TRADUTTORE

giovedì 26 dicembre 2013

TOAST RICCO AL FORNO

Toast ricco al forno
Porto di Ancona. Nave gremita di svariata umanità, ci rifugiamo nelle nostre cabine. Dopo diciannove ore di traversata, comunque tranquilla, Igoumenitsa ci accoglie assolata. Il cielo azzurro ci accompagna per tutto il viaggio e, dopo una breve sosta per il pranzo nella cafeteria “Spesial” di Maria, siamo finalmente arrivati. I nonni non si capacitano di aver attraversato quasi completamente una nazione, spalancano gli occhi al cielo azzurrissimo e assorbono il verde degli ulivi che si distendono fin oltre lo sguardo. Appena raggiunta l’età della pensione i miei genitori si sono concessi qualche soggiorno all’estero con il gruppo anziani del Comune ma sono anni ormai che non si allontanano di così tanti chilometri da casa. Hanno entrambi superato la settantina ma per me sono sempre giovani e in forze, vorrei condividere con loro tutto quello che non mi è stato possibile quando ero giovane. Mentre il con-sorte è concentrato alla guida illustro loro le caratteristiche del paesaggio, racconto aneddoti accaduti in questo o quel tratto di strada, attiro la loro attenzione sui voli dei rapaci che ci accompagnano per brevi tratti. La vecchia chiave gira facilmente nella toppa, la nostra casetta in pietra ci accoglie piena della luce pomeridiana. 

In poco tempo riusciamo a scaldarne gli spessi muri, aiutata dall’esperienza materna in breve tempo predispongo letti, sistemo biancheria e preparo la cena. Il frigorifero contiene solo quello che abbiamo portato dall’Italia ma riesco comunque a organizzare un piatto simpatico e saporito. Grazie a una ricetta pescata dal sito La Cucina di D(al quale collaboro anche io), dispongo gli ingredienti sul tavolo da lavoro: pan carré, prosciutto cotto, formaggio che fonde, uova e salsa di pomodoro. Ungo una teglia e la rivesto con le fette di pan carré senza lasciare spazi vuoti. Copro con le fette di prosciutto cotto e con quelle di formaggio, spargo un po’ di feta fresca grattugiata; faccio un altro strato con prosciutto e pane. Sbatto due uova con un pizzico di sale e le distribuisco uniformemente sulla superficie dei toast. Metto la teglia in forno caldo a 180° fino a che il pane è dorato, poi cospargo con salsa di pomodoro e una spolverata di basilico. Rimetto in forno per altri dieci minuti e ….tutti a tavola!!!



venerdì 20 dicembre 2013

RISOTTO ALL'ARANCIA E TALEGGIO

Risotto arancia e taleggio
 Il numero della compagnia di navigazione appare sullo schermo del mio telefono. Il cuore prende a battere all’impazzata. La Cassandra che c’è in me avverte che questa chiamata, a solo una settimana alla partenza, non è foriera di buone notizie. “Mi spiace signora ma la nave del ritorno è stata cancellata”. Come cancellata? Pochi giorni ci separano dalla nostra casetta in pietra; borse, valigie, pacchi, pandori e panettoni sono in attesa di essere stipati sul capace “furgoncin”; l’unica alternativa alla cancellazione è ridurre drasticamente il soggiorno. Ma non se ne parla proprio!!! Sfodero tutto il coraggio e la forza di persuasione maturata in anni di addetta alle vendite e, dopo tre giorni di trattative, riesco a spuntare il viaggio di rientro con un’altra compagnia, nel giorno prestabilito, senza sborsare un euro in più. 
Risotto arancia e taleggio
 
I nonni sono all’oscuro dello scampato pericolo. Eh sì, questa volta anche loro fanno parte dell’equipaggio. Dopo anni di insistenza finalmente si sono concessi una vacanza più lontano del solito, tranquillizzante e noioso paesino collinare. Il Tatone è in fibrillazione e ha compilato un elenco lunghissimo dei luoghi che intende mostrare ai suoi adorati nonni. Ha già iniziato a spiegare loro usi e costumi locali, a immaginare passeggiate e corroboranti soste nei kafenion e nelle taverne più golose. Le previsioni del tempo ci confortano: sole, poco vento, media di 15 gradi. Non male. 
 
