TRADUTTORE

martedì 30 luglio 2013

HAMBURGER DI MELANZANE CON SALSA AL CURRY

Hamburger di melanzane

Era l’ultimo. E ha chiuso i battenti. Raggiunta l’età pensionabile il signor Danilo ha abbassato la saracinesca della sua storica panetteria di paese e si è trasferito alle Canarie, dove già vivono i suoi due figli. Beato lui! Nel quartiere siamo rimasti orfani dell’unico forno ancora funzionante che sprigionava i suoi profumi già dalle prime luci dell’alba. Ci sono altre panetterie ma nessun fornaio. Ci sono i supermercati che vendono quel pane dal sapore sintetico e uniforme. Dopo qualche mese ho notato alcuni lavori di ristrutturazione nel vecchio forno del signor Danilo. Aprirà l’ennesimo bar? O un altro “compro-oro”? No, per favore, non una sala slot machine, ci mancava solo quella! Finalmente il mistero è svelato, l’insegna gialla, nuova fiammante, recita: Panificio – Pasticceria Kasem
Salsa al curry
Entro, un po’ titubante, il negozio sembra deserto! L’accesso al forno è celato da bei scaffali di legno colmi di pane ancora caldo; nel bancone a vetri vedo dolci di pasta fillo, grondanti di miele e noci, biscotti di frolla e cioccolato, piccoli panini rotondi ripieni. E poi ecco le pite! Sì, sembrano proprio le mie pite, quelle che mangio solo quando sono là, a casa. “Bochmir” mi spiega pazientemente Laila, la moglie di Kasem con il quale gestisce il forno appena inaugurato. E’ bella Laila, e giovane. I suoi due bambini hanno i suoi stessi occhi, neri e immensi. La sua bellezza è esaltata dal velo sopra il quale indossa anche la cuffietta d’ordinanza bianca e gialla. Sorride sempre con quei suoi denti un po’ sporgenti che la rendono ancora più simpatica e mi spiega il perché dei loro orari un po’ strani, visto che è periodo di Ramadan. Mi lascio tentare proprio dai bochmir, devo ricordarmi questa parola, suona bene tra le labbra e raschia la gola. Esalteranno il sapore i miei piccoli hamburger di melanzana accompagnati con la salsa al curry. 
Hamburger nel bochmir
Per prepararli ho lessato una melanzana grande tagliata a cubetti e l’ho scolata per qualche ora per permetterle di perdere tutta l’acqua. Ho aggiunto 50 gr di speck tritato, 1 uovo, 50 gr di feta e tre cucchiai di grana grattugiato. Ho aggiunto pane grattugiato per compattare l’impasto che ho profumato con sale, pepe e prezzemolo tritato. Ho preparato quattro piccoli hamburger che ho cotto in forno per 20 minuti a 190°. Ho preparato la salsina mescolando mezzo vasetto di jogurth al naturale con un pizzico di sale, uno di pepe e un cucchiaino abbondante di curry. Ho tagliato a metà i bochmir di Laila, li ho spalmati con la salsa al curry e ci ho adagiato gli hamburger. Richiusi e mangiati! E per dessert? I biscottini al cioccolato che mi hanno regalato i nuovi gestori del forno! 
Biscottini di Kasem
                  






