TRADUTTORE

giovedì 26 dicembre 2013

TOAST RICCO AL FORNO

Toast ricco al forno
Porto di Ancona. Nave gremita di svariata umanità, ci rifugiamo nelle nostre cabine. Dopo diciannove ore di traversata, comunque tranquilla, Igoumenitsa ci accoglie assolata. Il cielo azzurro ci accompagna per tutto il viaggio e, dopo una breve sosta per il pranzo nella cafeteria “Spesial” di Maria, siamo finalmente arrivati. I nonni non si capacitano di aver attraversato quasi completamente una nazione, spalancano gli occhi al cielo azzurrissimo e assorbono il verde degli ulivi che si distendono fin oltre lo sguardo. Appena raggiunta l’età della pensione i miei genitori si sono concessi qualche soggiorno all’estero con il gruppo anziani del Comune ma sono anni ormai che non si allontanano di così tanti chilometri da casa. Hanno entrambi superato la settantina ma per me sono sempre giovani e in forze, vorrei condividere con loro tutto quello che non mi è stato possibile quando ero giovane. Mentre il con-sorte è concentrato alla guida illustro loro le caratteristiche del paesaggio, racconto aneddoti accaduti in questo o quel tratto di strada, attiro la loro attenzione sui voli dei rapaci che ci accompagnano per brevi tratti. La vecchia chiave gira facilmente nella toppa, la nostra casetta in pietra ci accoglie piena della luce pomeridiana. 

In poco tempo riusciamo a scaldarne gli spessi muri, aiutata dall’esperienza materna in breve tempo predispongo letti, sistemo biancheria e preparo la cena. Il frigorifero contiene solo quello che abbiamo portato dall’Italia ma riesco comunque a organizzare un piatto simpatico e saporito. Grazie a una ricetta pescata dal sito La Cucina di D(al quale collaboro anche io), dispongo gli ingredienti sul tavolo da lavoro: pan carré, prosciutto cotto, formaggio che fonde, uova e salsa di pomodoro. Ungo una teglia e la rivesto con le fette di pan carré senza lasciare spazi vuoti. Copro con le fette di prosciutto cotto e con quelle di formaggio, spargo un po’ di feta fresca grattugiata; faccio un altro strato con prosciutto e pane. Sbatto due uova con un pizzico di sale e le distribuisco uniformemente sulla superficie dei toast. Metto la teglia in forno caldo a 180° fino a che il pane è dorato, poi cospargo con salsa di pomodoro e una spolverata di basilico. Rimetto in forno per altri dieci minuti e ….tutti a tavola!!!



venerdì 20 dicembre 2013

RISOTTO ALL'ARANCIA E TALEGGIO

Risotto arancia e taleggio
 Il numero della compagnia di navigazione appare sullo schermo del mio telefono. Il cuore prende a battere all’impazzata. La Cassandra che c’è in me avverte che questa chiamata, a solo una settimana alla partenza, non è foriera di buone notizie. “Mi spiace signora ma la nave del ritorno è stata cancellata”. Come cancellata? Pochi giorni ci separano dalla nostra casetta in pietra; borse, valigie, pacchi, pandori e panettoni sono in attesa di essere stipati sul capace “furgoncin”; l’unica alternativa alla cancellazione è ridurre drasticamente il soggiorno. Ma non se ne parla proprio!!! Sfodero tutto il coraggio e la forza di persuasione maturata in anni di addetta alle vendite e, dopo tre giorni di trattative, riesco a spuntare il viaggio di rientro con un’altra compagnia, nel giorno prestabilito, senza sborsare un euro in più. 
Risotto arancia e taleggio
 
I nonni sono all’oscuro dello scampato pericolo. Eh sì, questa volta anche loro fanno parte dell’equipaggio. Dopo anni di insistenza finalmente si sono concessi una vacanza più lontano del solito, tranquillizzante e noioso paesino collinare. Il Tatone è in fibrillazione e ha compilato un elenco lunghissimo dei luoghi che intende mostrare ai suoi adorati nonni. Ha già iniziato a spiegare loro usi e costumi locali, a immaginare passeggiate e corroboranti soste nei kafenion e nelle taverne più golose. Le previsioni del tempo ci confortano: sole, poco vento, media di 15 gradi. Non male. 
 