Festeggiamo la conferma del nostro viaggio con un risotto morbido e profumato. Sfogliando il blog ricettario mi lascio ispirare: metto la casseruola sul fuoco, verso un cucchiaio di olio evo e rosolo uno spicchio di aglio. Unisco il riso e lo faccio tostare per qualche minuto. Innaffio con del vino bianco, lascio sfumare e porto a cottura il riso con il brodo vegetale, alla maniera tradizionale. Quando mancano pochi minuti alla cottura verso il succo e la scorza di un’arancia. Aggiungo una generosa dose di taleggio tagliato a cubettini, profumo con sale e pepe. Mescolo accuratamente per amalgamare gli ingredienti, copro e lascio riposare per qualche minuto.
Kalò taxìdi!
 

mercoledì 18 dicembre 2013

GNOCCHI DI RICOTTA E BASILICO

Gnocchi di ricotta e basilico
Giorni di vacanza prima delle vacanze. Ferie “obbligate” per esaurire il monte-ore prima dello scoccare del 31 dicembre. Mai obbligo mai fu più piacevole. Complice la nebbia e il freddo mi rifugio tra le mura del blog-posticino, cucino, lavoro all’uncinetto, penso e scrivo. Non ho voglia di uscire, non ne sento il bisogno, il resto del mondo non mi manca. I miei amori sono qui: il Tatone mi raggiunge dopo la scuola, l’adorato con-sorte si precipita a casa dopo le fatiche quotidiane. Le gatte si godono la mia compagnia facendo a gara per accaparrarsi le mie ginocchia e le coccole. La pratica yoga del mattino è accompagnata dalle loro fusa, i loro sguardi magnetici osservano perplessi le asana, sembrano sorridere mentre cerco di mantenere l’equilibrio nella posizione dell’albero. L’energia mi accompagna durante tutta la giornata, sostenendomi nelle incombenze domestiche e mentre mi dedico ai miei hobby. Naturale riservare qualche attenzione in più alla cucina.
Gnocchi spadellati
Sfogliando il blog di Carmen, uno dei miei preferiti, ho trovato questa ricetta per preparare golosissimi gnocchi di ricotta e basilico. Ho tritato nel mixer 1 manciata di foglie di basilico (per fortuna ne avevo nel freezer, congelato quest’estate!) con 100 gr di parmigiano grattugiato. Ho aggiunto 250 gr di ricotta, 200 gr di  farina, sale e noce moscata lavorando fino a ad ottenere un impasto liscio e compatto. Da piccoli pezzi di impasto ho ricavato dei cilindretti che ho tagliato a tocchetti di circa 2 cm e li ho passati rapidamente in un velo di farina.  Non ho fatto i riccioli con la forchetta come dice la mia amica perché … non sono capace! Li ho tuffati in acqua bollente e salata e appena hanno raggiunto la superficie li ho conditi con sugo di pomodoro. Che dire? Grazie Carmen!

lunedì 16 dicembre 2013

Caffè delle Donne Shop


ARTESANUM
Ci ho pensato. Ho valutato. Ho cercato nella rete. E ho deciso: ARTESANUM. Grazie all’opportunità offerta da questo portale ho concretizzato il desiderio di aprire una piccola vetrina on-line dove esporre le mie creazioni all’uncinetto. Il crochet è la mia passione e il mio antidoto allo stress della quotidianità.  Da bambina ho voluto imparare dalla mamma e dalla nonna i segreti di uncinetto & affini. Abbandonati nella borsa del lavoro per anni, li ho riscoperti da poco, dando vita alla mia creatività. Queste la parole per presentare il piccolo mondo fatto di filati, gomitoli, schemi e colori. Ho ritrovato i giornali della mia infanzia e ho dato libero sfogo alla fantasia, mescolando tecniche e idee. Per chi volesse esaudire un desiderio, regalare un piccolo cadeau, realizzare bomboniere, i prezzi assolutamente accessibili. La vetrina verrà implementata di giorno in giorno, appena i nuovi progetti saranno pronti e fotografati. Un grazie anticipato a tutte coloro che vorranno venirmi a trovare anche là, nel nostro Caffè delle Donne Shop, già intitolato C d D Shop
C d D Shop