sabato 27 luglio 2013

SPAGHETTI CON LA FETA

Spaghetti con la feta
L’occasione è nata durante la visita annuale per vaccinare la nostra gatta: la veterinaria ha offerto al Tatone l’opportunità di trascorrere i pomeriggi estivi nel suo studio per farle da “assistente” e soddisfare così il suo desiderio di diventare un futuro veterinario. Ovviamente ha accettato con entusiasmo e così, da che è terminata la scuola, il mio “cucciolone” si divide tra il campo tennis e lo studio veterinario. La prima volta che sono andata a prenderlo l’ho trovato piegato sul microscopio, intento a scrutare vetrini con batteri & affini che fino a qualche minuto prima popolavano il naso di un povero gattino. Mi ha commosso vederlo così grande, con il faccino ancora imberbe, con la casacca verde chiaro, divisa tipica dello studio medico. La nostra veterinaria, donna minuta ma di grande energia, è stata molto gentile e disponibile nell’accoglierlo, e lui si dimostra di grande aiuto nel tenerle fermi gli animali, nel compilare le cartelle cliniche e preparare vaccini. Presenzia a ecografie, consola animaletti impauriti, non si impressiona durante medicazioni ed estrazioni di spighe dalla pelle dei poveri cani. Senza risparmiarsi, trascorre anche cinque ore di questi afosi pomeriggi tra zampe, peli, tamponi, vetrini, antibiotici, aghi. Quando torna non è affamato: di più! Obbligatorio un primo sostanzioso ma adatto comunque alla stagione calda e che non appesantisca il suo meritato riposo. Per prima cosa ho messo sul fuoco una pentola con acqua salata per cuocere gli spaghetti. Nel frattempo ho soffritto in padella uno spicchio d’aglio in olio evo, omettendo il peperoncino che, chi lo gradisce, può utilizzare. Ho aggiunto dei pomodorini ciliegia tagliati in quattro e li ho fatti saltare per qualche minuto a fiamma alta. Ho sbriciolato un bel pezzo di feta e l’ho aggiunta ai pomodori. Ho scolato la pasta un po’ al dente e l’ho fatta saltare nella padella del sughetto con un po’ di acqua di cottura fino a che la feta non si è sciolta completamente, creando una bella salsina morbida. Prima di servire ho aggiunto una bella manciata di olive nere. Buon appetito veterinario in erba!
Spaghetti con la feta

mercoledì 24 luglio 2013

BICCHIERINI FREDDI



Bicchierini freddi

Guardo e riguardo le fotografie scattate durante le nostre ultime vacanze. Avanti e indietro, quasi ossessivamente, per ritrovare i profumi e i colori dei miei amati luoghi. Eccoci in taverna con Dina, e qui siamo sdraiati sulla nostra spiaggia preferita, all’ombra degli ulivi che affondano le radici nell’acqua salata. Un pesce stranissimo si avvicina mentre entro in acqua, sembra un piccolo nautilus dal quale fa capolino una specie di polipetto che si diverte a spruzzarmi con il suo naso a trombetta!
pesciolino misterioso
In quest’altra invece si vede una lunga tavolata imbandita, affacciata sul golfo di M., a casa dei nostri carissimi amici V. & V. Mmmmh che buono quel pranzo a base di tonno fresco alla brace! A fine pasto il mitico Vito ci ha servito un dolce strabiliante, creato dalla sua fantasia inesauribile. Un brivido di piacere che raffredda il palato e diffonde freschezza su tutta la pelle. Per combattere la calura e la pesante cappa di afa che incombe qui, travolti dal cemento e dallo smog, decido di reinventare i bicchierini freddi di Vito.
Vista dalla terrazza di V&V
Ho sbucciato 300 gr di pesche, le ho tagliate a pezzetti e le ho cotte con un cucchiaio di zucchero e un pizzico di cannella. Dopo circa 5 minuti la frutta era quasi completamente disfatta e l’ho frullata un pochino per renderla quasi una mousse. Mentre si raffreddava ho mescolato 100 gr di melone a pezzetti (Vito aveva usato i frutti di bosco…) con il succo di mezzo limone e un cucchiaino di zucchero e ho lasciato marinare almeno mezz’ora. Nel frattempo ho montato a neve 250 ml di panna freschissima e l’ho divisa in tre parti: in una ho aggiunto le pesche cotte, nell’altra un paio di biscotti secchi sbriciolati grossolanamente (versione di Vito: amaretti) e nell’ultima un cucchiaino di cacao amaro. Ho composto i bicchierini mettendo sul fondo i pezzettini di melone con il loro sughetto, poi la mousse ai biscotti, poi quella al cacao e per ultima quella con la frutta cotta.
Bicchierini freddi

