TRADUTTORE

venerdì 31 gennaio 2014

DOLCETTI SEMPLICI DI PASTA FILLO

Dolcetti semplici di pasta fillo

C’era una volta una strega cattiva con una nomea di femmina prevaricatrice, supponente, egoista, che l’ha sempre preceduta; le sue pretese assurde erano famose nel circondario. Il suo profumo ammorbava tutta l’aria circostante, ristagnando nel cubicolo che pomposamente chiamava ufficio, pieno di fiori finti come lei, polverosi come la sua anima irrancidita, e di quadri falsi come i suoi consigli.  Lacrime femminili e maschili sono state versate per causa sua, lacrime di rabbia e impotenza, non certo d’amore. Ma ad un certo punto tutto è finito: lo stillicidio di cattiverie quotidiane, critiche e pettegolezzi ha raggiunto il termine. La strega cattiva è stata allontanata, estirpata, come si confà alle erbacce cattive.  La sua voce stridula non risuona più nei corridoi, la sua risata ipocrita non graffia più i timpani. Un peso dal cuore è stato tolto, la mano che stritolava le budella si è aperta, il macigno che gravava sul respiro ha preso il volo.
Siete rimasti senza parole. Increduli e stupefatti di tanto silenzio, di una tale e radicale modifica che avrebbe cambiato le vostre vite. L’armonia ha preso il sopravvento, una nuova stagione è iniziata all’insegna della dolcezza. Si può festeggiare una perdita? In questo caso sicuramente sì! E quindi largo a dolcetti “finger food”, golosi ma pratici per poter essere acchiappati al volo e mangiati tra un servizio e l’altro. Basta un po’ di pasta fillo sottile, dalla quale ricavare delle lunghe strisce da sovrapporre e  poi tagliare in rettangoli  e quadrati. Spalmarne un lato con ingredienti diversi: marmellate, nutella, pezzi di cioccolato; richiudere a formare dei triangoli o arrotolati su se stessi a mo’ di sigaro. Passare in forno a 180° per 15 minuti e cospargere con zucchero a volo solo quando sono freddi. E’ già passato un anno, ma ancora, a volte, rimani stupefatta pensando a quanto dolore hai dovuto sopportare a causa di un altro essere che tanto umano non è.  

lunedì 27 gennaio 2014

INVOLTINI DI POLLO ALL’ARANCIA

Involtini di pollo all'arancia

Una lucetta lì. Click. Una lucetta giù. Click. Una lucetta a destra. Click. Una lucetta a sinistra. Click. Una lucetta là. Click. Tre minuti e ventinove secondi di questo strazio. “Studio del campo visivo”, si chiama. Ma per te è la tortura annuale che devi espiare per monitorare la salute dei tuoi occhi. In quella manciata di minuti cerchi di concentrarti sulla spia arancione che ti scruta dal fondo del marchingegno infernale al quale sei appoggiata. “Guardami” ti dice, e nel frattempo devi cogliere quei piccoli bagliori, infidi e dinamici, e schiacciare il pulsante che ti hanno messo in mano, nemmeno stessi partecipando a un antiquato quiz a premi. Lucetta. Click. Lucetta. Click. 
Involtini di pollo all'arancia
Ah, questa te la sei persa! Chissà se l’esito verrà inficiato dalle tue continue distrazioni? L’ortottista ti comunica che è tutto nella norma, puoi fiondarti a sbrigare le commissioni che hai in agenda prima di attaccare il turno. Arrivi in ufficio trafelata, non capisci se il caldo è dovuto all’abbigliamento esagerato, consigliato da un meteo poco attendibile, dalla corsa fatta per portare a termine tutto, dall’annuncio dell’ennesima – e imminente – riunione plenaria. E inizi a sognare la cena…..

Involtini di pollo all'arancia
Sopra ogni fettina di pollo spalmare della ricotta e appoggiare mezza fetta di prosciutto cotto. Profumare con erbe aromatiche, sale, pepe. Arrotolare e fermare con uno stuzzicadenti. Passare gli involtini nell’uovo e impanarli nella farina. Rosolare gli involtini, quando prendono colore aggiungere succo di 2 arance e cuocere coperto per 15 min. Servire caldi o freddi a piacere con la loro salsina.