martedì 10 dicembre 2013

CASSANDRA, GALEOTTO E LA CIAMBELLA

Faenza, 28 gennaio 1482
Galeotto, mio amato, ti giunga con questa mia tutto l’amore che provo per te. La cella che le Sorelle mi hanno destinato è grande e luminosa, l’unica con due finestre. Una affaccia sul chiostro, l’altra sulla vallata che si apre proprio sotto il convento. Il cibo è buono anche se non troppo abbondante; perderò in poco tempo le morbide curve che con voluttà accarezzavi sotto le coltri, nella nostra alcova, con il fuoco che scoppiettava nel camino e che rischiarava e riscaldava le mura ghiacciate dalle intemperie invernali.  Stare lontana da te, dal conforto delle tue forti braccia, mi fa sanguinare il cuore. Il vociare allegro dei nostri due bambini non è sufficiente a rasserenare il mio animo. Le Sorelle mi invitano alla preghiera e alla meditazione ma ogni volta che mi inginocchio è solo a te che penso, a quanto tempo passerà prima che potrai trascorrere qualche ora con me, con noi. I piccoli mi chiedono perché abbiamo lasciato la nostra casa, perché il babbo non arriva come ogni sera…e io non so come consolarli. Che dire loro? Come spiegare a due innocenti creature la ragion di Stato che ti ha costretto a sposare una donna feroce, allontanando me, la tua amatissima Cassandra, chiedendo per me asilo in questo convento camaldolese? Inconsolabile, così mi sento. Mi manchi, dolcissimo mio amato; la tua voce,  i tuoi pensieri, i tuoi abbracci, sono linfa vitale che, sottrattami, rende sterile il mio corpo e la mia anima. Il dolore è sì grande che mi sento mancare. Ieri, dopo il Vespro, le Sorelle mi hanno trovata senza sensi nella stanza del cucito. Mi hanno soccorsa, portata nella mia cella, ristorata con un infuso e un pezzo di ciambella dolce, normalmente riservata alla Madre Superiora. Galeotto, amato mio, non ho mai assaggiato una squisitezza di tal guisa. Friabile, gentilmente dolce, dal profumo inebriante. Stanotte ho sognato la nostra tavola imbandita, i resti della cena ancora nei piatti, e questa ciambella ad allietare i nostri palati. Portavo alla tua bocca piccoli bocconi dolci, tu lambivi avidamente le mie dita con le tue labbra carnose e calde. Oh Galeotto, mio amatissimo, vieni presto a me. Riportami nella nostra casa e rendimi partecipe della tua vita. Possa tu vivere a lungo e in salute per realizzare presto questo nostro sogno d’amore.
Per sempre tua,
                                                                                                      Cassandra



Cassandra e Galeotto
Cassandra e Galeotto. Una storia d’amore lontana nel tempo, attualissima nella sua drammaticità. La ragion di Stato che prevale sui sentimenti, i due amanti che cercano un escamotage per non rinunciare al loro amore. I faentini, chiamati anche “Manfredi” in onore del casato del loro amatissimo signore, ricordano nelle loro famose ceramiche questa vicenda di cuore e sangue. 
La Vecchia Faenza
La gentilissima signora Laura Silvagni, ceramista e titolare del laboratorio La Vecchia Faenza, produce ogni pezzo rigorosamente a mano, riproducendo i disegni dell’epoca; particolarmente care agli amanti di queste maioliche sono le penne di pavone: Cassandra era appunto detta “La Pavona” dal nome del suo casato. La vicenda amorosa di Galeotto Manfredi e Cassandra Pavoni è reale mentre la lettera pubblicata è frutto unicamente della mia fantasia, scritta in onore dei settecento anni dalla salita al potere dei Manfredi a Faenza che ricorrono proprio quest’anno.
Tortiera
Certificato di garanzia