Con questa ricetta partecipo al contest di Vale Cucina e Fantasia “Dolci Freschi”

domenica 21 luglio 2013

LANTERNE SELF MADE

Tenere occupate le mani per imbrogliare la mente. Contare punti, controllare schemi, disfare e ricominciare: tutto per non lasciarmi avviluppare dalle spire dei pensieri tristi, densi di presagi negativi. Una malattia inaspettata, piombata dal cielo come una tempesta estiva, e come tale capace di arrecare danni e lasciare dietro di sé una scia di fatica. Calma e pazienza: in coda agli sportelli, in attesa all’ambulatorio, prima di avere gli esiti. Il termine “paziente” è un invito, un auspicio o un ordine perentorio? Pagine e pagine riempite sul mio quadernino, la mia sang-a-sabur, la mia pietra paziente, appunto. Ma non basta ancora. Ho bisogno di occupare il cervello con numeri e schemi, che non lascino spazio a disperazione e angoscia. 
Lanterne all'uncinetto
Ho riscoperto l’uncinetto, passione infantile accantonata come tanti altri interessi alle soglie dell’adolescenza. Curiosando nella rete ho  scovato tanti blog dedicati a questo hobby, in particolare Relasé, nel quale vengono descritti oggetti, bijoux e idee di grande effetto ma anche di facile realizzazione. Nel mio capace cestino da lavoro ho trovato una piccola matassina di cotone bianco, nella quale stava infilato ancora il mio vecchio uncinetto rosso. Ho preso un piccolo vasetto di vetro vuoto e l’ho ricoperto con una maglia a filet molto semplice. Ci ho messo dentro una piccola candelina e … magia della luce! Confortata da tanto successo ho immediatamente creato anche la versione “big size”. Prossimi acquisti: qualche matassina di cotone di vari per nuovi progetti che mi frullano in testa!
Lanterne accese!

venerdì 19 luglio 2013

“SAREBBE BELLO…”.E BISCOTTINI ALLO ZAFFERANO

Biscottini allo zafferano
Mani che tremano, voce arrocchita dall’emozione, sguardo nascosto dietro una vistosa montatura bianca. Così ho visto il duo Ale&Franz all’inizio dello spettacolo “Sarebbe Bello” in collaborazione con il grande, mitico, Enrico Ruggeri.

Anfiteatro del Vittoriale
Location suggestiva, l’anfiteatro del Vittoriale affacciato sul Lago di Garda, serata mite e stellata. Quasi tre ore di musica e risate, intense ed emozionanti; la voce di Enrico e la comicità di Ale e Franz hanno creato un connubio unico, le loro arti si sono espresse e fuse l’una nell’altra, dando vita a uno show di grande valore, degno di essere ricordato per lungo tempo. Il turbamento iniziale di questi artisti già navigati mi ha commosso, la loro trepidazione interpreta un animo sensibile che ha saputo trasportare tutto il pubblico in un’onda di divertimento e di canzoni fantastiche. Conoscevamo già le doti di Enrico nella sua veste di ammaliatore, la vena comica pare scorrere naturale nelle sue vene. La sorpresa è venuta dal sempre ombroso Luigi Schiavone che si è messo in gioco sfoderando un insospettabile talento esilarante.
Vista aerea
Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, godendoci la frescura del lago e i luoghi non troppo affollati. Ci siamo accontentati di sgranocchiare un piccolo toast per cena, ancora sazi dell’abbondante merenda consumata prima di partire: caffè e biscottini allo zafferano, che ben si sono accompagnati a qualche fetta di prosciutto crudo e a un frutto di stagione. Per prepararli lavorato a crema 100 gr di burro con 50 gr di zucchero, ho aggiunto 1 uovo, la buccia grattugiata di un limone bio, una manciata di uvetta fatta rinvenire in un po’ di acqua tiepida. Ho aggiunto 200 gr di farina e il succo del limone nel quale ho fatto sciogliere una bustina di zafferano. Ho lavorato fino a ottenere un panetto dal quale ho prelevato delle piccole cucchiaiate che ho disposto su una teglia rivestita di carta forno. Li ho cotti a 180° per circa 15 minuti e gustati rigorosamente freddi. Gusto particolare, molto adatto a un brunch. Il nostro era un “dinnuch” o un “lunner”, comunque un matrimonio tra pranzo e cena. Ottimo e ben riuscito, come quello tra Enrico e Ale&Franz!
Biscottini allo zafferano

