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lunedì 30 marzo 2015

BISCOTTI MIELE E UVETTA


Oggi decidi per una pausa pranzo alternativa. Complice anche la giornata tiepida ti accomodi all’aperto su una poltroncina di quella deliziosa caffetteria sotto i portici. Ordini un toast e una tisana al finocchio (che bello, non ti guardano strano!) e accendi il tablet. Non hai ancora aperto la pagina del tuo blog che già l’ordinazione è sul tavolo. La titolare si intrattiene chiedendoti come ti trovi nella nuova sede, se ti piace il paese, se incontri tanto traffico…Dopo qualche minuto  riesci ad affondare i denti nel pane, ormai poco croccante e anche un po’ freddino ma ti consoli dicendoti che le relazioni sociali sono importanti! “Buongiorno signora A! Ha visto che bella giornata?” La signora Ebe, carica di sporte, si siede al tuo tavolo per riprendere fiato e intanto ti racconta che una volta, proprio dove adesso prospera questo locale, c’era una drogheria. E di fronte “lì davanti due ghè (dove c’è) la farmacia? Lì ghera el prestiné (lì c’era il panettiere)”. Mentre ti invita a mangiare “se no el vegna frech” (altrimenti viene freddo) ti racconta aneddoti della sua gioventù. Ha iniziato a lavorare giovanissima, partiva dal paesello e arrivava fino a Milano dove era segretaria in uno studio notarile. Ha studiato la Ebe, era l’unica tra le sue amiche ad aver conseguito la licenza media. Ti confessa che si è sposata giovanissima perché già gravida ma che ha sempre detto al mondo che il figliolo (el farmacista, dichiara con orgoglio!) è nato settimino.

BISCOTTI AL MIELE E UVETTA

Ammorbidire una manciata di uvetta in una tazza di acqua tiepida. Nel frattempo mescolare 270 gr di farina, 100 gr di zucchero, 1 bustina di vanillina, 1 cucchiaino di lievito, 1 uovo e 80 gr di burro morbido. Aggiungere 2 cucchiai di miele e l’uvetta ammorbidita e lavorare l’impasto fino a formare un panetto omogeneo da far riposare in frigorifero per 30 minuti. Trascorso questo tempo ricavare i biscotti della forma desiderata e cuocere in forno a 180° per 10/12 minuti.

Inutile dire che la tua consumazione è stata offerta dalla signora Ebe, contrita per averti sommerso di chiacchiere per tutta la durata del pranzo.


venerdì 27 marzo 2015

ZUPPA DI VERZA E PATATE


Cara Alice,

ormai da qualche anno ogni primavera ho preso l’abitudine di venire a trovarti. Ti ho conosciuto per un’occasione triste e mi hai aiutato a sopportare il dolore di quella perdita, per me immensa, per altri insignificante. Non mi hai lasciato sola nemmeno dopo, quando ormai per tutti “il peggio era passato” e invece la mia ferita continuava a sanguinare. Vedersi periodicamente è diventato importante, alcune mail scambiate nel corso dei mesi non sono sufficienti per verificare esattamente la situazione. Arrivo, ti vedo girare per i corridoi, alta, bionda, sempre sorridente. Non usi trucco, i tuoi grandi occhi azzurri non ne hanno bisogno. Mi vedi, ammicchi e mi fai cenno “cinque minuti” allargando le dita della mano sinistra, grande e bianca, ornata solo di una piccola fede. Non so come tu faccia a ricordarti di me, vedi decine di persone ogni giorno eppure non hai bisogno di guardare la mia cartella per sapere chi sono, di che cosa ho bisogno. Frughi dentro di me, mi parli e mi spieghi per non imbarazzarmi e farmi sopportare quel dolore necessario alle tue indagini. Tre quarti d’ora di intenso scambio di opinioni,  consigli e prescrizioni. Esco pensando che non sono poi così vecchia, che andrà tutto bene, che una soluzione c’è sempre.