Vi lascio la ricetta della ciambella dolce, che tanto ha ispirato l’innamorata Cassandra la quale, dopo qualche mese, scoprì di essere in attesa del terzo figlio di Galeotto. In una capace ciotola mescolare 350 gr farina – 150 gr fecola – 280 gr zucchero – 100 gr burro – 100 gr margarina – 3 uova intere – la scorza grattugiata di 1 limone – 1 bustina di lievito. Se l’impasto risultasse troppo duro aggiungere un po’ di latte. Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocerlo a 190°C per 30 min. A torta fredda mettere il dolce su un bel piatto da portata e cospargerlo di zucchero semolato.
Tortiera
  
Ciambella esaltata dalla splendida tortiera




Fetta di ciambella



venerdì 6 dicembre 2013

SEGNALIBRO ALL'UNCINETTO

Una diversa dall’altra. Le nostre due gatte caratterialmente sono proprio agli antipodi.Clara, la grande per età ma non certo per dimensione, ama farsi coccolare acciambellandosi sulle nostre ginocchia, esprimendo fusa sonore ed emettendo gridolini di piacere quando riesce a spalmarsi completamente contro il corpo del prescelto. 
Segnalibro all'uncinetto
Le piace stare sotto le coperte, infilarsi nei giacconi abbandonati sul letto o sul divano, la pila dei panni stirati è l’angolino perfetto per un sonnellino. Mentre noi ceniamo lei dorme placidamente sulla spalliera del divano, disdegnando, per fortuna, il nostro cibo. Vicki, la piccolina di casa, ha un appetito formidabile e sfodera il suo sguardo sornione per ottenere bocconcini di pane di cui è ghiotta. 
altra versione di segnalibro
Adora il caldo, per cui si è accaparrata la poltrona più vicina al camino, mentre di notte si accontenta di dormire sui miei piedi. Il suo dispetto preferito? Allungarsi sul quotidiano che sto leggendo. In quel momento si lascia coccolare, accarezzare, lisciare il suo morbidissimo mantello. Ma i baci no! Quelli non li sopporta. Se riesco a scoccarne uno sulla sua testolina immediatamente corre a lavarsi. Non sia mai che venga contaminata dal mio odore! 

E’ la mia “trequartista” perché ha quel modo di guardarti piegando il musetto di lato, una sfida a resistere al suo fascino felino. Eccola qui, mentre cercavo di fotografare le ultime creazioni all’uncinetto. La micina, appena sentito il fruscio della carta stampata, si è precipitata sul “set” appena allestito! Ma come si fa a non mangiarla di baci?  

mercoledì 4 dicembre 2013

SALAME DI CIOCCOLATO PER UN GIVEAWAY

Navigo, veleggio, solco il mare virtuale della rete. Spesso la rotta è mirata a blog “amici”, altre è puramente random. Mi lascio trascinare dalla corrente, talvolta le mie manovre sono maldestre ma destreggiarmi tra i flutti mi fa scoprire nuovi panorami. Inconsueti modi di leggere la vita, curiose sfumature, singolari prospettive.  Sono approdata solo in questi giorni nel blog di Araba Felice e mi sono chiesta come mi sia potuto passare inosservato visto il numero di follower e delle iniziative di cui è protagonista.
Araba Felice
Partecipo quindi volentieri al suo Giveaway (il quarto!) e, visto il suo grande amore per cioccolato & affini, le dedico il salame di cioccolato preparato secondo la ricetta della mia mamma: In una terrina lavorare 100 gr di burro morbido con 50 gr di zucchero, unire 2 tuorli d’uovo e 150 gr di cacao zuccherato. Aggiungere 50 gr di amaretti e 50 gr di biscotti secchi sbriciolati e liquore a piacere. Formare un salame da avvolgere nella pellicola e lasciare in frigorifero  per almeno 2 ore prima di affettarlo.
Salame di cioccolato