mercoledì 17 luglio 2013

TORTINE RICO-CIOCK

Tortina rico-ciock
Il mese di luglio è dedicato alla mia mamma: onomastico e compleanno a pochi giorni di distanza. Ogni anno mi piace sorprenderla con un regalo particolare che incontri i suoi gusti, che soddisfi un desiderio non apertamente dichiarato, che la lasci a bocca aperta. Per ripagarla di un’infanzia di stenti durante la seconda guerra mondiale, di un’adolescenza annegata nel duro lavoro in fabbrica, di tutto l’amore che ha profuso nel crescermi, bambina sempre triste e malaticcia. Ogni anno una cena in un ristorante diverso per provare portate e ingredienti che non si dimentichino facilmente, con la visita dello chef al nostro tavolo e la torta con le candeline accese che sfila tra i tavoli. Ogni anno mi diverto a inventare per lei un nuovo dolce che gustiamo insieme solitamente la domenica successiva, a conclusione dei festeggiamenti.
Tortina rico-ciock
Data la sua leggendaria golosità non è un compito particolarmente arduo e quindi ho mixato due dei suoi ingredienti preferiti: ricotta e cioccolato. Ho preparato una frolla con 100 gr di farina, 1 uovo, 50g di zucchero e 25 gr di burro morbido e l’ho lasciata riposare in frigorifero per almeno mezz’ora. Dopo questo tempo ho diviso l’impasto in 4 palline, le ho stese per foderare gli stampini per tartellette imburrati e infarinati; li ho coperti con un po’ di carta stagnola e cotti in forno a 170° per 8-10 minuti. Nel frattempo ho preparato la farcia con 100 gr di ricotta, 2 cucchiai di cacao amaro, 2 cucchiai di zucchero e un uovo. Quando le tartellette sono state cotte le ho riempite con  una dose abbondante di ricotta cioccolatosa e le ho rimesse inforno per altri 8-10 minuti.
Con questa ricetta partecipo al contest di Cappuccino e Cornetto “Ricette e Ricotta”.

domenica 14 luglio 2013

SFORMATO DI SPINACI E PATATE

Sformato di spinaci e patate
“L’avvocato è come un mago che dal cilindro delle parole grigie tira fuori un mondo a colori” (dal film La città ideale di Luigi Locascio). Il cinema rende gli spettatori bambini desiderosi dell’ennesima favola; una bella pellicola, come le fiabe, insegna, incoraggia, induce alla riflessione. Non esiste il titolo giusto: per ogni persona, per ogni gusto, per ogni orario, esiste una proiezione in grado di creare questa malia. Dietro quel piccolo pertugio rettangolare, posto sopra le teste degli spettatori ignari, c’è un mondo fatto di pellicole sintetiche e immagini digitalizzate, lampade potentissime e computer sofisticati. 
sala proiezione
Un solo uomo al comando, in una stanzetta troppo illuminata, pronto a riannodare le immagini, ridurre la temperatura dei macchinari, ripristinare un software; guarda il film proiettato, più e più volte, da quella piccola finestrella. Per lui la sala buia è un intimo salotto animato  da teste che si sfiorano, pop corn profumati, bisbigli e carezze fugaci. Solo lui, al momento giusto, abbassa le luci, avvia il proiettore, concede la pausa, lancia i titoli di coda e, solo alla fine di tutto, ci riporta nel mondo reale.
sala proiezione
 Al rientro si rimane spaesati, fatichiamo a parlare, abbiamo bisogno di meditare ed elaborare immagini, suoni, storie. La lenta masticazione ci avvicina all’ora di cena. Cosa c’è di meglio di piatto unico, preparato con ingredienti dal gusto inimitabile? Prima di uscire per andare al cinema ho lessato al dente 800 gr di patate, poi le ho sbucciate e tagliate a fette di circa mezzo centimetro. Ho fatto saltare in padella con olio, aglio in polvere, sale e pepe circa 300 gr di spinaci tritati grossolanamente. Li ho profumati con noce moscata e il mio adorato cumino. Ho foderato di carta forno una teglia quadrata, ho fatto un primo strato di patate, poi uno di spinaci, poi uno di provola dolce tagliata a dadini e poi ho ricominciato. Prima di mettere in forno a 190° per 40 minuti ho spolverato di pane grattugiato. Ho tenuto coperta la teglia con la stagnola per la prima mezz’ora, facendo fare la crosticina solo gli ultimi dieci minuti. Da gustare tiepida, solo alla fine del film!
Fetta di sformato
               

