtualmente)  denudata. Solo per chi interessa l’ho fatto qui. Inutile anticipare: ci sono le mie emozioni, la mia fragilità, il mio dolore. 
Condividere, per alleggerire il cuore, per asciugare lacrime, per tornare a sorridere, per crederci ancora. Con.
Mamma Gatta