lunedì 2 dicembre 2013

COSCE DI POLLO ORIENTALI

La stagione tennistica è ripartita e il mio cuore si ferma. Ogni volta che il Tatone è al turno di battuta chiudo gli occhi per poi riaprirli appena sento il colpo di risposta dell’avversario. Voleé, top spin, lob, break point: il Tatone cerca pazientemente di spiegarmi i punteggi, le tecniche, i termini, ma questo lessico nuovo mi rimane ancora oscuro. Capisco chi si è accaparrato il punto e tanto basta! Ogni game (beh sì, questa la so!) mi provoca enorme emozione, tremori e palpitazioni. Ogni volta mi dico “la prossima rimango a casa” ma poi non posso fare a meno di essere lì, palpitare e gioire, tifare e ridere. La parte che preferisco? Quando, alla fine della partita, i due giocatori si avvicinano alla rete e si stringono la mano, i più sportivi facendosi rispettivamente i complimenti. E’ questo che insegnano fin da piccoli ai novelli tennisti ed è bellissimo. Il Tatone ha disputato il primo torneo della stagione classificandosi al quarto posto e conquistando così la promozione alla categoria superiore. I prossimi avversari saranno particolarmente agguerriti ma intanto ci godiamo tutti insieme questa piccola vittoria.
Cosce di pollo orientali
Ci vuole qualcosa di caldo, che ci avvolga con i suoi aromi, colorato e gioioso. Un vero “comfort food” per festeggiare. Insieme ai miei genitori ci gustiamo le cosce di pollo orientali: ho fatto rosolare le cosce di pollo in padella con un po’ di olio. Ho fatto sciogliere una bustina di zafferano in poca acqua calda e l’ho messa in padella con mezzo cucchiaino di zenzero. Ho aggiunto una cipolla tagliata a fettine e profumato con cannella, coriandolo, noce moscata, sale e pepe. Ho fatto cuocere con il coperchio per 40 minuti, aggiungendo del brodo vegetale. Trascorso questo tempo ho messo in padella  3 cucchiai di miele, e 2 pere tagliate a spicchi, proseguendo la cottura fino a che le pere sono diventate morbide. Ovviamente per la nonna ne ho preparato una versione senza cipolla, altrimenti sarebbe rimasta senza cena!

Con questa ricetta pertecipo al contest “Comfort Food” de La Cucina delle Streghe



venerdì 29 novembre 2013

LIQUORE AL CAFFE'

Liquore al caffè
Il Tatone desidera sempre preparare i regali di Natale personalizzati per nonni e zii. Negli anni della scuola materna abbiamo consumato quintali di pongo per creare oggettini a tema. Alle elementari è stato colto dal fuoco sacro della cucina per cui sali e olii aromatici a iosa. E al liceo? Ci siamo dati all’alcool!!! Abbiamo recuperato la vecchia agenda della nonna, dove lei ripone ricette di tutti i tipi e colori, ritagliate da riviste di cucina e di gossip. Di tutte le forme e dimensioni, incollate alla bell’e meglio un po’ con lo scotch, un po’ con la colla, hanno reso quell’agenda un’enorme quaderno rigonfio, con foglietti e bigliettini che scappano da ogni pagina. 

agenda della nonna

Trovare la sezione “liquori” non è stato semplice. Per analogia l’abbiamo cercata dopo la voce “marmellate e conserve” ma abbiamo miseramente fallito. Perché? La nonna, avendo qualche pagina ancora libera tra i contorni, ha infilato i suoi appunti lì in mezzo. Facile e intuitivo, no? Ma la nonna è famosa per le sue catalogazioni. Dove pensate che si trovi il numero di telefono di sua cognata Piera? Sotto la zeta. Di zia! (ovviamente sua cognata è mia zia!).
 Tra le varie proposte che l’agenda della nonna ha offerto ne abbiamo scelta una semplice e già sperimentata: il liquore al caffè. Le dosi sono le seguenti: 2,5 etti di alcool – 4 etti di zucchero – 7 tazze di caffè molto ristretto. Dopo aver fatto il caffè metterlo in una zuppiera e aggiungere lo zucchero, girando per farlo sciogliere.


Quando sarà freddo aggiungere l’alcool. Mescolare bene e mettere in bottiglia.