giovedì 11 luglio 2013

FETA A SORPRESA


Feta ...
Si riparte. A fatica, dolorosamente, malinconicamente, ma è necessario rituffarsi nella quotidianità. Il Tatone è l’unico a non soffrire troppo, finalmente può dedicarsi al suo adorato tennis e riprendere contatti con gli amici, godersi un po’ di tivù e internet. Per noi l’unica consolazione è l’aver ritrovato le nostre gatte, amorevolmente accudite durante la nostra assenza da zie e cugine. La nostra sofferenza non è dettata dalla voglia di “vacanza” ma nasce dalla lontananza da un luogo che ormai abbiamo assorbito completamente, da persone che comprendono il nostro animo, da una vita che vorremmo condividere a lungo. Piano piano, σιγά-σιγά, come mi hanno insegnato, ce la faremo. Per scacciare la nostalgia cosa c’è di meglio di un po’ di feta?
...a sorpresa!
Durante il nostro soggiorno abbiamo cenato con il nostro amico Jorgo in una deliziosa taverna in riva al fiume dove ho assaggiato questa “sorpresa”: perché non riproporla ai miei amori stasera? Prendo due fogli di pasta fillo, li ungo e li sovrappongo. Al centro metto una fetta di feta stagionata e chiudo a mo’ di pacchetto. Preparo tre porzioni che adagio sulla placca ricoperta di carta forno e che cuocio per 15 minuti a 190°. Appena sfornati i pacchetti li metto nei rispettivi piatti e li cospargo con un abbondante cucchiaio di miele di Creta (va benissimo quello di castagno, non deve essere troppo dolce) e semi di sesamo a volontà. Che bello ritrovare i sapori di casa!
Con questa ricetta partecipo al contest di The Kitchen NookFeta Contest

http://thekitchennook.blogspot.it/2013/06/feta-contest-una-gara-per-voi.html   


lunedì 8 luglio 2013

RIENTRO


La mia tribù
Non è mai facile. Il tarlo mi stava già tormentando da due giorni nonostante tentassi, non sempre con successo, di scacciarlo dalla mia mente e dal mio cuore. Ho provato a fermare il tempo, a escogitare alternative, anche cercare nascondigli improbabili. Inutile, il calendario annuncia inesorabile il giorno della partenza. Come posso lasciare tutto questo? La natura incontaminata, il silenzio, la frescura, i colori e tutto ciò che mi lega a questo luogo? Come posso abbandonare i miei mici/amici che, dopo due settimane di pappe succulente e certe, dovranno nuovamente arrangiarsi elemosinando gli avanzi delle case o della taverna, cacciare in compagnia di volpi, furetti, tassi e istrici, oppure calarsi nei luridi bidoni della spazzatura per trovare un po’ di cibo? Mamma Gatta mi guarda dal tappetino azzurro mentre riempio le valigie, il suo sguardo liquido e triste sembra volermi salutare. Mi avvicino a lei, la accarezzo dolcemente, sussurrandole parole dolci. “Torno presto micina, aspettami”. I suoi prr prr echeggiano in tutta la casa, mancano solo sei settimane al nostro ritorno ma non so se ce la farà. E poi c’è Tommy che corre impazzito su e giù per la stradina accompagnandoci passo passo, come se avesse timore di vederci sparire da un momento all’altro. Cerco di consolarmi dicendomi che presto sarò di nuovo qui, mi guardo intorno e mi imprimo nella mente ogni dettaglio: le tendine nuove, i ninnoli, le foto delle nostre faccette sorridenti. La nostra amica Kathina si affaccia all’uscio con tre limoni succulenti, viatico per il nostro lungo viaggio, mentre la carissima Dina mi offre un vaso di tiglio essiccato per preparare ottime tisane rilassanti. Ho il cuore stretto in una morsa di tristezza, lacrime dispettose si affacciano tra le ciglia mentre abbraccio le mie amiche, Tommy mi salta attorno agitatissimo cercando di leccarmi le mani e la faccia. Avviamo il motore, chiudiamo le portiere, si parte. Tommy corre e corre dietro l’auto, le orecchie al vento, la lingua penzoloni, gli occhioni spalancati. Ancor prima di aver svoltato non lo vedo più, le lacrime me l’hanno nascosto. Annuso a pieni polmoni quest’aria profumata di resina e salsedine, cerco di calmare il mio pianto, Dimitra Galani in sottofondo ci accompagna per i numerosi kilometri che dovremo lasciare dietro di noi. Unica consolazione: una (due per lo stomaco insaziabile del Tatone!) succulenta pita me-ghiro nel solito, antichissimo, Kafenion del porto. Un ultimo sguardo al porto che si allontana, a questo Paese che amo tanto.