ZUPPA DI VERZA E PATATE

Tagliare 500 gr di verza  tagliuzzata in piccoli pezzi;  cubettare anche un  pomodoro, una patata grossa, un gambo di sedano e un piccolo scalogno. Rosolare la verdura in olio e alloro; spolverare con cannella, coriandolo e cumino. Aggiungere 1,5 l di acqua calda, sale e cuocere coperto per 30 minuti. A parte rosolare della pancetta affumicata a cubetti senza aggiunta di olio. Servire la zuppa con crostini di pane e i cubetti di pancetta affumicata


Ricetta dedicata alla dottoressa Alice B, ginecologa del Consultorio locale. Non riceve in regime di libera professione. Lei è così. 



martedì 24 marzo 2015

PALOMBO ALLA GRECA


La nostalgia si sta trasformando in bisogno impellente. Sono trascorsi più di tre mesi dal vostro ultimo soggiorno nella casetta in pietra, sta diventando davvero difficile pensare di dover aspettare ancora per poter ritornare. Per Pasqua non se ne parla, sei l’ultima arrivata e non vuoi dare l’impressione di volerti accaparrare tutti i privilegi. Per l’altra Pasqua ormai è impossibile trovare posto in traghetto. Allora facciamo più avanti. Ti accordi facilmente con il tuo nuovo capo, non ti sembra vero poter ragionare con un superiore senza dover subire le solite angherie cui ti avevano abituata. Bene, allora si parte. No. Adesso è il con-sorte a dover fronteggiare l’emergenza lavorativa e di ferie non se ne parla. Ma vogliono vederti morire di astinenza???

 

PALOMBO ALLA GRECA

Disporre le fette di palombo in un solo strato in una pirofila unta d’olio e cosparsa di pane grattugiato. Adagiare sul pesce fettine di pomodoro fresco e formaggio feta sbriciolato. Aggiungere olive nere denocciolate e un po’ di aglio in polvere. Un bel giro d'olio e via in forno a 180° per 15-20 minuti. Servire cosparso di menta.

 



venerdì 20 marzo 2015

ECLISSI

"Ero bambino, il giorno in cui mio padre mi fece vedere la mia prima eclissi. (...) Ricordo il silenzio soprannaturale che calò all'improvviso sulla terra, all'inizio dell'eclissi: il silenzio dei cani, dei grilli, persino delle foglie. Assieme alla luce sembrò calare anche la temperatura. Ricordo l'impressione di quel tempo dilatato in cui un'ombra densa scivolava lenta sul disco solare. (...) Poteva benissimo essere il 2000 avanti Cristo, perché il timore che provavamo ero lo stesso dei nostri antenati: ancestrale, profondo. Perché le eclissi ci turbano da sempre. (...) Sicuramente vale la pena di staccarsi per qualche attimo da internet e dalle nostre faccende quotidiane per alzare gli occhi al cielo e ritrovare un po' della magia dell'infanzia - nostra e dell'umanità"
Tullio Avoledo - Corsera 15/3/2015
foto da web

martedì 17 marzo 2015

FLOUR’S HOUSE–The saga–part one TORTA ALLO JOGURT CON FARINA INTEGRALE


Adesso è il mio turno. Alla veneranda età di 29 anni mi sono innamorata. Non è che l’abbia pianificato a tavolino che adesso sarebbe toccato a me: dopo aver preso in mano la conduzione dell’attività familiare e visto accasarsi, più o meno felicemente, mio fratello e le mie due sorelle, dopo aver scartato diversi pretendenti, pensavo di rimanere zitella. E invece. Invece adesso c’è LUI ad occupare tutti i miei pensieri. Ma non sono certa di essere felice. Quando arrivo al forno la mattina presto per preparare i vassoi di brioches, torte, focacce e pizzette, Ahmed spunta dal retro con un sorriso smagliante. La farina sulle lunghe sopracciglia e le guance brune, gli occhi di brace che mi accarezzano tutta. Non ascolto i tremiti del mio cuore, le farfalle del mio stomaco rimarrebbero ustionate dal calore che provo sotto il peso del suo sguardo. L’ho assunto perché lavoratore di grande esperienza e profondo senso del dovere. Nonostante i divieti che gli ho imposto il mio cuore capriccioso ha ceduto e mi sono ritrovata innamorata come un’adolescente. Tante le cose che ci uniscono ma ancora più numerose quelle che ci dividono. “Bruna, amore mio, non aver paura…” mi consola ogni volta Ahmed ma io riesco solo a domandarmi: riusciremo mai a essere felici?

TORTA ALLO JOGURT CON FARINA INTEGRALE

In una ciotola versare 125 gr di jogurt alla banana (1 vasetto), due vasetti di Farina Bianca e uno di farina integrale, un vasetto di zucchero di canna, ¾ di vasetto di olio, una manciata di gocce di cioccolato, due uova intere e una bustina di lievito. Mescolare bene per evitare la formazione di grumi. Versare il composto in una tortiera rivestita di carta forno e cuocere a 180° per 35 minuti. Decorare a piacere.

 
 

PS. Avete riconosciuto la protagonista, vero???

