TRADUTTORE

venerdì 30 gennaio 2015

FILLO RIPIENA DI BROCCOLI E BRICIOLE DI COTECHINO

Francy l’edicolante. In realtà si chiama Francesco ma questa abitudine, forse un po’ perversa, che si è diffusa ultimamente vuole che tutti i Francesco o Francesca diventino Francy, i Lorenzo Lory, le Roberte Roby, e via dicendo. Una ipsilon non la si nega a nessuno!
Francy, appunto, vi vede abitudinari clienti del fine settimana per i soliti quotidiani, l’abbonamento del Tatone, l’enigmistica per il nonno e le riviste di gossip per la nonna. È un gran pasticcione. Più di due clienti nel suo minuscolo ma fornitissimo negozio lo mettono in confusione e nonostante l’ausilio della calcolatrice riesce immancabilmente a sbagliare i conti e i resti.  Con quel suo fisico appesantito dalla buona tavola e dal buon vino si muove a fatica tra enormi scaffali traboccanti di materiale e si fa carico delle più disparate esigenze: l’inserto di qualche settimana fa, l’edizione particolare di una testata specializzata, un allegato ormai introvabile. E mentre addenta un'enorme brioche ripiena vi tenta con i suoi “ guarda cosa c’è di nuovo per l’uncinetto – il decoupage– il tennis - le quattro ruote…”. Ricorda i gusti di tutti i suoi numerosi clienti, tiene contatti con le scuole per la consegna dei libri di testo e tiene una scorta di cancelleria particolare per accontentare maestre troppo esigenti. 
 FILLO RIPIENA DI BROCCOLI E BRICIOLE DI COTECHINO.
Lessare al dente le cimette dei broccoli. Stufare dolcemente una cipolla affettata sottilmente, aggiungere le cimette e due o tre fette sbriciolate di cotechino (già cotto). Versare un po’ di formaggio grattugiato stagionato (va bene anche una manciata di grana o parmigiano) e regolare di sale e pepe. Cuocere per qualche minuto mescolando bene.  Foderare una teglia da 24 cm con carta forno e rivestirla con due o tre fogli di pasta fillo (dipende dalla consistenza che desiderate) avendo cura di ungere ogni velo. Versare il composto preparato e ricoprire con altri due fogli di pasta. Spennellare la superficie con olio. Prima di mettere in forno praticare dei tagli sulla superficie della torta, senza arrivare fino in fondo. Cuocere a 180° per 30 minuti. Servire tiepido.

Per Francy, l’edicolante goloso.
Questa ricetta partecipa al contest ” Cavoli, che Ricetta!” del blog Pixelicious, di Sara


mercoledì 28 gennaio 2015

TORTA SALATA DI PANE RAFFERMO

Bagnare 300 gr di pane raffermo con 1/2 litro di latte per qualche ora poi frullarlo con il minipimer. Unire 150 gr di salame a pezzettini (o altro salume), 100 gr di mozzarella per pizza, una decina di olive  tritate,  1 uovo intero, sale e pepe, prezzemolo, 1 pomodoro a cubettini, capperi dissalati. Versare nella tortiera da 24 cm rivestita di carta forno, spolverizzare con grana, un filo d’olio  e cuocere a 180° per 40 minuti.

Torta dedicata a Pasqualino Gusmattioli, co-protagonista della soap opera “Passione Mondiale”. A detta di sua moglie, la ormai celeberrima signora Bianca Farina, “buono come il pane”.


Elena è la musa ispiratrice della ricetta.


 