sabato 6 luglio 2013

LA MIA TRIBU'





Cinque o sei. Sono sempre loro, tornano ogni volta che arriviamo, come se riconoscessero i nostri passi, o il rumore delle valigie trasportate faticosamente lungo la stradina che porta alla nostra casetta in pietra. Si manifestano quasi subito, certi che, a pochi minuti dal nostro arrivo, compariranno anche le ciotole piene di pappa.  Ululone ha preso pieno possesso del primo scalino di accesso alla casa, costringendoci a un passo lungo per non calpestarlo, visto che lui non intende assolutamente muoversi dal suo trono.


Ecco Mamma Gatta, sempre più stanca e provata dalle continue gravidanze. Tenera e discreta, questa volta ha deciso che le sue ultime ore le intende trascorrere serenamente in casa con noi, sdraiandosi beatamente sul tappetino che le ho messo a disposizione e gustandosi i crocchini senza dover litigare con gli altri. Chissà come riesce a mangiarli con l’unico dente e mezzo che le è rimasto?


Piscinella non manca all’appello, vispo e vivace come sempre, si arrampica su e giù per la vite come un pompiere e ci si addormenta beatamente in precario equilibrio.
Triglia è sempre più imponente ma anche sempre più dolce e coccolone nei nostri confronti.
Papà Leone si manifesta solo raramente, così come Cognato, comparendo a volte  sporchi, altre malconci, dopo le sfuriate notturne con le bande avversarie. Silvestrina, detta Silvi, si avvicina cautamente: è sempre stata timida e riservata ma adesso aspetta per la prima volta i piccoli, lo è ancora di più!
Ogni tanto compare Arthur e qualcun altro ancora senza nome, ma sanno di essere ospiti in territorio altrui per cui si tengono a debita distanza e si accomodano al desco solo quando gli altri sono ormai sazi. Insomma, i nostri mici ci hanno accolto bene e ci lasciano usare il “loro” giardino in cambio di pappa e coccole. Noi siamo ben felici di accontentarli, sicuri che la nostra casetta in pietra è ben difesa da topi e da altri animaletti poco…graditi!
Ma questa volta abbiamo avuto una sorpresa: un nuovo ospite si è affacciato alla nostra soglia. Tommy, un cagnone di razza non ben identificata ma grande, rumoroso e maldestro come tutti gli adolescenti! I mici lo ignorano, certi della loro supremazia sul territorio, lui vorrebbe giocare ininterrottamente. Per cui ciotole vuote, guanti da lavoro, ciabatte, e tutto quanto gli capita a tiro è un perfetto giocattolo da portare qua e là e da nascondere. Siamo certi che ha una casa e un padrone ma, evidentemente, la nostra compagnia gli è molto gradita (e soprattutto la nostra pappa!). Come si fa a resistere a due occhi così?
Ringrazio i miei amici a quattro zampe che mi riempiono la vita e il cuore di ricordi che mi faranno compagnia quando sarò lontana da qui. Con questo post ringrazio anche Stefania del blog Melegueta che recentemente ha voluto insignirmi del premio Very Inspiring Blogger Award del quale vado molto fiera.







