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venerdì 31 ottobre 2014

FILETTI DI PESCE PERSICO CON CHAMPIGNON

Oggi, 31 ottobre, si chiude ufficialmente il secondo contest del blog-posticino. Sei settimane è durato, ma c'è tempo ancora fino a mezzanotte! Ringrazio tutti i partecipanti che generosamente e con grande simpatia si sono messi in gioco. Nessuna retorica nel tessere le loro lodi, nessuna falsità nell’affermare quanto sarà difficile scegliere solo un vincitore.

FILETTI DI PESCE PERSICO CON CHAMPIGNON
Pulire  500 gr di champignons, tagliarli a cubetti non troppo piccoli e stufarli in padella con olio e aglio. Salare solo a fine cottura, profumandoli con prezzemolo. Infarinare 6 filetti di pesce persico nella farina bianca e cuocerli velocemente in una padella antiaderente con poco olio.  Versare gli champignons sulle fette e servire in tavola!


Dedicata alla chiusura del contest “Sano come un pesce”!




domenica 26 ottobre 2014

PITA AI POMODORI


49 giorni. E poi il sole esplode. Una manciata di ore, le ultime. Cosa fai? Ti dedichi unicamente alla persona amata? Vai alla ricerca di un amore mai vissuto? Inizi progetti che non vedranno la luce? Oppure perseveri nei tuoi vizi, ti incaponisci per del denaro che non ti servirà più, mai più?

Questa la tematica affrontata dal film “E fu sera e fu mattina” del regista Emanuele Caruso.  Guardi il mondo con occhi diversi: nervosismi e arrabbiature si colorano di altre sfumature; le cattiverie gratuite che ricevi diventano insignificanti; piccole cose diventano fonte di gioia e serenità.

49 giorni e poi il nulla. O il tutto.   

PITA AI POMODORI

Sbollentare 4-5 pomodori a grappolo, spellarli e tagliarli a dadini raccogliendone anche il succo. Far appassire 1 cipolla bianca affettata sottilmente con olio e acqua. Unire i pomodori e cuocere a padella scoperta per circa 15 minuti. Tagliare a pezzetti piccoli una fetta di pane raffermo e unirlo ai pomodori. Salare, pepare, aggiungere il basilico e 50 gr di feta, mescolare  e cuocere ancora per 5 minuti.  Ritirare dal fuoco e lasciare raffreddare. Stendere in una teglia da 22 cm 4 sfoglie di pasta fillo del tipo sottile, spennellandole con olio. Versare il ripieno, ripiegare sopra i bordi della pasta che fuoriescono e proseguire con gli altri 4 fogli di fillo. Incidere la pita in quattro pezzi senza però arrivare fino in fondo. Cuocere a 200 gradi per 15 minuti. Abbassare a 180 gradi e proseguire per altri 40 minuti.

Grazie a Irene per questa ispirazione che riconcilia con la vita. La ricetta della frittata di trahana, di medesima ispirazione, si trova qui.



giovedì 23 ottobre 2014

PASTA FRESCA ZAFFERANO E PANCETTA


Ormai siete quasi degli habitué: la cassiera vi porge i biglietti già prenotati, ricordandosi i vostri nomi senza bisogno di ricordarglieli. Riconoscete i volti di due signore addette all’accoglienza che, nel porgervi il libretto, si intrattengono brevemente con voi sulla nuova stagione. Anche tra il pubblico scorgete qualche volto noto e la sensazione di essere “a casa” è piacevole e rilassante. Ti affacci dal palchetto che vi è stato assegnato e ti colpisce il sipario parzialmente aperto che annuncia l’opera di oggi pomeriggio, regalandoti un anticipo di emozione. Tanti i giovani, anche giovanissimi, forse un po’ troppo rumorosi ma pur sempre presenti e desiderosi di lasciarsi coinvolgere da musica e sentimento. Il brusio cala contemporaneamente alle luci. Appare il Maestro. Si alza l’ultimo sipario. E Puccini vi porta dall’altra parte del mondo.

PASTA FRESCA ZAFFERANO E PANCETTA

Preparare la pasta fresca con 200 gr di farina 00, due uova intere e un pizzico di sale. Impastare fino a ottenere un panetto liscio e farlo riposare avvolto in pellicola trasparente per almeno mezz’ora in frigorifero. Trascorso questo tempo tirare una sfoglia sottile dalla quale ricavare le tagliatelle.

Far rosolare 150 gr di pancetta tagliata a striscioline sottili e tenere al caldo. Cuocere per pochi minuti la pasta fresca in abbondante acqua salata. Versarla direttamente nella padella della pancetta e “colorarla” con una bustina di zafferano sciolta in un cucchiaio di acqua di cottura.
Servire con una spolverata di pepe macinato al momento.

