TRADUTTORE

sabato 31 agosto 2013

CIAMBELLA BICOLOR

Non pensavo fosse possibile, temevo che la sua salute cagionevole, dovuta anche all’età, la rendesse estremamente fragile. Invece ieri sera, con grande sorpresa di tutti noi e con sommo gaudio da parte mia, vedo Mamma Gatta affacciata alla finestra del salotto. 
Mamma Gatta
Stavo per chiudere fuori la notte e la sua brezza fresca quando, al di là della zanzariera, mi appare il suo musetto tricolore, i suoi occhioni verdi e la sua boccuccia sdentata che miagola senza voce. Mi sono precitata alla porta e lei era già lì; è entrata con fare circospetto, mi annusata ben bene per essere sicura che fossi io e, dopo aver mangiato un po’ di croccantini, si è accomodata sul solito tappetino che usava già la volta scorsa. Tenera e quasi incredula, continuava a guardarmi e a guardarsi intorno per essere certa che fosse tutto vero. Seduta sulle sue zampette un po’ storte, con quello sguardo da bambina mi seguiva ad ogni passo, dandomi continui colpetti con la testa. E’ rimasta con noi fino a notte fonda, ore durante le quali le abbiamo fatto migliaia di coccole, ci siamo bevuti una calda tisana e gustato una fetta di ciambella bicolore. 
Ciambella Bicolor
Grazie al forno ormai anche qui riusciamo ad avere sempre dolci freschi. Per prepararla ho mescolato due uova intere, 200 gr di zucchero, 80 gr di olio, 200 gr di farina, 1 bicchiere piccolo di latte e mezza bustina di lievito. Quando l’impasto è stato pronto ne ho versato metà in una teglia con il foro al centro, coperta con carta forno bagnata e strizzata. Nell’altra metà ho aggiunto 1 cucchiaio scarso di cacao amaro e ho mescolato bene. Ho versato anche questo composto sulla metà “bianca” e ho cotto in forno a 180 gradi per 30-35 minuti. Bentornata piccola mia!

 

giovedì 29 agosto 2013

PROSCIUTTO E PURE'

Prosciutto e Pure'
Resina e salsedine. Questo connubio rende unico e irripetibile il profumo che ci accoglie quando arriviamo qui. Appena imbocchiamo la ripida discesa che porta alla nostra piccola casetta in pietra annusiamo a pieni polmoni per ritrovare questo aroma, segnale che siamo finalmente arrivati. La resina dei pini si mescola alle onde che si infrangono a pochi chilometri da qui, dalle nostre finestre godiamo di questo spettacolo naturale che ogni volta mi incanta. Bello passeggiare sui sentieri che si inerpicano su queste dolci montagne ma la giornata odierna si annuncia troppo calda già dalle prime ore del mattino per cui optiamo per una desideratissima e corroborante seduta di talassoterapia (leggi: ci spaparanziamo sulla spiaggia!)
Spiaggia di M.
 Questa è senza dubbio la nostra preferita, nella zona di M., dove finisce la zona turistica e iniziano gli uliveti che allungano le loro radici fino al mare. Qui regna sovrana la pace e il silenzio rotto solo dall’incessante frinire delle cicale e dal cinguettio degli uccelli. Ci sdraiamo godendo della carezza del sole mitigata dalle fronde degli ulivi, il Tatone è già in acqua, il consorte tra le braccia di Morfeo e io….mi godo lo sciabordio delle onde che si infrangono sui miei piedi, il verde che mi circonda, l’azzurro che mi sovrasta. Un rapace vola alto sopra la mia testa, mi sento piccola e inutile tanta è la perfezione della natura. Le ore scorrono lente e pigre, il sole si abbassa all’orizzonte, le ombre si avvicinano e l’aria rinfresca. E’ ora di rientrare. Siamo salati, caldi e affamati. Menù di emergenza, però gustoso. Metto in padella per alcuni minuti con un filo di olio evo due/tre fette alte circa mezzo centimetro di  prosciutto cotto locale che qui assomiglia molto al nostro Praga e le servo con un semplicissimo purè profumato con origano. Banale? Provare per credere!