giovedì 4 luglio 2013

INSALATA SPINACI E FETA

Insalata spinaci e feta
Il sole splende alto nel cielo azzurrissimo. Lo so, ancora prima di aprire gli occhi. Una lama di luce filtra attraverso le persiane socchiuse, supera il filtro sottile della zanzariera e mi accarezza le palpebre. È ancora presto, ho appena contato sette rintocchi, ma la campana ci invita a festeggiare questa giornata calda e luminosa e noi accettiamo con gioia. Colazione veloce, veloce riempimento di ciotole dei nostri amici a quattro zampe, costume e via! La spiaggia di P. ci accoglie, ampia e silenziosa. È bello indugiare sotto il sole ancora dolce, tuffarsi nel mare cristallino e freddissimo, lasciarsi cullare dalla risacca per un pisolino fuori orario.
Spiaggia di P.
Qualche pagina di un giallo, uno schema libero di parole crociate con l’aiuto del con-sorte, tante coccole reciproche. Nonostante la temperatura dell’acqua il Tato non fa che nuotare e sguazzare, una paperetta gigante che gioca tra le onde! Rientriamo stanchi, affamati e, soprattutto, assetati. Cosa portare in tavola se non una pantagruelica insalata? Grazie agli spinaci novelli dell’orto della nostra amica Kathina (che, santa donna, me li ha portati già puliti!) ho preparato tre belle ciotole, arricchendole con cubettini di formaggio feta fresco, acquistato al caseificio locale, e ho dato una spruzzata di colore con un po’ di mais.  Un bel giro di olio evo, sale e pepe. Buon appetito amori miei, domani ci aspetta un’altra giornata di sole e mare. Però magari andiamo alla spiaggia di M., che ne dite?
Insalata spinaci e feta

lunedì 1 luglio 2013

BRICOLAGE

Portariviste da salotto...
I giorni di pioggia si sono allungati, regalandoci frescura e colorando di verde acceso la montagna davanti a noi. Mi siedo nello spazio profondo delle finestre che hanno solo le vecchie case e guardo il silenzio davanti a me. Dopo i rami più alti dell’arancio si apre la vallata punteggiata qua e là da piccole costruzioni bianche, il profumo delle gocce miste a resina mi raggiunge e mi inebria, gli sporadici belati delle caprette hanno sostituito il cinguettio degli uccellini che si sono rifugiati tra gli alberi. Si sta così bene qui. Il Tatone mi raggiunge e ce ne stiamo accoccolati per un po’ a sbirciare le manovre del gatto Ululone (abbiamo scoperto solo ora che non è Ululona bensì un micio troppo pudico che va in giro con la coda abbassata!) che tenta di raggiungere le ciotole di pappa senza doversi bagnare. Il pomeriggio sta scolorendo e per sconfiggere la noia decidiamo di dedicarci a un po’ di bricolage. Non ci sono molto portata, a differenza della mia mamma che con le mani crea meraviglie di ogni genere, ma oggi mi sento creativa. O forse è il luogo a ispirarmi, chissà? Abbiamo giusto bisogno di un portariviste e penso che questa vecchia scatola possa fare al caso nostro. Potremo rinforzarla con alcune assicelle di legno che abbiamo portato per avviare la stufa. Il Tatone si dichiara entusiasta del progetto e armato di pistola al silicone mi aiuta a creare la struttura. Invece di verniciarla decidiamo di coprirla con carta da pacco e vecchi quotidiani ridotti a pezzetti e, in mancanza di colla, abbiamo usato acqua e farina, secondo i provvidenziali consigli giunti via sms dalla mamma (la mia!). Che bello il risultato finale! Ed è anche robusto a sufficienza. Quasi quasi assembliamo altre tre assi e….ecco un praticissimo tavolino!
...trasformato in tavolino!