Con questa idea partecipiamo (il plurale è d’obbligo!) al contest di Cucina Verde Dolce e Salata “E tu? Cosa metti sotto l’albero?”





martedì 26 novembre 2013

GATEAU DI PATATE

Stanca. Mortalmente stanca. E non riesco a stare ferma mai. Zampetto come una forsennata tra lavoro, casa, palestra, blog. Il giorno di riposo mi vede saettare da una stanza all’altra per far brillare la nostra casetta trascurata da una settimana di orari lavorativi impossibili. Il divano mi accoglie benevolo a fine giornata, accompagnandomi al sonno appena poso le terga sui cuscini. Ultimamente anche le poltrone del cinema riescono in questo intento: sarà colpa delle pellicole soporifere o della troppa fatica accumulata?
Gateau di patate
Ieri sera la mia mamma ci ha invitato a cena così, appena terminato il turno serale, ho raggiunto i miei tesori che già mi stavano aspettando lì. Mi ha accolto un tepore profumato di cucina e amore, talmente intenso da farmi spuntare le lacrime agli occhi. La mia mamma ha preparato uno dei miei piatti preferiti: il gateau di patate o gattò, come scrive lei nel suo ricettario. Ha lessato 1,2 kg di patate e le ha schiacciate. Ha aggiunto 60 gr di burro, 50 gr di grana grattugiato e 25 gr di pecorino, anch’esso grattugiato. Ha tagliato a listarelle  100 gr di prosciutto crudo e le ha unite alla purea di patate con 2 cucchiai di latte e 2 cucchiai di prezzemolo tritato. Ha poi aggiunto 3 uova, preventivamente sbattute,  e ha regolato di sale e pepe. Ha coperta una teglia con della carta forno, ci ha versato metà del composto, livellandolo bene. Ha coperto la superficie con 100 gr di mozzarella di bufala tagliata a dadini e asciugata su carta assorbente e 100 gr di scamorza affumicata tagliata a dadini. Infine ha versato il composto di patate avanzato e ha cotto in forno a 200° per 35-40 minuti.

Gateau di patate
Dedico questa ricetta al blog Cucina e Cantina che ne propone una versione decisamente più light. Ma questa è la ricetta originale della mia mamma e come tale…è la migliore!

domenica 24 novembre 2013

TORTA CIOCORICOTTA

Non dirò bugie e non indorerò i miei ricordi perché nel web si usa così. Durante la mia infanzia la domenica era il giorno peggiore della settimana. Dopo la Santa Messa, appuntamento immancabile pena il fuoco eterno, ecco il pranzo domenicale, a casa nostra o da questo o quel parente, rigorosamente a base di carne. Coniglio in umido, nella migliore delle ipotesi, o, ahimè, fagiano alla cacciatora. E da qui la mia idiosincrasia per la carne, in special modo la selvaggina! Nel pomeriggio l’emicrania mi faceva puntualmente visita, causata forse da una digestione faticosa al pensiero del povero coniglietto che veniva maciullato dal mio stomaco.
Torta Cioccoricotta
Preferivo di gran lunga i pasti settimanali a base di semplici minestre o risotti, tanta verdura e poca carne.
Mi rifacevo con i dolci, non mancavano mai al desco domenicale. Alcune zie erano decisamente cuoche migliori di altre: ricordo la torta alle noci e amaretti, odiata a causa della mia allergia, la torta dell'amicizia della nonna P., e la “torta biscotto” chiamata così perché la zia in questione aveva la mania di stracuocerla fino a rendere la frolla biscottata. Tra le mie preferite c’era (e c’è) la ciocoricotta della zia N. (in realtà era cugina di mia mamma ma fin da piccola l’ho sempre chiamata zia…ma questa è un’altra storia). L’ingrediente preferito della zia N. era la ricotta per cui ogni suo dolce era arricchito da questo ingrediente. Preparava una frolla tradizionale con 250 gr di farina, 120 gr di burro, 120 gr di zucchero e 2 uova. Metteva l’impasto in frigorifero a riposare per almeno mezz’ora. Nel frattempo preparava la farcitura con 250 gr di ricotta, 1 uovo, 4 cucchiai di zucchero e 4 di cacao amaro. Dopo aver steso la frolla nella teglia imburrata e infarinata (adesso si usa la carta forno!) la riempiva con la farcia preparata e cuoceva in forno a 170° per 30 minuti. A me piace servirla così: con le scorzette di arancia candite.