Involtini di pollo all'arancia


Questa ricetta è dedicata al Blog di Oca Gatto Letto che festeggia in questi giorni il terzo compli-blog.

sabato 25 gennaio 2014

PATATE FARCITE

Patate farcite
“La mente è il solo luogo del nostro corpo dove l’abbondanza non è insana”. Hai immediatamente sentito la necessità di appuntarti queste due righe lette sull’inserto domenicale del Corsera. 
L’articolo dell’autore, Alessandro Piperno, era lungo e interessante ma queste due righe ti hanno catturato, risvegliato in te un’immagine sulla quale stai rimuginando da giorni, te la porti in giro e ci giochi. In questo mondo dove eccesso è sinonimo di sproporzione e sregolatezza, dove si inneggia al low profile in ogni situazione, finalmente viene sdoganata l’opportunità di eccedere. Senza freni, inibizioni, tabù che limitino il tuo pensare. Rifocillarsi di ricordi reali o immaginati, sognare il futuro e ridisegnare il passato, sfogliare fotografie mai scattate, tuffarsi dalla cima più alta, nuotare in acque gelide. Tutto è possibile nella tua mente. Da bambina ti confidavi con le tue amiche immaginarie, le uniche che ti tenessero compagnia quando avevi così paura degli aghi; da adolescente ti addormentavi cullata dai tuoi sogni della buona-notte: la telefonata del tuo cantante preferito, la dichiarazione d’amore del più bello della scuola, la riconciliazione con quell’orso di tuo padre. Tutti i libri che hai letto hanno contribuito a rendere così fervido il tuo cervello, dalle sue spire instancabili hai partorito sogni, realizzato progetti, ridisegnato la tua vita.
Adesso sei ben oltre la gioventù e la tua testa non cessa il suo macinare. Ma sei stanca, il tuo corpo ti tradisce, si ferma quando vorresti andare, il languore ti coglie mentre desideri un’iniezione di adrenalina per portare a termine tutto ciò che hai appuntato nella tua agenda.
Per stasera vorresti un piatto goloso, pur rispettando il tuo affaticamento.
Patate farcite
Lessare alcune patate con la buccia. Quando saranno fredde sbucciarle e tagliarle a tocchetti possibilmente uguali. Rivestire ogni tocchetto di patata con una sottiletta e una fetta di pancetta tagliata sottile. Disporre su un piatto da portata, bagnarle con un filo di olio evo e passarle sotto il grill del forno per 5 minuti.

E in 5 minuti sono sparite. Ma la tua stanchezza no.
Patate farcite


mercoledì 22 gennaio 2014

SPIEDINI DI TORTELLINI



Spiedini di tortellini
Entra nel tuo ufficio accompagnata da una cliente. Il suo sguardo è smarrito, non riesce a profferire parola, si stringe nel suo cappottino elegante ma decisamente troppo logoro per regalarle un po’ di tepore. In pochi minuti la cliente si congeda, adducendo la scusa di impegni improrogabili, e ti lascia il fardello umano. Non sei impiegata nel sociale ma a volte capita di doverti far carico anche di casi come questo. Fai accomodare la signora su una sedia, le offri un bicchiere d’acqua e, aspettando che si calmi un po’, la osservi. E’ anziana, forse più di tua madre, ma la pelle del suo viso è trasparente e pare morbida come quella dei bambini. Non è deturpata da rughe profonde, solo da piccoli segni quasi vezzosi, messi lì da un angelo estetista e non dai dispiaceri patiti. I suoi occhi azzurri ti stanno mettendo finalmente a fuoco, ancora non parla ma almeno ti sorride. “Signora, posso chiamare qualcuno per lei?”. Beve un sorso d’acqua e poi fruga nella borsa, estraendone un portafoglio consunto dall’uso. Te lo porge, aprendolo. Scorgi immediatamente un foglio scritto in stampatello: “IN CASO DI NECESSITA’ CONTATTARE I NUMERI…….”. Chiami il primo della lista ma dopo numerosi squilli sei costretta a riattaccare. Provi con il secondo e qui una voce femminile ti risponde seccata che manderà qualcuno a “ritirare” la mamma dal tuo ufficio. Non chiede spiegazioni su come la mamma sia arrivata fin lì visto che abita dall’altra parte del paese, non ti ringrazia per quello che stai facendo e non ha voluto sapere nemmeno chi sei. La signora ha percepito quello che stai facendo e, finalmente, ritrova la voce. Si scusa per l’incomodo, raccoglie le sue due sporte piene di prodotti del discount e si avvia verso l’uscita. La trattieni chiedendole di farti un po’ di compagnia, dicendole che sta arrivando il figlio a prenderla. Si risiede e ti racconta che aveva il frigorifero vuoto. Ha preso l’autobus per raggiungere il supermercato ma poi, dopo aver fatto la spesa, non sapeva più tornare. Ma forse non ricordava nemmeno come e perché fosse lì. Il figlio, arrivato solo dopo mezzora, non era minimamente preoccupato per le sorti del genitore. Appena sono usciti dal tuo ufficio hai chiamato l’unica persona che avresti voluto sentire: “Mamma, ceniamo insieme?”