Prosciutto e Pure'

lunedì 26 agosto 2013

CALAMARI RIPIENI

Calamari ripieni
Proprio come una volta. Il tempo in questo paese incastrato tra il mare e le dolci montagne si è fermato. Domenica scorsa correva il GP del Belgio e la nostra tv riceve solo un debole segnale satellitare che a malapena ci tiene informati sul mondo grazie alle notizie del Televideo Rai.  L’adorato consorte è un vero appassionato di Formula Uno, sin da bambino non ha mai perso una gara, dal vivo o grazie alle trasmissioni televisive. Per soddisfare questo suo piccolo desiderio basta fare come una volta: gli uomini si trovano in taverna a guardare la tv! Approfittando di un pomeriggio silenzioso e solitario mi sono dedicata alla cucina. Proprio sabato avevo acquistato al mercato di A. dei calamari freschissimi (circa 800 grammi). Li ho puliti accuratamente e li ho divisi dai loro tentacoli, che ho tritato e messo in una ciotola. 
Calamari ripieni
Vi ho aggiunto un po’ di aglio in polvere, due uova, una manciata di formaggio grattugiato (ovviamente ho usato la feta fresca, qui il grana non esiste!), quattro belle cucchiaiate di pangrattato e circa 100 gr di salame (questo arriva dall’Italia) tritato finemente. Con questo composto ho riempito pazientemente i calamari fino a tre quarti, li ho chiusi con due stuzzicadenti e li ho messi in un tegame dove avevo fatto imbiondire mezza cipolla con un po’ di olio evo. Ho aggiunto circa 300 gr di salsa di pomodoro, allungandola con un po’ di acqua e proseguito la cottura a fuoco dolcissimo per circa 30-40 minuti. Sale? Zero, basta la feta e il salame a rendere sapido il tutto. Aromi? Un po’ di basilico non guasta mai. I calamari verranno serviti nelle fondine con due belle fette di pane abbrustolito e una generosa dose di sugo. La gara è terminata, i miei uomini tornano dalla taverna felici e soddisfatti di un pomeriggio tutto al maschile, in compagnia di sconosciuti altrettanto appassionati. Terminiamo il pomeriggio insieme, chiacchierando soavemente e aspettando l’ora di cena.



Calamari ripieni

sabato 24 agosto 2013

RISOTTO ALL'UVA

Grazie all’amicizia e alla preziosa collaborazione del nostro amico Jorgo riesco a pubblicare quasi regolarmente, sfruttando la sua rete wi-fi. Non è necessario che lui sia in ufficio; in questo periodo, buon per lui, è veramente oberato di lavoro. Ma con la gentilezza che lo caratterizza mi lascia accesa la connessione internet. I passanti che mi scorgono seduta sul marciapiede davanti alle sue vetrine si preoccupano di informarmi che il sig. M. è fuori ufficio e che tornerà solo tra qualche ora, oppure mi chiedono se mi sento poco bene e mi offrono un bicchiere d’acqua. Qui è la normalità, l’indifferenza non esiste. Ci si saluta reciprocamente sempre e tutti, anche se non ci si conosce. Qui non mi sento mai trasparente, la mia persona rappresenta qualcuno e non “qualcosa”, non ho paura nell’affrontare da sola situazioni e persone nuove. Qui si respira un’aria differente, ricca di iodio e sentimenti, povera di smog e disinteresse reciproco.
Risotto all'uva

Per ricambiare tanta gentilezza invito volentieri a cena il caro Jorgo, con la promessa di una specialità italiana. Ma preferisco comunque stupirlo con qualcosa di insolito, conoscendo la sua grande predisposizione alle novità. Approfittando dei grappoli succosi offerti dal mio giardino, preparo il risotto all’uva bianca. Ho affettato due scalogni e li ho fatti imbiondire dolcemente con olio evo. Ho versato il riso e l’ho fatto tostare, portandolo a cottura con un buon brodo di carne. A fine cottura ho aggiunto fontina a cubetti, grana grattugiato, una noce di burro e circa 200 gr di acini di uva bianca tagliati a metà e privati dei semini.  
Buon appetito, o meglio, kalò orexi!