sabato 24 gennaio 2015

SOAP OPERA “PASSIONE MONDIALE” – TERZA PUNTATA

Il secondo Natale da sposini mi scoprii incinta. Pasqualino non stava più nella pelle, lavorava come un matto perché voleva comprare un corredino favoloso per il suo primo erede. Era certo che sarebbe stato un maschio. Da dove gli venisse questa certezza non lo so. Una volta non esistevano gli aggeggi e le diavolerie mediche del giorno d’oggi che ti anticipano il sesso del nascituro e scongiurano malformazioni.  Ai nostri tempi si andava dal ginecologo dopo almeno tre mesi che “non le vedevi”, quando ormai la pancia iniziava ad arrotondarsi e il medico non faceva altro che comunicarti la data presunta del parto. A me disse che avrei partorito a luglio. Niente esami, niente dieta particolare: “faccia la solita vita, signora, ci vediamo tra tre mesi”.
E io feci la solita vita: lavoravo in panetteria, tenevo in ordine la casa, sferruzzavo il corredino azzurro come voleva il papà. Stavo bene, il piccolo scalciava con forza – “sarà un grande calciatore” -  mangiavo senza ingrassare troppo. Solo un tarlo rodeva la mia testa: avevo una paura folle del parto. Troppi i racconti che avevo udito sin da bambina sugli atroci dolori che ti squartano le viscere mentre il neonato cerca di affacciarsi alla vita; terrificanti narrazioni ogni volta più truculente e ricche di particolari degne dei migliori film “di paura”. Spesso mia mamma mi sorprendeva con gli occhi spalancati mentre mi immaginavo stesa sul letto d’ospedale, legata e imbavagliata per non farmi gridare il male che mi avrebbe dilaniato la pancia. “Ma l’è un mal desmenteghin” cercava di consolarmi, affermando con forza che, appena posi gli occhi sul tuo bambino, tutto il dolore si dimentica. Ed è per questo che le donne partoriscono più volte nella loro vita! “Tranquilla amore mio, sarai bravissima” mi rinfrancava Pasqualino abbracciandomi. Negli ultimi mesi il terrore di partorire stava diventando un chiodo fisso. Per cercare di distrarmi Pasqualino una domenica mi portò allo stadio a vedere l’Inter di cui era tifoso fin da bambino. Non avevo mai messo piede al Meazza: mi colpì l’afa di Milano nonostante fossimo ancora in primavera, l’enormità della costruzione, la quantità impressionante di gente che poteva contenere. Mi sembrò gonfio come il mio ventre di quelle ultime settimane di gravidanza! Cercai di concentrarmi sul gioco. A un certo punto Pasqualino, vedendomi così assorta, mi chiese a cosa stessi pensando. “Ma secondo te, se tutta questa gente qui dentro è nata….allora anche io riuscirò a partorire, no?”

FINE DELLA TERZA PUNTATA

mercoledì 21 gennaio 2015

RISOTTO FUME' CON ZUCCHINE

Ne hai parlato spesso e hai suscitato più di una curiosità. Stipato oltre il verosimile, il mitico furgoncin vi porta al sicuro fino alla casetta in pietra. Avanti e indietro, più volte l’anno. Non è solo un mezzo di trasporto, è fedele compagno di avventure, spazioso ma maneggevole. 
Ha trasportato panettoni e pandori durante il periodo natalizio, colombe a Pasqua, cotechini e farina bramata in inverno, spicchi di parmigiano e di prosciutto crudo sotto vuoto. E al ritorno olio, formaggi, vino! E poi olive, pasta fillo, spezie e chi più ne ha più ne metta. Ci sta tutto, ogni volta lo stupore vi fa sorridere e immortalare tutta quella mercanzia è diventata una piacevolissima consuetudine.
RISOTTO FUME’ CON ZUCCHINE
Rosolare dolcemente una piccola cipolla affettata sottilmente in olio evo. Aggiungere una zucchina tagliata a dadini e due cucchiaiate di passata di pomodoro. Dopo qualche minuto versare il riso e tostare a fiamma alta. Far sfumare mezzo bicchiere di vino rosso e continuare la cottura del riso con del brodo vegetale. Regolare di sale. A fine cottura mantecare con dadini di scamorza affumicata (per noi: metsovone)


Dedicato alla cara amica Daniela del blog Decoriciclo.