Spiedini di tortellini

Lessare al dente una confezione di tortellini di carne. Scolarli, infilarli su dei lunghi spiedini di legno. Rivestirli con una panure preparata con pane grattugiato, olio, sale, pepe e basilico secco tritato. Adagiarli su una pirofila rivestita di carta forno, irrorarli con un filo di olio evo e passarli 10 minuti in forno a far dorare. Servirli con una salsa ai formaggi ottenuta facendo fondere un formaggio cremoso con un po’ di latte e aggiustando di sale e pepe.


Spiedini di tortellini

domenica 19 gennaio 2014

TORTA DI RICOTTA E UVETTA

Non sei stata invitata. Però, gironzolando nel web, l’hai ritrovato. E ti sei ricordata di aver partecipato lo scorso anno. Perché non ritentare? Provi a lasciare un messaggio alla “padrona di casa” ma come sempre il browser fa i capricci. E allora inizi con il salvare il banner e a consultare le statistiche del tuo blog per capire quale ricetta avesse riscosso più successo nel corso del 2013. Caspita! Non sei avvezza a controllare questi dati, ti bastano i budget che devi quotidianamente monitorare per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ma 1948 visualizzazioni sono proprio tante! 

Torta di ricotta e uvetta
E ti fa piacere che la torta di ricotta e uvetta  si sia aggiudicata questo primato: la ricetta ti è stata regalata da una persona cara e la utilizzi per coronare le vostre occasioni speciali. La consegna della pagella scolastica di metà anno è sicuramente degna di essere festeggiata! Sommo orgoglio di genitori e personale soddisfazione dell’interessato. Che strada faticosa quella di entrambi.
Direttamente dal post del 14 febbraio 2013 ecco la ricetta: “Ho preparato la pasta frolla tradizionale con 250 gr di farina, 100 gr di zucchero, 100 gr di burro, 1 uovo, 1 vanillina, la scorza grattugiata di un limone e 1 pizzico di sale. 
Torta di ricotta e uvetta
Ho impastato gli ingredienti formando un panetto che ho lasciato riposare in frigorifero per un’ora. Nel frattempo ho messo una manciata di uvetta in una tazza con del marsala. A parte ho mescolato 250 gr di ricotta, con 2 rossi d’uovo; ho aggiunto 100 gr di zucchero, la scorza grattugiata di 1 limone, 1 vanillina. Ho poi profumato con un pizzico di cannella; per ultimo ho aggiunto l’uvetta ammollata e strizzata e i due bianchi montati a neve fermissima. Ho ripreso il panetto di pasta frolla e l’ho steso in una teglia da 23 cm, rivestita di carta forno, bagnata e strizzata. Ci ho poi versato dentro il ripieno preparato e ho cotto in forno a 180° per 45 minuti. Quando la torta è stata fredda l'ho cosparsa di zucchero a velo”.