 
Grappoli del mio giardino

giovedì 22 agosto 2013

EKTAPODI KRASSADO

Il sole sorge tutte le mattine e sembra invitarci a goderci il meritato riposo. Ma ogni giorno siamo presi dai nostri impegni, più o meno mondani, e finora ci siamo ritagliati solo poche ore di mare. Certo che ne è valsa la pena: il caffè della nostra vicina, signora Kathina, non ha rivali in tutto il circondario! E la chiacchierata pomeridiana con la nostra amica Dina ci ha finalmente appagato dopo mesi di lontananza e di mail che non ci soddisfano mai appieno. Lei ci conduce in piccoli Kafè a noi ancora sconosciuti, condotti da titolari all’apparenza burberi ma che in realtà ci accolgono con ospitalità e allegria. Ci apre un mondo ricco di cortesia e umanità e ci permette di apprezzare una società che ancora si basa sul desiderio di conoscenza e non di arroganza. Ci consiglia gite e itinerari insoliti che mettiamo immediatamente in pratica. Ci siamo spinti fino alla punta estrema di questa affascinante penisola, costretti a lasciare l’auto al di fuori dell’ultimo baluardo costituito dal piccolo molo e dalla piazzetta del minuscolo paese di A.K. Ci addentriamo per viuzze, guidati dal nostro naso al quale giungono deliziosi effluvi di cucina casalinga. Ecco la tipica taverna con numerosi polipi in bella mostra, perché non fermarci a gustare questa specialità? 
Ektapodi krassado
Ecco quindi l’ektapodi krassado, o stufato. Questa è la ricetta che replico sempre a casa, il cui gusto si avvicina molto a quello servito qui. Le fotografie sono del polpo casalingo, riconoscerete senza dubbio le mie porcellane! Si taglia a tocchetti grossolani un polipo di circa un kilo. Si fa stufare una grossa cipolla rossa tagliata a spicchi con olio abbondante e uno spicchio d’aglio. Aggiungere poi il polipo crudo, circa 350 gr di salsa di pomodoro, salvia e rosmarino e cuocere a fuoco lento. A circa metà cottura del polipo (occorreranno circa 45 minuti) si aggiungono patate  fatte o tocchetti (l’ideale sarebbero le novelle). Cuocere per altri 40 minuti. Non salare assolutamente, è già saporito così!
Ektapodi krassado

martedì 20 agosto 2013

HORTA STUFATA

Fonti di L.
Perline di vetro. Azzurre e trasparenti come quelle che infilavo da bambina per farne collanine e braccialetti. Le ho ritrovate qui, in questo lago che è una fonte, circondato da immensi platani millenari le cui foglie rendono il cielo verde e l’aria frizzante anche a mezzogiorno. Ci siamo fermati qui poco dopo lo sbarco, deviando appena il nostro solito percorso. L’acqua sorge spontaneamente, formando un piccolo lago naturale dal quale parte un fiume piccolo ma irruento che si dirama e percorre tutta la valle di A. Abbiamo trascorso qualche ora immersi in questo silenzio movimentato solo dalle foglie e dal frinire delle cicale, guardando i grappoli di perline azzurre e trasparenti che risalivano dal fondo del lago. L’acqua a temperatura di sorgente, non ho resistito e ci ho immerso le estremità traendone immediato refrigerio. 
Che refrigerio!
Guardando i robusti rami che si allungano oltre le rive il Tatone ha sognato una idilliaca casa sull’albero, per salutare ogni nuovo giorno affacciandosi sullo spettacolo della natura incontaminata. Per me, ormai abbondantemente oltre la metà del “cammin di nostra vita”, ho pensato che sarebbe stato alquanto riposante disporre che le mie ceneri vengano sepolte all’ombra di questo platano!

Giunti finalmente a destinazione, la taverna di Jorgo è una sicurezza che ci accoglie e soddisfa il palato. Tra le varie delizie ecco la mia preferita: la horta stufata, una verdura simile alle nostre erbette ma dal gusto molto più dolce, e cucinata sapientemente con aglio, pomodoro e feta. Ora siamo qui, finalmente a casa, insieme: c’è bisogno di altro per essere felici?
Horta stufata

martedì 13 agosto 2013

GAMBERI & GORGONZOLA, CHE MATRIMONIO!

Gamberi & Gorgonzola

Ero una bambina e tu già un uomo. Mi distraevo mentre tu mi cercavi. Ti volevo mentre tu non ci credevi. Ostinatamente, caparbiamente, sfidando regole e pregiudizi, ci siamo visti, piaciuti, amati fin da subito. Quasi subito. Ma quella magia non è mai venuta meno, il tuo sguardo non mi ha mai lasciato, mai. La tua voce, le tue parole, i tuoi pensieri sono sempre stati il mio faro, il mio porto, la mia rampa di lancio. Domani è il 14 agosto. Un altro 14 agosto per noi. Niente fiori per me oggi, si sciuperebbero durante il viaggio. Domani si parte, si torna a casa, nella nostra casetta in pietra incastrata tra i monti e il mare. La nostra festa sarà caricare il mitico Furgoncin, stipare valigie e scatoloni, ridere del risultato finale, essere riusciti, ancora una volta, a farci stare tutto ma lasciare comunque qualcosa “per la prossima volta”. Festeggeremo durante i chilometri di autostrada, brinderemo al tavolo del self service del traghetto con un bicchiere di plastica colmo di bollicine di acqua, ci scambieremo un lungo bacio appena sbarcati, facendo colazione nella solita taverna che offre il miglior caffè del mondo. E sarà l’anniversario più bello.
Gamberi e Gorgonzola
E stasera cosa cucino per cena? Qualcosa di speciale ma che non ci appesantisca il riposo, domani mattina la sveglia trillerà all’alba! Un abbinamento inconsueto: gamberi e gorgonzola. Ho sciolto del gorgonzola dolce  con un filo di latte tiepido e ho mescolato fino a ottenere una crema omogenea, aiutandomi con un cucchiaino di frumina per addensare. Ho cotto al vapore i gamberi puliti e poi ho composto il piatto con uno strato di crema al formaggio, tre gamberoni e sopra ancora crema, accompagnandoli con una pallina di riso basmati.
Un bacio dei nostri con-sorte mio. E buon viaggio a noi tre.  