 Dedicato a “Madame Butterfly” di G.Puccini. 


martedì 21 ottobre 2014

PASTA SGOMBRI E CIPOLLE


Di corsa. Perennemente. Ogni giorno scandito da impegni, pop up multicolori invadono il video, promemoria trillano dallo smartphone. Acca-ventiquattro, senza nemmeno la pausa domenicale. Perché viviamo così? Condizione che non fa sconti di censo o età,  indissolubilmente intrecciata nel modus vivendi. Ma ciò non è consolante. Anche il riposo notturno è affaticato da corse, litigi, beghe. Ci si sveglia stanchi e svogliati, impreparati all’ennesima, estenuante fatica. Tivù e giornali pubblicizzano integratori naturali, medicamenti miracolosi, rimedi super efficaci. Non è più consentito nemmeno ammalarsi.

PASTA SGOMBRI E CIPOLLE

Affettare sottilmente due cipolle e farle stufare a fuoco dolce con due cucchiai di olio evo e acqua q.b., profumando solamente con una foglia di alloro. Quando le cipolle saranno ormai morbide aggiungere una scatola di sgombri (scolati dall’olio) lasciando i filetti il più possibile interi. Lessare al dente della pasta lunga tipo spaghetti o trenette e farla saltare velocemente nel sugo preparato. Profumare con una macinata di pepe e del basilico secco.

Per coniugare il poco tempo a disposizione con le virtù benefiche della cipolla.

giovedì 16 ottobre 2014

ZUPPETTA D'ORZO

Livello di attenzione inferiore al dieci per cento che dopo la pausa pranzo scende pericolosamente vicino allo zero. Pacchetti di caramelle saltellano sui tavoli. Bottigliette vuote come le orbite degli astanti raccontano la temperatura eccessiva di quest’aula. La periferia cittadina fa capolino oltre le vetrate opacizzate da vecchie piogge e da sigarette clandestine. Palpebre pesanti nascoste da una fortunosa penombra, slides colorate e strampalate scorrono sul muro bianco, imponendo numeri e scadenze. La mente corre all’uscita imminente, mandrie di impiegati incolonnate verso la stazione, carri bestiame in ritardo. Umidità, odore di pelle stanca, altoparlanti dalla voce arrochita. Scossoni regalati dalle rotaie, nessun conforto, nessun sedile. La tua periferia. La tua stazione. Ora ti aspetta una lunga camminata. E inizia a piovere.


ZUPPETTA D’ORZO 
Cuocere  150 gr di orzo in 33 cl di birra e tanta acqua che serva a coprirlo di 4 dita. Aggiungere 1 cipolla e 1 costa di sedano tritati, 1 carota a rondelle, sale e cuocere per 20 minuti.  Servire con una spolverata di basilico essiccato e una fetta di formaggio di capra


Che almeno il cibo sia di conforto.


lunedì 13 ottobre 2014

TORTA SEMOLINA


“Figlio mio,

vivi in modo da non doverti vergognare di te stesso,

dì la tua parola in modo

che ciascuno debba dire di te che ci si può fidare;

e non dimenticare che dare gioia ci dà anche gioia.

Impara a tempo che la fame dà sapore ai cibi,

e rifuggi la comodità perché rende insipida la vita.

Un giorno dovrai fare qualcosa di grande:

a tale scopo

devi diventare tu stesso qualcosa di grande.”

 

(F. Nietzsche, Frammenti postumi)

 

Ormai è diventata la “nostra” abitudine: un piccolo pensiero, ogni mattina. Per partire insieme, seppur lontani. Oggi ancora di più.

Buon compleanno Tatone!

 

TORTA SEMOLINA

Mettere a bagno 30 gr di uvetta in acqua calda per una mezz’ora. Portare 400 dl di latte ad ebollizione a fuoco dolce con la scorza grattugiata di 1/2 limone. Versare 100 gr di semolino a pioggia, mescolando bene. Unite una noce di burro, 50 gr di zucchero, un pizzico di sale e mescolare bene, quindi togliere dal fuoco e lasciare intiepidire. Unite 2 tuorli, due cucchiai di succo di limone, poi unire l’uvetta ben strizzata e 2 albumi montati a neve fermissima con un pizzico di sale. Versare tutto in uno stampo precedentemente imburrato e infarinato. Mettere in forno caldo a 180° per circa 1 ora.

 

 