Questa ricetta partecipa al contest di Milla Eat Parade 2013





giovedì 16 gennaio 2014

TORTA SALATA DI PATATE, PROSCIUTTO E FUNGHI

Torta salata patate,prosciutto e funghi
Non accadeva da tempo. Il tuo pensiero era ormai lontano da corsi e riunioni fuori sede ma questo non significa che fossero cancellati dall’agenda lavorativa. Per cui stamattina ti sei alzata un’ora prima per poter essere in orario sul luogo convenuto dove incontrerai i soliti colleghi, assonati come e più di te, fintamente felici di rivedersi e di sciropparsi due ore di ordini imperativi sul nuovo – e come sempre utopico – budget annuale. Il bus extraurbano ti porta troppo velocemente alla stazione della metropolitana. Orde di venditori ambulati affollano il piazzale, autobus in transito vomitano sciami di bipedi che si affrettano a infilarsi nelle scale ripide e ancora troppo buie. Il sottosuolo ti accoglie abbagliandoti con luci artificiali e profumo di cornetti appena sfornati. Non capisci se il languore del tuo stomaco nasce dalla mancata colazione o dalla preoccupazione per l’impegno imminente. Sali sul treno ancora fermo, miracolosamente c’è ancora qualche posto libero per cui, fino alla stazione di interscambio, potrai stare seduta. Leggere? Meglio di no, di solito sei colta da attacchi di cinetosi. Guardi di sottecchi il capitale umano che ti circonda, brandelli di conversazione giungono fino a te, portando alle tue orecchie lamentele di giovani spose, confidenze di attempate signore, critiche sportive e luoghi comuni. Quelli più silenziosi sono, stranamente, i giovani. Gruppi di adolescenti chini sul loro smartphone, isolati dalle cuffiette, digitano freneticamente su tastiere virtuali. Ma non parlano, non ridono, non gridano. Qual è il loro linguaggio? Usano ancora il “vecchio” italiano composto anche da una gestualità esagerata ed esasperata dall’età? Il tuo tragitto termina in periferia eppure non sei riuscita a dare risposta ai tuoi quesiti. E ti ritrovi a osservare tuo figlio con più attenzione, gli rivolgi domande che a lui suonano strane: “ma certo che parliamo, mamma! Come? Ma normalmente, mica siamo marziani!” Già, non siete marziani. Anche se a volte pare.
Torta salata patate,prosciutto e funghi
Una torta salata accomuna età e gusti, riportando l’armonia. Trifolare 350 gr di funghi champignon, profumandoli alla fine con abbondante prezzemolo. Tagliare a fette sottili 4 o 5 patate (l’utilizzo della mandolina è utile e salvifico per le dita) con le quali foderare una teglia ricoperta di carta forno (bagnata e strizzata). Sovrapporre alle patate prosciutto cotto affettato sottilmente, i funghi trifolati e fette di formaggio tipo edam. Terminare la torta con un altro strato di patate. Cospargere con un mix di pane e grana grattugiati e abbondante origano. Irrorare con olio evo e infornare a 180° per 45 minuti. Servire tiepida.
Torta salata patate,prosciutto e funghi


Dedico questa ricetta a Daniela di Decoriciclo e al suo primo blog-pleanno.



 

lunedì 13 gennaio 2014

GNOCCHI ALLA ROMANA, PERO' VERDI!

Gnocchi alla romana verdi
Il cursore pulsa sulla pagina bianca. Mille pensieri nella testa che non trovano traduzione in una lingua intellegibile. Ti senti come gli scrittori obbligati alla stesura del secondo libro dopo il grande successo del primo. Ansia da prestazione? Ti calmi e sorridi, in fondo il tuo è un semplice blog, modesto e frequentato da chi ormai consideri amico. Ti serve un’ispirazione e fai un gesto che pensavi lontanissimo da te: frughi nella cartella di tuo figlio. Non sei alla ricerca di segreti inconfessabili ma degli ultimi titoli assegnati per lo svolgimento del tema in classe. Il Tatone di coglie così, con le mani nel sacco. Assurdamente diventi rossa, cerchi di spiegare ma le parole si seccano in gola, portate via dal vento dell’assurdità. Temi ritorsioni e arrabbiature e invece quest’adolescente dall’umore altalenante si sbellica dalle risate di fronte al tuo imbarazzo. Ti allunga un foglio, anzi due, con una serie di tracce che a prima vista ti sembrano di impossibile elaborazione. Ringrazi e a testa bassa ti rifugi nella tua mini cucina, sperando che metterti ai fornelli ti faccia riacquistare un po’ di dignità.
Gnocchi alla romana, però verdi! (ispirazione tratta da La Cucina di D): lessare  500 gr di spinaci e tritarli. In una casseruola scaldare leggermente  750 ml di latte con una noce di burro e un pizzico di sale, versare 200 gr di semola e mescolare per evitare la formazione di grumi. Pepare,  profumare con noce moscata e cuocere a fiamma bassa per circa 15 minuti, mescolando. 
Monoporzione
Togliere dal fuoco, aggiungete 1 tuorlo e gli spinaci quindi versare il composto su una foglio di carta da forno e ricoprire con un secondo foglio di carta livellando l’impasto ad un'altezza di circa 1 centimetro e mezzo.  Inumidire i bordi di un bicchiere e ricavare i cerchi di pasta. Coprire  con carta forno una pirofila, disporre sopra i dischetti ottenuti, leggermente sovrapposti. In una padella antiaderente rosolare 50 gr di pancetta a cubetti da versare  sopra gli gnocchi. Prima di infornare spolverizzare con formaggio grattugiato e qualche fiocchetto di burro. Cuocere  a 180° per circa 30 minuti. Servire ben caldi.