venerdì 9 agosto 2013

ANANAS & GELATO


Ananas & Gelato
Volevo uscire. Me l’avevi promesso. Volevo indossare quell’abitino nuovo di cotone leggero acquistato al mercato per pochi euro. Mi sta bene, mi fa sentire ancora giovane e desiderabile. Ma poi mi sono accorta della tua stanchezza, delle occhiaie che solcano ancora il tuo viso dopo i giorni di febbre altissima. In casa fa caldo e dalle finestre vedo le cime degli alberi muoversi, quasi un invito a godersi l’aria che sembra circolare in questa afosa serata estiva. Per noi è già quasi tardi ma stasera ho voglia di trasgredire. Ti vedo esitare e non insisto. Ti accorgi del mio nervosismo mentre accendo il pc e cerchi di convincermi a uscire. Non importa amore, il mio desiderio di mondanità può aspettare, non voglio esserti di fatica ma alleviarla. Parlami, parlami sempre, questo è il mio piacere più grande. Uscire, mostrarsi al mondo, mescolarsi tra la gente non ha senso senza i tuoi occhi su di me. Ce ne stiamo qui, al riparo dalle zanzare malefiche che infestano la città, godendo il venticello che circola tra le finestre spalancate sulla notte. Per riportare la serenità nei nostri animi inquietati dalla mia inutile suscettibilità ti offro un dolce semplice e fresco. Ho tagliato l’ananas comprato questa mattina al mercato e ne ho ricavato delle fette dello spessore di un dito dalle quali ho tolto la costola centrale. Ne ho disposte due per piatto e le ho cosparse di zucchero di canna. Un giro di qualche minuto sotto il grill e un biscotto Digestive McVitie's sbriciolato grossolanamente sotto (o sopra) una generosa porzione di gelato fiordilatte riportano il sorriso sui nostri visi e ci guardiamo finalmente negli occhi.
   

martedì 6 agosto 2013

FAGOTTINI DI MANZO RIPIENI D'ESTATE


Fagottini di manzo


Soli. Come non accadeva da mesi, ormai. Il Tatone, chiuso lo studio veterinario e il circolo tennis, ha raggiunto i nonni nella frescura montana e ci ha lasciato orfani della sua gioventù e spensieratezza. Ma anche del suo disordine adolescenziale che semina ovunque scarpe e libri di matematica, dei suoi quotidiani cambi di magliette/pantaloncini/calzini coordinati, dei suoi foglietti sui quali appunta gli ultimi risultati dei tornei ATP. Ci manca? Sicuramente, e anche tanto. Ma per fortuna il nostro collante siamo noi. Noi che ci manchiamo reciprocamente e ci telefoniamo mille volte al giorno anche solo per sentire il nostro respiro. Noi che ritroviamo i nostri ritmi rallentati posticipando a dismisura la cena pur di goderci il primo fresco della sera sdraiati vicini sul lettone a raccontarci i nostri sogni. E ne abbiamo ancora così tanti!
Però a un certo punto, quando ormai il buio ci ha avvolti, il forno emette il suo richiamo; quel beep beep mi avvisa che i fagottini di carne sono pronti! Li ho preparati appena uscita dall’ufficio ricoprendo con carta forno due belle ciotole di porcellana. Le ho foderate con carne di manzo tagliata sottilissima, tipo carpaccio, facendo sbordare un po’ le fettine. Ho riempito con riso basmati lessato e semplicemente condito con olio, menta e qualche cubetto di melone. Ho poi ripiegato su se stesse le fettine che fuoriuscivano dalle ciotole, un giro d’olio e via in forno a 180° per un quarto d’ora. Le ho servite con un’altra spolverata di menta e una fettina di melone come accompagnamento.