domenica 18 gennaio 2015

CESTINI DI PASTA FILLO CON CIPOLLE CARAMELLATE

Tempo di bilanci.
Aspettative deluse + Buoni propositi  = Anno Nuovo
L’algebra della vita, che si rinnova ad ogni San Silvestro. Stavolta non vuoi cadere nel giochino perverso che alimenta sensi di colpa durante tutto lo svolgere delle stagioni. Un calice di ottimo spumante guardando negli occhi il con-sorte, ogni giorno più amato. Una fetta di pandoro abbracciando l’adorato Tatone, sempre più alto e dinoccolato. E poi la vita riparte, con i suoi ritmi frenetici, gli impegni sempre più numerosi, i budget pressanti, minacce lavorative sempre meno velate. Poi acquisti una rivista femminile, mini-regalo che ti concedi dopo una giornata particolarmente difficile, e scopri questa frase: “mai più barattare una piccola felicità oggi per una felicità più grande domani”. Ti piace, la leggi e rileggi, cercando di farla tua. Non è un proposito ma un pensiero buono, che ti fa bene. E sulle labbra ti sorge un sorriso.
CESTINI DI PASTA FILLO CON CIPOLLE CARAMELLATE
Affettare sottilmente 4 cipolle bianche e farle stufare a fuoco dolcissimo con olio evo e acqua q.b.  Quando saranno ormai morbidissime caramellarle con un cucchiaio di zucchero di canna. Nel frattempo foderare gli stampini mono uso con carta forno. Adagiare sopra fogli di pasta fillo, debitamente unti con burro fuso, fino a formare dei cestini. Cuocerli in forno a 180° per 12-15 minuti. Farli raffreddare ed estrarli dalle formine. Riempirli con le cipolle caramellate e servirli cosparsi con cubettini di feta e un’oliva kalamata. 



giovedì 15 gennaio 2015

TORTA SOFFICE DI ZUCCA E PERE

Dedicata alla seconda puntata della soap opera "Passione Mondiale". La soap prosegue, il livello di audience è ancora basso ma il palinsesto crede nel prodotto e continuerà la messa in onda delle prossime puntate.


TORTA SOFFICE DI ZUCCA E PERE

Cuocere 3 pere williams sbucciate e tagliate a spicchi con 50 gr di zucchero e una stecca di vaniglia. Sbattere 2 tuorli con 100 gr di zucchero, incorporare 150 gr di Farina Bianca, 1 bustina di lievito e un pizzico di sale. Unire al composto 300 gr di polpa di zucca (già lessata e passata), 1 cucchiaio di cannella e i due albumi montati a neve. Versare l’impasto in una teglia da 22 cm e ricoprirla con le fettina di pere. Infornare a 180° per 45 minuti. Servire cosparsa di zucchero a velo.

domenica 11 gennaio 2015

SOAP OPERA: PASSIONE MONDIALE - 2^ PUNTATA

Pasqualino era il figlio del prete. Cresciuto da un’anziana coppia che aveva solo figlie femmine, era in realtà frutto della passione illegittima tra il curato e una giovane pecorella e la nomea gli era rimasta appiccicata addosso come la gomma da masticare quando ti scoppia in faccia e non riesci più a levarla. Strofini e ti affanni ma l’ombra scura riaffiora sempre.  Era buono come il pane, volenteroso e instancabile. Mi fece una corte serrata e mi innamorai perdutamente. Pasqualino avrebbe voluto diventare un calciatore, di quelli famosi e ricchissimi. Mi disegnava un roseo futuro in una villa con venti stanze, servitù a disposizione, vacanze nei luoghi fotografati nelle riviste dalla carta lucida che potevo leggere solo quando andavo dalla pettinatrice. Sognavo i vestiti della Loren e della Lollobrigida e il mio fidanzato mi giurava che sì, anche di più belli ne avrei avuti. “Lascia che mi noti l’osservatore dell’Inter e poi ti sposo!”
Il famoso osservatore non venne mai al campetto di Monte Gabbiano o, se venne, non notò il mio aitante Pasqualino che rimase a lavorare nell’officina  del padre a riparare automobili e motociclette. 
Dopo cinque anni di fidanzamento ci sposammo in ottobre con una cerimonia semplice. Pochi gli invitati che furono costretti a pagarsi il pranzo di nozze alla trattoria “Il Telegrafo”.   Ero di umore triste: non perché si fece “alla romana”, ai quei tempi si usava così, ma per la pioggia che cadde incessante tutto il giorno. La mamma, il papà, le amiche e anche Pasqualino cercavano di consolarmi con il detto “sposa bagnata” eccetera ma io ero stizzita e contrariata perché il mio lungo strascico bianco diventò subito nero non appena misi i piedi sul sagrato della chiesa.
Dopo tanti anni insieme posso però affermare con certezza che ebbero tutti ragione nel declamare quel proverbio: l’amore sorride ancora sulla nostra unione!

FINE DELLA SECONDA PUNTATA

I BISCO-MUFFIN!