 





venerdì 10 gennaio 2014

MARMELLATA DI ARANCE

Succede. Succede che durante la tua ultima vacanza leggi un libro che lascia un segno indelebile. L’hai appena terminato e hai già voglia di riprenderlo in mano e rileggerlo. Tu che consideri sacra la carta stampata desideri sottolineare a matita alcune righe senza le quali ti sembra non poter più vivere. In quelle parole ritrovi te stessa e parti smarrite della tua vita. Vuoi toglierti il capriccio di provare a scrivere come l’autore che già da alcuni anni marchia a fuoco la tua anima e i tuoi pensieri. Speri non te ne voglia. Ti auguri ardentemente che chi ti legge sappia riconoscere l’ispiratore di tale sfizio. Il tuo bisogno di dar voce alle mosche impazzite che si dibattono nel cervello rasenta la golosità. La pentola sul fuoco sta gorgogliando e mentre le mani corrono veloci sulla tastiera il buonsenso ti dice che è ora di invasare la marmellata. 
Marmellata di arance
Ancora una parola per raccontare del vostro giardino che, pur piccolo e incolto, commuove per la sua esuberante prosperità. Il raccolto dall’unico albero di arance è stato particolarmente munifico: quasi un centinaio di chili di sfere succose e zuccherine. 
Il nostro arancio
Hanno sopportato pazientemente il lungo viaggio e ora rallegrano la vostra tavola e si sono immolate in nome della conservazione. La ricetta è di tua invenzione, hai cercato nel web ispirazione e consigli ma poi, come sempre, hai lasciato spazio al tuo istinto.
  


Sbucciare al vivo 2 chili di arance, conservando il loro succo e togliendo i semi. Grattugiare la scorza di almeno la metà di esse. Versare tutto in una capace pentola con 250 gr di zucchero di canna e una mela tagliata a dadini (senza sbucciarla). Lasciar cuocere lentamente per almeno due ore, poi invasare. Per aromatizzare la marmellata si può aggiungere, a fine cottura, qualche cucchiaino di cannella (quantità a piacere).  
Con.


mercoledì 8 gennaio 2014

GIGANTES

Non torniamo mai a mani vuote. O meglio, a baule vuoto. La nostra automobile è stata ormai ribattezzata “furgoncin” dalla capacità di carico che ogni volta ci sorprende. 
Olio
Stavolta più che mai anche al nostro rientro siamo riusciti a stipare l’inverosimile. Pur consapevoli che torneremo, più o meno presto, ogni volta ci sembra di non poter partire senza una buona scorta di caffè, formaggi, pasta fillo, olio, tsatsiki e taramosalada, cioccolata, kritsini, pane, retsina e tsipuro. E come rinunciare all’acquisto di spezie, semi, frutta e verdura? 
Spezie
Senza poi contare tutto quello che riceviamo in omaggio dai nostri generosissimi amici. Jorgo ci ha sorpreso con un enorme sacchetto di fagioli secchi del tipo bianchi di Spagna. 

Gigantes

Ma lì si chiamano “gigantes” perché sono proprio enormi! Appena rientrata mi sono divertita a vederli gonfiare durante l’ammollo della notte e poi ho cercato di cucinarli secondo i dettami della gastronomia locale. Ho stufato una cipolla affettata sottilmente con olio e un pochino di acqua, ho aggiunto i gigantes (scolati dell'acqua di ammollo e lessati per 20 minuti nella pentola a pressione), carote a rondelle e salsa di pomodoro. Ho profumato con sale, pepe, abbondante basilico secco e qualche pezzettino di peperone verde e ho lasciato cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti. 

Gigantes con hamburgher
Il sapore non è certo identico a quello che mi gusto nella nostra taverna preferita ma gli si avvicina molto. Proposito per il nuovo anno: prenderò lezioni direttamente sul posto, aiutando il sig. Fanis mentre cucina per gli avventori della sua taverna!





lunedì 6 gennaio 2014

UNA SORPRESA DI TORTA!

