Faenza, 28 gennaio 1482
Galeotto, mio amato, ti giunga
con questa mia tutto l’amore che provo per te. La cella che le Sorelle mi hanno
destinato è grande e luminosa, l’unica con due finestre. Una affaccia sul
chiostro, l’altra sulla vallata che si apre proprio sotto il convento. Il cibo
è buono anche se non troppo abbondante; perderò in poco tempo le morbide curve
che con voluttà accarezzavi sotto le coltri, nella nostra alcova, con il fuoco
che scoppiettava nel camino e che rischiarava e riscaldava le mura ghiacciate
dalle intemperie invernali. Stare
lontana da te, dal conforto delle tue forti braccia, mi fa sanguinare il cuore.
Il vociare allegro dei nostri due bambini non è sufficiente a rasserenare il
mio animo. Le Sorelle mi invitano alla preghiera e alla meditazione ma ogni volta
che mi inginocchio è solo a te che penso, a quanto tempo passerà prima che
potrai trascorrere qualche ora con me, con noi. I piccoli mi chiedono perché
abbiamo lasciato la nostra casa, perché il babbo non arriva come ogni sera…e io
non so come consolarli. Che dire loro? Come spiegare a due innocenti creature
la ragion di Stato che ti ha costretto a sposare una donna feroce, allontanando
me, la tua amatissima Cassandra, chiedendo per me asilo in questo convento
camaldolese? Inconsolabile, così mi sento. Mi manchi, dolcissimo mio amato; la
tua voce, i tuoi pensieri, i tuoi
abbracci, sono linfa vitale che, sottrattami, rende sterile il mio corpo e la
mia anima. Il dolore è sì grande che mi sento mancare. Ieri, dopo il Vespro, le
Sorelle mi hanno trovata senza sensi nella stanza del cucito. Mi hanno
soccorsa, portata nella mia cella, ristorata con un infuso e un pezzo di
ciambella dolce, normalmente riservata alla Madre Superiora. Galeotto, amato
mio, non ho mai assaggiato una squisitezza di tal guisa. Friabile, gentilmente
dolce, dal profumo inebriante. Stanotte ho sognato la nostra tavola imbandita,
i resti della cena ancora nei piatti, e questa ciambella ad allietare i nostri
palati. Portavo alla tua bocca piccoli bocconi dolci, tu lambivi avidamente le mie
dita con le tue labbra carnose e calde. Oh Galeotto, mio amatissimo, vieni
presto a me. Riportami nella nostra casa e rendimi partecipe della tua vita.
Possa tu vivere a lungo e in salute per realizzare presto questo nostro sogno
d’amore.
Per sempre tua,
Cassandra
Cassandra e Galeotto |
Cassandra e Galeotto. Una storia d’amore lontana
nel tempo, attualissima nella sua drammaticità. La ragion di Stato che prevale
sui sentimenti, i due amanti che cercano un escamotage per non rinunciare al
loro amore. I faentini, chiamati anche “Manfredi” in onore del casato del loro
amatissimo signore, ricordano nelle loro famose ceramiche questa vicenda di
cuore e sangue.
La Vecchia Faenza |
La gentilissima signora Laura Silvagni, ceramista e titolare
del laboratorio La Vecchia Faenza,
produce ogni pezzo rigorosamente a mano, riproducendo i disegni dell’epoca;
particolarmente care agli amanti di queste maioliche sono le penne
di pavone: Cassandra era appunto detta “La Pavona” dal nome del suo casato.
La vicenda
amorosa di Galeotto Manfredi e Cassandra Pavoni è reale mentre la lettera
pubblicata è frutto unicamente della mia fantasia, scritta in onore dei
settecento anni dalla salita al potere dei Manfredi a Faenza che ricorrono
proprio quest’anno.
Tortiera |
Certificato di garanzia |
Vi lascio la ricetta della ciambella dolce, che tanto ha ispirato l’innamorata Cassandra la
quale, dopo qualche mese, scoprì di essere in attesa del terzo figlio di
Galeotto. In una capace ciotola mescolare 350 gr farina – 150 gr fecola – 280 gr
zucchero – 100 gr burro – 100 gr margarina – 3 uova intere – la scorza grattugiata
di 1 limone – 1 bustina di lievito. Se l’impasto risultasse troppo duro
aggiungere un po’ di latte. Versare il composto in una teglia imburrata e
infarinata e cuocerlo a 190°C per 30 min. A torta fredda mettere il dolce su un
bel piatto da portata e cospargerlo di zucchero semolato.
Tortiera |
Ciambella esaltata dalla splendida tortiera |
Fetta di ciambella |
Storia e ceramiche affascinanti!
RispondiEliminaMa grazie per questa splendida storia!! E anche per la ciambella!!
RispondiEliminaAdoro leggerti, i tuoi racconti sono sempre trasportanti!!!
RispondiEliminaSplendide le ceramiche di Faenza, spettacolare e sofficiosa la tua ciambella!!
Un mega bacio e a presto
Carmen
Brava a scrivere e brava con le ricette! La ciambella ha proprio un bell'aspetto,
RispondiEliminaviene voglia di assaggiarla!
Laura