 

sabato 14 marzo 2015

TAGLIATELLE ALLE COZZE E CREMA DI BORLOTTI


Il locale era alla moda, affollato come ogni sabato sera. Lui si fece largo tra ragazze troppo giovani, troppo truccate, troppo scollate, troppo scosciate. Scansò giovanotti troppo profumati, troppo depilati, troppo fasciati da camicie e pantaloni aderentissimi. Come l’avrebbe riconosciuta? Come avrebbe ritrovato la sua voce tra i decibel eccessivi di quell’ambiente? Come avrebbe capito che era lei, quella lei delle interminabili telefonate, delle languide mail, dei teneri whatsapp e dei notturni (e roventi sms)? In fondo alla sala partiva un’enorme scala: forse la visuale dall’alto lo avrebbe aiutato. Sul soppalco l’aria era decisamente più respirabile, scevra da umori corporei e da fumo, la musica attutita in un mormorio. Si affacciò alla balaustra: si accorse che molti sguardi erano rivolti verso di lui, forse aveva infranto una zona riservata? Stava per ritrarsi quando i suoi occhi agganciarono due occhi immensi, una bocca rossa, dischiusa in un saluto o in attonito stupore. Sì, era lei. Non sapeva come e perché ma lo sapeva. Partì nello stesso istante in cui lei salutò velocemente il gruppo di persone con cui era arrivata. Lui discese i primi gradini, lei salì a razzo e si incontrarono a mezza corsa, fondendosi in un abbraccio lunghissimo. Conobbero per la prima volta le loro morbidezze e le loro asperità, si annusarono reciprocamente, si presero per mano e non si lasciarono più.

TAGLIATELLE ALLE COZZE & CREMA DI BORLOTTI

Far aprire le cozze in padella con un filo di olio e uno spicchio di aglio schiacciato. Mentre le tagliatelle cuociono in abbondante acqua salata, frullare i fagioli borlotti (già lessati) con un cucchiaio di acqua di cottura e un filo di olio. Scolare le tagliatelle, condirle con le cozze (sgusciate) e adagiarle su un letto di crema di borlotti. Profumare con prezzemolo.

Grazie al caro collega Gongolo che mi ha generosamente raccontato la sua storia d’amore durante un turno “lungo” e stranamente deserto.


mercoledì 11 marzo 2015

POLLO ALLA CURCUMA E SEMI DI SESAMO


La calura estiva aveva deciso di regalarci una tregua proprio mentre uscivo dall’ufficio. Feci appena in tempo a salire sul tram, affollato e maleodorante, che il cielo aprì le cataratte rovesciando sulla città arroventata da giorni di afa torrida una quantità d’acqua da spaventare anche Mosè. Mentre venivo sballottata dai movimenti del mezzo e dalla calca che mi circondava, mi domandavo dubbiosa se l’ombrellino che mi ostinavo a infilare sempre nella borsa mi avrebbe protetto nel tragitto fino alla metropolitana. Mancavano ancora poche fermate ma tuoni e fulmini non accennavano a placarsi, tanto meno le enormi gocce che inzuppavano i vetri e che l’autista tentava disperatamente di spazzolare via per avere una visuale decente. Sotto la tettoia era stipata una folla che, appena il tram si fermò, iniziò a salire. Possibile che mai, ma proprio mai, si avesse la cortesia di lasciar scendere i passeggeri prima di avventarsi sul mezzo in arrivo? Spintonando malamente vecchi, donne e bambini guadagnai l’uscita aprendo velocemente il mini ombrello. “Ciao! Mi dai un passaggio?”. Due occhi incredibilmente azzurri mi guardavano a pochi centimetri dal mio naso. Un uomo giovane e profumato, fresco di doccia e di rasatura si era spudoratamente infilato sotto il mio parapioggia e mi sorrideva sornione. La folla, la pioggia, il vento, scomparvero all’istante; inebriata dal suo odore, avvertivo solo il peso della sua mano, audace ma rispettosa,  sul mio fianco destro a guidarmi come in una danza per evitare le pozzanghere.

Sei mesi, due settimane e tre giorni dopo quel temporale ci aspettava una pioggia di riso, confetti e petali di rose mentre la sua mano appena inanellata da un cerchietto d’oro si appoggiava sul mio ventre un po’ (sospettosamente) arrotondato.

POLLO ALLA CURCUMA E SEMI DI SESAMO

Tagliare un petto di pollo a dadini e infarinateli. Tritare una piccola cipolla e stufarla in padella con un filo di olio evo. Aggiungere uno spicchio di aglio schiacciato e ½ cucchiaino di zenzero e saltare per un paio di minuti. Aggiungere i pezzi del pollo, 1 cucchiaino di semi di sesamo e 1 cucchiaino di curcuma e ½ di curry, pepe a piacere. Rosolate per qualche minuto poi versare del brodo caldo, abbassare la fiamma e cuocere coperto per venti minuti.