Natale è passato ma tu, piccola befana mancata, hai ancora parecchi regali da scartare. Ti siedi sul tappeto e, circondata da carte e fiocchi colorati, ti diverti come una bambina anche se gli anni da contare sono davvero troppi. Apri l’ultimo pacchetto con mani impazienti di curiosità. Troppo quadrato per essere un libro, troppo grande per contenere un gioiello, troppo piccolo per quel delizioso maglioncino di cashmere che hai adocchiato l’altro giorno. Non credi ai tuoi occhi! Una biscottiera elettrica! ma quale gioiello, ma quale maglioncino! Ecco cosa ci vuole per far felice una food blogger: qualsiasi aggeggio, elettrico o meno, legato al mondo culinario, la manderà in estasi! Estrai delicatamente l’involucro scoppiettante, giri e rigiri tra le mani quelle due piastre che già promettono dolcezze, tuffi il naso nel ricettario. Ecco, su questo è meglio stendere un pietoso velo: è scritto con un lessico…indecifrabile.
Decidi subito di cimentarti, optando per un impasto morbido che ben si adatta agli stampini a cuore che ispirano morbidezza, scegliendo il cacao per un tocco di golosità in più. Ed ecco il risultato: biscotti teneri, soffici come muffin.
I BISCOMUFFIN NELLA BISCOTTIERA ELETTRICA
Ho lavorato a crema un uovo con 100 gr di zucchero; ho aggiunto 250 gr di farina, 20 gr di cacao, 60 ml di olio, 250 gr di latte di soia, 1 bustina di vanillina, ½ bustina di lievito. Ho mescolato bene con una frusta per evitare la formazione dei grumi. Ho versato l’impasto negli stampini della biscottiera, ho chiuso, infilato la spina nella presa e atteso 8 minuti dall’accensione del led rosso. (Per la cottura tradizionale 25 minuti in forno a 180° ma poi diventano muffin e non biscotti)!

Ta-da! ecco i biscotti muffinosi, che orgogliosamente partecipano al primo contest di La Pasta Risottata.



giovedì 8 gennaio 2015

TORTA AI FICHI SECCHI


 

TORTA AI FICHI SECCHI

Tagliare 5 fichi secchi in piccoli pezzetti e metterli a mollo in poca acqua cui andrà aggiunto un cucchiaio di rum. In una ciotola versare 250 gr di Farina Bianca, la scorza grattugiata di 1 arancia bio, 100 gr di zucchero, 1 uovo, 50 ml di olio, 200 gr di latte e il succo dell’arancia (circa 50 gr). Mescolare bene. Aggiungere 1 vanillina e 1 bustina di lievito. Scolare i fichi secchi e asciugarli con un po’ di farina e unirli all’impasto della torta. Se fosse troppo denso utilizzare l’acqua dell’ammollo dei fichi per diluirlo. Versare in una teglia di 24 cm ricoperta di carta forno e cuocere a 180° per 30-35 minuti.

 

Dedicata alla protagonista della soap “Passione Mondiale” la cui prima puntata è appena andata in onda!


lunedì 5 gennaio 2015

SOAP OPERA: PASSIONE MONDIALE. Puntata nr. 1


PASSIONE MONDIALE. Puntata nr. 1

Mi chiamo Bianca Gusmattioli ma il mio cognome da ragazza è Farina. Quinta e ultima figlia del fornaio di Monte Gabbiano, piccolo comune del cremonese incastrato tra le rive del Po e la provincia di Piacenza. Quando leggo sulle riviste femminili le storie di vita vissuta mi accorgo che adesso va di moda cominciare il racconto dalla fine, o dal mezzo. Ma io sono ormai un'anziana signora, tendo a confondermi, per cui preferisco iniziare la mia narrazione dal principio e seguire il filo della storia come quello di un gomitolo.

Sono nata nel 1948, sul tavolo da cucina. Mio padre decise di festeggiare la fine della guerra seminando nel ventre generoso di sua moglie un altro figlio. E così, dopo due femmine e due maschi ero arrivata io, piccola e urlante. Mio fratello Zaverio,  vedendomi così pallida, mi impose il nome di Bianca, non pensando (ma nessuno degli adulti lo fece) alle conseguenze provocate dai miei dati anagrafici: Bianca Farina, figlia del fornaio. Una barzelletta che mi tormentò durante tutta l'infanzia,  a volte anche dopo.

A parte questa infelice congiunzione nominale la mia vita è stata serena, direi quasi felice. Ho fatto solo le scuole elementari, poi c’era da aiutare papà al forno. Due braccia in più non guastano mai, mi diceva sempre. A dieci anni ero già dietro al bancone a servire la gente del paese, a quindici mi sono fidanzata, a venti ero moglie, a ventidue madre.