venerdì 10 ottobre 2014

SOFFICINI

Domenica mattina. E’ presto, il resto della casa dorme  ancora. Vi alzate silenziosamente. Accendete la televisione mantenendo il volume al minimo. Piove. Le auto sono riparate da gazebo portatili, le gomme mantenute calde da apposite coperte, i piloti si aggirano nervosamente attorno ai loro bolidi. Il cielo grigio e greve minaccia solo disavventure. Ti stringi a lui. Meno male che la sua passione per la Formula Uno non si è trasformata in un lavoro. Saresti morta ad ogni Gran Premio. La partenza con la safety car rilassa i tuoi nervi tesi e un caldo torpore ti accoglie per qualche minuto. Quando riapri gli occhi le auto stanno sfrecciando a tutta velocità solcando pioggia e cemento. Poi ricomincia a piovere. Le tue conoscenze in campo motoristico non ti permettono di capire cosa stia succedendo. Le luci gialle lampeggianti ricompaiono sulla pista, poi viene inquadrata una vettura sul prato. Poi il nulla. Il silenzio e gli sguardi tesi delle squadre ai box. I vincitori non hanno voglia di festeggiare. Nel  buio circolano notizie agghiaccianti che non migliorano con il trascorrere delle ore.
SOFFICINI
Versare 1 tazza di acqua o di latte in un pentolino insieme a un pizzico di sale e 2 cucchiai di olio e portare a bollore. Appena bolle versare 1 tazza di  farina tutta insieme e girare vigorosamente su fuoco medio, facendolo asciugare un po. Far intiepidire quindi versarlo sulla spianatoia e aiutandosi con un po' di farina impastarlo fino a renderlo liscio. Avvolgerlo in pellicola trasparente e farlo raffreddare  senza metterlo in frigo.  Appena raffreddato prelevare dei pezzetti di impasto e stenderli con il mattarello a circa 4mm di spessore, tagliando tanti cerchi della misura preferita.
Farcire a piacere: pelati e formaggio, ricotta e prosciutto, libero sfogo alla fantasia. Chiudere i sofficini pressando molto bene sui bordi.  Passarli sofficini nell'albume e quindi nel pangrattato. Disporli su una teglia ricoperta di carta forno. Ungerli leggermenti e cuocerli per circa 20 minuti a 190°.

Perché tutti i ragazzi li adorano. Forza ragazzo!







sabato 4 ottobre 2014

PATATE IN UN BOCCONE

Era cominciata così, per sfinimento. Una lunga malattia che priva anche delle forze per sorridere. E così smise. Un po’ di energia risparmiata. Concentrarsi sulla lettura dei quotidiani praticamente impossibile. Le parole si confondevano, diventando macchie d’inchiostro su carta puzzolente. Libri? Dispendio di tempo e denaro. La magia era finita, non riusciva più a volare immersa nelle storie altrui. Abiti nuovi? Perché fare shopping quando la cugina ricca ti passa abiti dismessi? Ed evitando di truccarsi riusciva a recuperare almeno venti minuti di riposo. Parlare, cucinare, mangiare. Quanta fatica inutile! I chili diminuivano di pari passo con l’energia. La pelle cadente emanava una fragranza amara che allontanava familiari, colleghi e  clienti. Arredo inutile di una casa decadente, presenza mal sopportata in un ufficio malsano. Una mattina cambiò la sua rotta e si sedette a guardare il fiume che scorreva maestoso sotto i suoi piedi. L’imbrunire la accolse accoccolata sul greto, piccolo animale scappato dall’umanità. Spirito volato via alla ricerca di chissà cosa. 
Storia di Matilde, clochard del parco di via R.
PATATE IN UN BOCCONE
Patate lesse. Con uno scavino praticare una piccola cavità nella quale adagiare un paio di cubetti di gorgonzola di ottima qualità. Profumare con pepe macinato al momento. Due giri: uno d’olio e uno nel micro-onde alla massima potenza per un minuto.


A volte basta poco.

 

giovedì 2 ottobre 2014

MUFFIN CON FICHI SECCHI E CANNELLA

Adesso è arrivato Ernesto. Già soprannominato Sparalesto, come  il protagonista indiscusso dei cartoni animati datati primi anni Sessanta. Come il famoso cavallo antropomorfo nato dalla matita di Hanna & Barbera ha movimenti lentissimi. Prima di sfoderare la penna per iniziare il lavoro il resto della truppa è già alla pausa caffè. Alla quale partecipa volentieri, non c’è che dire! Salvo poi incamminarsi tranquillamente, sempre verso la direzione sbagliata. Peccato non ci sia nulla di comico, ma solo di catastrofico in tutto questo. Provare a far notare che il suo livello di efficienza è leggerissimamente inferiore alla media comporta un ulteriore abbassamento dello stesso. Una battuta scherzosa sulla quantità dei clienti serviti giornalmente (che normalmente è un numero dispari inferiore a tre!) provoca un pianto dirotto difficilmente arginabile (ebbene sì!). Un chiaro monito da parte della direzione equivale a due settimane di malattia. Stress, of course. Anzi, of horse, visto il soggetto! Varia e avariata umanità.
MUFFIN CON FICHI SECCHI E CANNELLA
Montare a spuma 90 gr di burro con 100 gr di zucchero, aggiungere 1 uovo, 100 ml di latte tiepido, 200 gr di farina setacciata con ½ bustina di lievito, un pizzico di sale, 1 puntina di bicarbonato e 1 cucchiaino di cannella. Completare l’impasto con una manciata di fichi secchi tagliati a pezzettini. Amalgamare bene, riempire gli stampini per muffin fino a ¾ e cuocere a 180° per 25 minuti
Alzatina
       LA VECCHIA FAENZA
Perché l’unico suo movimento veloce è quello delle mandibole.