Ispirazione presa da qui.

E’ incredibile come in questo paese dove lavoro attualmente tutti abbiano voglia di raccontarsi!


domenica 8 marzo 2015

TORTA MAYA


 
 
Mentre tutto il mondo festeggia la donna, tu festeggi il tuo Uomo. Ineguagliabile con-sorte, meraviglioso rappresentante del genere maschile, unico abitante del tuo cuore di femmina (il cuore di madre ha un altro inquilino, ovviamente!).
Strenuo sostenitore di ogni tua iniziativa, conforto per questa fatica di vivere, compagno premuroso e attento. Non è una sviolinata a fini blog-commerciali. È un’appassionata dichiarazione d’amore.
TORTA MAYA
Far ammorbidire 125 gr di burro, aggiungere 150 gr di zucchero e lavorarli finché diventano belli cremosi. Aggiungere 2 uova e 200 gr di cioccolato fondente fuso avendo l’accortezza di mescolare sempre per evitare che si formino grumi. Unire 1 cucchiaio di liquore Cointreau e la buccia di 1 arancia grattugiata. Aggiungere 220 gr di farina setacciata con 2 cucchiai di cacao amaro e 1 bustina di lievito poi, poco per volta, anche 250 ml di latt.  Versare il composto nello stampo ricoperto di carta forno e cuocere a 180°C per circa 40 minuti.
Buon compleanno uomo mio, sei tutta la mia vita.
 

 

giovedì 5 marzo 2015

TORTA DI RICOTTA PER LA CONCLUSIONE DELLA SOAP


TORTA DI RICOTTA PER L’ULTIMA PUNTATA

La Soap Opera “Passione Mondiale” è giunta al termine. Ci vuole una ricetta speciale per festeggiare, che contenga l’Ingrediente, che faccia felici tutti, che sia semplice da preparare…

Spulci nel tuo ricettario e alla prima pagina dei Dolci alla Ricotta trovi questa torta che non prepari ormai da tempo. Strano perché ha sempre riscosso molto successo, è morbida e golosa e, soprattutto, è di velocissima preparazione. Il che non guasta mai dato il tuo continuo litigare con l’orologio per far quadrare turni di lavoro e impegni quotidiani.

TORTA DI RICOTTA

Impastare 300 gr ricotta – 300 gr Farina Bianca – 300 gr zucchero – 3 uova intere – 3 cucchiai di latte – 150 gr di burro morbido - 3 cucchiai di succo di limone e la scorza grattugiata – 100 gr gocce di cioccolato – 1 bustina di lievito. Mescolare bene gli ingredienti e infornare per 40-50 minuti a 180°C. Spolverizzare con zucchero a velo quando la torta è ormai fredda.

 
Ringrazio di cuore tutte le lettrici che mi hanno sostenuto con il loro incoraggiamento.



lunedì 2 marzo 2015

SOAP OPERA “PASSIONE MONDIALE” – SESTA E ULTIMA PUNTATA


La mia vita è stata ricca, non di soldi ma di amore. Con fatica ho rilevato la panetteria dei miei genitori e Pasqualino l’officina meccanica del padre. Abbiamo fatto tanti sacrifici ma siamo stati ricompensati da quattro bei figli, buoni e studiosi e i primi due ci hanno già resi nonni. Quattro figli? Ho avuto paura quando il ginecologo mi annunciò un’altra gravidanza: 38 anni mi sembravano troppi per diventare ancora madre.  Ma la medicina aveva fatto passi da gigante, eravamo nel 1986 e mi sottoposi all’ecografia, scoprendo che sarebbe nata un’altra femminuccia. Mia suocera mise in campo una strenua battaglia per far sì che questa figlia avesse il suo nome, più che altro per farmi dispetto, penso. Era ormai ultranovantenne, malata e un po’ tocca: perché non accontentarla? La piccola Bruna porta orgogliosa il suo nome e il suo caratterino battagliero che ha permesso alla nostra panetteria di prosperare e ingrandirsi, dando lavoro a tutte e tre le mie figlie, mentre Luca si occupa con grande impegno dell’officina che era del nonno e del padre.  Ecco, la mia storia è tutta qui. E’ fatta di niente. O di tutto. 

                                 FINE DELLA PUNTATA E DELLA SOAP!