sabato 3 agosto 2013

I “MAPPASSONI” OVVERI I FINTI MACARON AU CHOCOLAT

Tempo di ferie. E di malumori. E anche di maleducazione. Forse l’approssimarsi delle vacanze aizza il popolo contro il primo, sfortunato, malcapitato che occupa suo malgrado una scrivania e cerca di svolgere il suo lavoro con solerzia e gentilezza. Ma non c’è sorriso che possa sconfiggere l’animo incattivito delle persone che arrivano, già con la macchina carica di armi e bagagli, e desiderano solo litigare, vomitando la loro acidità, indifferenti all’ottimismo e alle buone maniere. No, non è il caldo a irrancidire gli animi, sono proprio le feste comandate a rendere ostile la gente. Dopo anni di esperienza posso affermarlo con precisione scientifica! Termino il turno del sabato con le gambe tremolanti, stremata dalla fatica fisica e mentale profusa per tenere a bada orde di nervosissimi personaggi in bermuda e canotta. Mi accontento di un’insalata e di un caffè e, mentre cerco di leggere il quotidiano locale, mi addormento! Quando mi sveglio vengo colta da raptus dolciario, ho voglia di impastare e creare e pazienza se fa caldo, il forno lo accenderò ugualmente. Ho mescolato 50 ml di acqua tiepida e 75 ml di latte fatto leggermente intiepidire. Ho aggiunto 50 ml di olio, 80 gr di zucchero, 200 gr di farina e 50 gr di fecola di patate. Ho aggiunto mezza bustina di lievito e un pizzico di sale. La canonica ora di risposo dell’impasto in frigorifero è stata saltata a piè pari, ne ho ricavato dei biscottini sottili che ho cotto a 180° per 12 minuti. 
I "mapassoni"
Quando sono usciti dal forno erano un po’ gonfi per effetto del lievito; li ho lasciati intiepidire e li ho uniti a due a due con una dose di cioccolato fondente fuso. Quando li ho presentati al tavolo della merenda i miei amori hanno esclamato: “che bei mapassoni hai preparato!” Il termine mi ha ricordato quello usato in una nota trasmissione televisiva a carattere culinario e mi stavo quasi offendendo. Ma nella loro simpatia intendevano apostrofare un dolcino rotondo e cioccolatoso, mai uscito dalla mia mini cucina prima di allora. Eppure mi sembrava così lampante la somiglianza con i famosi macaron au chocolat di francese tradizione!

Con questa ricetta partecipo al contest di Cucina Amore Mio Copie ma buone” e di Le Cosine Buone La magia dei dolcetti”.

                      http://www.cucinaamoremio.com/2013/06/nuovo-concorso.html

          http://lecosinebuone.wordpress.com/2013/07/02/38-anni-e-il-primo-contest/

giovedì 1 agosto 2013

ORZO CON ZUCCHINE E GAMBERI

Orzo gamberi e zucchine
Estate, stagione meravigliosa ma sempre più breve. Tutti i componenti della nostra piccola famiglia attendono ansiosamente il suo ritorno per poter godere delle lunghe giornate luminose, del caldo che ti consente di alleggerire il vestiario, assistere alle proiezioni dei cinema all’aperto e spalancare le finestre sulle verdi cime degli alberi. Quello che ci infastidisce non è certo la calura ma la maleducazione dei vicini. “Discrezione” è una parola sconosciuta nel loro limitatissimo vocabolario. Loro non parlano, gridano. Loro non conversano, litigano costantemente ad alta voce. Trascorrono ogni minuto sullo striminzito balconcino del loro appartamento che, ahinoi, si affaccia proprio di fianco alle nostre finestre. Lì consumano tutti i loro pasti e ogni sabato sera riescono a stipare anche cinque o sei invitati. Mentre cerchiamo di chiacchierare o di leggere un libro o un quotidiano, siamo costretti a sorbire i loro commenti sguaiati, i loro canti (ebbene sì, sono anche fanatici del karaoke!) e i pettegolezzi urlati in barba alla legge sulla privacy. Per raffreddare gli animi stasera servirò un’insalata di orzo con zucchine e gamberetti. Niente di più facile e veloce: ho lessato 170 gr di orzo in acqua salata. Nel frattempo ho tagliato a dadini tre piccole zucchine, gentile omaggio dell’orto del mio papà e le ho emulsionate con succo di limone, olio e sale. Ho lessato per pochi minuti 100 gr di gamberetti. Quando l’orzo è stato cotto l’ho scolato e fatto raffreddare, aggiungendo poi le zucchine tolte dal sughetto e i gamberetti. Ho condito con un filo di olio e una bella spolverata di basilico tritato. Una fresca bontà che l’adorato con-sorte si è gustato anche il giorno dopo in ufficio. Altra pecca della stagione estiva: l’unico self service della zona è già chiuso per ferie!
Orzo gamberi e zucchine