Non capitava da tempo. Anzi, non è mai capitato. Ognuno chiuso nel proprio box, sempre alle prese con pratiche complicate, clienti disperati o inviperiti, il telefono rovente, il budget irraggiungibile. Sempre sulla difensiva contro le critiche di una direzione dall’umore instabile e dalle capacità discutibili. Pausa pranzo trascorsa in solitaria o al massimo in piccoli clan, un occhio al piatto e l’altro all’orologio per non incappare nelle ramanzine per una timbratura sul filo di lana.
Ma da qualche tempo il clima è cambiato e in ufficio si respira decisamente meglio. Piano piano, quasi impercettibilmente, ci siamo accorti gli uni degli altri, ci sorridiamo reciprocamente, stiamo imparando qualcosa di noi che supera le barriere in plexiglass. E i dati di budget volano! Con questa atmosfera diventa piacevole condividere i pochi momenti liberi in ufficio: un caffè, un aperitivo, un pranzo; e anche oltre l’orario di lavoro come una seduta dal parrucchiere o un giro di shopping nel vicino centro commerciale. Per oggi avevamo combinato spuntino veloce e acconciature a boccoli! Chi ha portato la piastra, chi il phon, chi pettine e spazzole, chi spume e gel fissanti. Indovinate a chi è toccato pensare al pranzo? Per far contente tutte, oltre a una fresca e croccante insalata, ho portato la focaccia di Recco, preparata stamattina prima di iniziare il turno.
Focaccia di Recco |
Ho cercato di seguire la tradizione che non prevede assolutamente alcun tipo di lievitazione ho impastato 250 gr di farina Manitoba con 3 cucchiai di olio un pizzico di sale, 1 bicchiere scarso di latte e mezzo di acqua da aggiungere a poco a poco fino ad ottenere una palla elastica. Ho tirato l’impasto sottile e l’ho ricoperto per metà con dell’ottima crescenza (il formaggio tipico ligure proprio non l’avevo!) e ho chiuso come un portafoglio, richiudendo bene su se stessi i bordi. Prima di infornare ho spennellato con olio e acqua mescolati insieme e ho cotto per 30 minuti a 180°. Chiaramente la ricetta originale prevede tempi di cottura inferiori ma temperature che il forno di casa non riesce a raggiungere ma le colleghe hanno comunque apprezzato.
I miei boccoli hanno ceduto immediatamente, ho in testa spaghetti indomabili, ma il clima di rilassata serenità che abbiamo respirato per un’ora ha alleggerito il pomeriggio lavorativo.