Succede ogni volta. E come ogni volta sto male. Il tempo vola e troppo presto mi ritrovo in auto, macinando chilometri, superando insondabili banchi di nebbia e  lunghissime gallerie che ci portano verso gli ultimi raggi di sole. 
La nostra costa
La città portuale ci accoglie vitale nonostante il giorno di festa, ceniamo nel solito posticino dagli arredi vetusti ma dalla pita me-ghiro più buona del mondo! La nave è insolitamente spopolata, la traversata tranquilla. Trascorriamo le ore leggendo, chiacchierando, sorseggiando l’ultimo elliniko kafè al bar del decimo ponte, guardando il mare aperto attraverso l’enorme vetrata a prua. Troppo presto mi ritrovo davanti alla porta, cercando di aprire velocemente per calmare il miagolio delle gatte che hanno già avvertito la nostra presenza. Valigie, scatoloni, borse e arance, tantissime arance che pervadono con il loro profumo questi locali freddi e avvolti nel buio della notte che avanza. Troppo presto mi ritrovo seduta alla scrivania dell’ufficio, cercando di tenere a bada clienti già inferociti, la rabbia e la maleducazione quale proposito per l’anno appena iniziato. Il capo incalza con il nuovo budget, i colleghi criticano la mia assenza, le ore non scorrono veloci come vorrei. Salgo lentamente le scale, vengo avvolta da un profumo dolce che mi conduce fin sull’uscio di casa.
Busy Day Chocolate Cake
 Sorpresa! Il Tatone, approfittando degli ultimi giorni di vacanza, ha preparato la torta di Martha Stewart “Busy Day Chocolate Cake”, già proposta dal blog di Araba Felice. E’ un dolce semplice e veloce, non lascia dietro di sé ciotole e pentolini da lavare ed è comunque goloso e di grande effetto. La si prepara direttamente nella teglia (antiaderente o al silicone) che andrà unta leggermente. Vi si versano 170 gr di farina, 170 gr di zucchero, 3 cucchiai di cacao amaro, mezzo cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di bicarbonato e si mescola accuratamente. Si aggiungono poi 6 cucchiai di olio, un cucchiaio di aceto (serve per far lievitare), una bustina di vanillina e 250 ml di acqua. Mescolare ancora velocemente, possibilmente con una frusta. Mettere in forno a 180° per 35-40 minuti. Si può servire cosparsa di zucchero a velo e accompagnata con panna montata, o crema pasticcera, o del gelato. Noi l’abbiamo gustata così, era già ottima! 
Busy Day Chocolate Cake

giovedì 2 gennaio 2014

VITA DA TURISTI

Lontani dall’Italia. Per la prima volta siamo in quella che consideriamo la nostra casa proprio il giorno di Natale. E a condividere questa gioia con noi ci sono anche i nonni. Le giornate scorrono veloci, complici anche il sole e le miti temperature, trascorriamo ore all’aria aperta, in riva al mare o in accoglienti paesini di montagna. 

A braccetto con la mia mamma ci divertiamo a fare le turiste, acquistando oggettini di ceramica e profumatissime tisane. Ci intratteniamo volentieri con i negozianti, cordiali anche se alla fine usciamo a mani vuote. 

La signora delle spezie si incanta alla vista del mio porta-monete all’uncinetto e vuole che le mostri tutte gli oggetti fatti a mano che transitano nella mia borsa: il porta-occhiali, il porta-fazzoletti e anche una calamita che ho realizzato in traghetto e che ho dimenticato di appiccicare al frigorifero. Devo ringraziare la bravissima blogger di RicreAnna che mi ha ispirato quest’ultima creazione. 

Alberello calamita
Secondo la mia mamma la signora ha voluto studiare ben bene questi manufatti per poterli poi rifare a sua volta e metterli in vendita. Non sono d’accordo, conosco bene l’animo di questo popolo, sento che i suoi complimenti sono sinceri e, alla vista del mio bigliettino che sponsorizza Artesanum, sorride benevolmente e mi promette un ordine entro breve. Che bello, sto già pensando come concretizzare le sue richieste e, soprattutto, la spedizione!
albero di natale

porta fazzoletti
Porta monete e porta occhiali


Porta monete e porta pillole