Fetta di torta cioccoricotta
Con questa ricetta partecipo al contest de Le Cosine BuoneI dolci della domenica
 

giovedì 21 novembre 2013

BABBUCCE ALL'UNCINETTO

Immettibili. Obbligatorio catalogarle così: lana logorata dall’uso e dai continui lavaggi, bianco smarrito nonostante i ripetuti ammolli con prodotti specifici, buchi che sempre più spesso sia aprono nella trama. Eppure ci sono affezionata, e tanto. Questo è l’ultimo paio di calzini di lana confezionati per me da mia suocera. Caldi e teneri, di lana bianca e rosa, perfetti per i miei piedi nonostante non abbia mai avuto bisogno di misurarmeli. E’ venuto il momento di riporli nel cassetto dei ricordi se non voglio sfibrarli completamente.
Babbucce azzurre
 I calzini di spugna non sono altrettanto caldi, a quelli di lana manca il tocco artigianale che mi avvolge le estremità con tenerezza. Tra la miriade di siti e blog che insegnano come realizzare pedalini ai ferri e all’uncinetto scelgo Creare per Hobby che gentilmente mi ha inviato il tutorial per tricottare le mie prime “babbuccette”. Non sono riuscita ad aspettare il giorno di mercato, ho utilizzato due gomitoli che avevo già in casa. Forse avrei dovuto usarla doppia ma…se non mi fosse bastata la lana? In fondo la consistenza è quella giusta, il mio obiettivo era realizzare quasi delle calzine da poter infilare comunque nei birken. Ecco perché non ho applicato fiori tridimensionali! Ma la soddisfazione è stata tale che mi cimenterò con altre versioni e… anche con altri progetti!

Babbuccette

http://creareperhobby.blogspot.it/

lunedì 18 novembre 2013

“I PIACERI DELLA CARNE”: PDF ON LINE!

Limitate. Le mie conoscenze informatiche sono sempre sotto il livello della sufficienza. Il desiderio di condividere il PDF contenente le ricette del primo contest “I Piaceri della Carne” è stato la leva che ha alzato il mio standard. Ho chiesto, letto, studiato. Alla fine è stato più semplice del previsto. Grazie anche all’aiuto del Tatone cliccando qui troverete il file che raccoglie le 40 proposte delle blogger che hanno partecipato. E in ogni momento vi potrete accedere semplicemente cliccando sul banner in home page.



Una piccola conquista che ha il sapore di una grande vittoria. Sono molto grata a tutte le persone che, molto generosamente, condividono sul web la loro preparazione, mettendola a disposizione di chi, come me,  ne è carente.

In anticipo sul Natale, un modesto cadeau per chi ne fosse interessato. Con. 

domenica 17 novembre 2013

TOMINI RIPIENI

Tomini ripieni
Complice l’ultima giornata di sole di questo autunno stranamente mite, il con-sorte mi regala una gita nella campagna romagnola. Sa quanto ami bearmi della natura, delle terre ordinatamente coltivate, dei morbidi profili di queste colline. Ma soprattutto sa quanto mi appaghi passeggiare mano nella mano, godendo della sua voce e del suo sapere, illuminandomi per gli scorci che amorevolmente mi segnala. In queste occasioni divento la bambina felice  che non sono mai stata, scatto centinaia di foto, tutte uguali eppure diverse, non mi stanco di camminare, salire e scendere, curiosare e annusare.
Via degli Asini
Esterno Via degli Asini
La nostra meta è Brisighella, piccolo borgo medievale nella valle del Lamone. I miei occhi si riempiono di stupore nel percorrere l’antica Via degli Asini, antico baluardo difensivo e ora sede di alloggi. Le mie gambe si lamenteranno domani ma ora percorrono agilmente i numerosi gradini che portano alla Rocca, edificio militare tra Medioevo e Rinascimento, e poi alla Torre dell’Orologio.
Torre dell'Orologio

La Torre
Ricchissimo l’artigianato locale, golosi i prodotti di questa terra generosa. Rientriamo solo nel tardo pomeriggio, soddisfatti e paghi di una giornata trascorsa in serenità, scaldati dal sole e dai colori autunnali. Non abbiamo molto appetito per cui ci accontentiamo di tre semplici tomini ripieni. Tagliare in due i tomini, farcirli con una fetta di ottimo speck e uno spicchio di pera. Salare, pepare e un giro veloce sotto il grill li renderà ghiotti e stuzzicanti. Con.

Tomini ripieni