Festeggiamo la conferma del nostro viaggio con un risotto morbido e profumato. Sfogliando il blog ricettario mi lascio ispirare: metto la casseruola sul fuoco, verso un cucchiaio di olio evo e rosolo uno spicchio di aglio. Unisco il riso e lo faccio tostare per qualche minuto. Innaffio con del vino bianco, lascio sfumare e porto a cottura il riso con il brodo vegetale, alla maniera tradizionale. Quando mancano pochi minuti alla cottura verso il succo e la scorza di un’arancia. Aggiungo una generosa dose di taleggio tagliato a cubettini, profumo con sale e pepe. Mescolo accuratamente per amalgamare gli ingredienti, copro e lascio riposare per qualche minuto.
Kalò taxìdi!
 

mercoledì 18 dicembre 2013

GNOCCHI DI RICOTTA E BASILICO

Gnocchi di ricotta e basilico
Giorni di vacanza prima delle vacanze. Ferie “obbligate” per esaurire il monte-ore prima dello scoccare del 31 dicembre. Mai obbligo mai fu più piacevole. Complice la nebbia e il freddo mi rifugio tra le mura del blog-posticino, cucino, lavoro all’uncinetto, penso e scrivo. Non ho voglia di uscire, non ne sento il bisogno, il resto del mondo non mi manca. I miei amori sono qui: il Tatone mi raggiunge dopo la scuola, l’adorato con-sorte si precipita a casa dopo le fatiche quotidiane. Le gatte si godono la mia compagnia facendo a gara per accaparrarsi le mie ginocchia e le coccole. La pratica yoga del mattino è accompagnata dalle loro fusa, i loro sguardi magnetici osservano perplessi le asana, sembrano sorridere mentre cerco di mantenere l’equilibrio nella posizione dell’albero. L’energia mi accompagna durante tutta la giornata, sostenendomi nelle incombenze domestiche e mentre mi dedico ai miei hobby. Naturale riservare qualche attenzione in più alla cucina.
Gnocchi spadellati
Sfogliando il blog di Carmen, uno dei miei preferiti, ho trovato questa ricetta per preparare golosissimi gnocchi di ricotta e basilico. Ho tritato nel mixer 1 manciata di foglie di basilico (per fortuna ne avevo nel freezer, congelato quest’estate!) con 100 gr di parmigiano grattugiato. Ho aggiunto 250 gr di ricotta, 200 gr di  farina, sale e noce moscata lavorando fino a ad ottenere un impasto liscio e compatto. Da piccoli pezzi di impasto ho ricavato dei cilindretti che ho tagliato a tocchetti di circa 2 cm e li ho passati rapidamente in un velo di farina.  Non ho fatto i riccioli con la forchetta come dice la mia amica perché … non sono capace! Li ho tuffati in acqua bollente e salata e appena hanno raggiunto la superficie li ho conditi con sugo di pomodoro. Che dire? Grazie Carmen!

lunedì 16 dicembre 2013

Caffè delle Donne Shop


ARTESANUM
Ci ho pensato. Ho valutato. Ho cercato nella rete. E ho deciso: ARTESANUM. Grazie all’opportunità offerta da questo portale ho concretizzato il desiderio di aprire una piccola vetrina on-line dove esporre le mie creazioni all’uncinetto. Il crochet è la mia passione e il mio antidoto allo stress della quotidianità.  Da bambina ho voluto imparare dalla mamma e dalla nonna i segreti di uncinetto & affini. Abbandonati nella borsa del lavoro per anni, li ho riscoperti da poco, dando vita alla mia creatività. Queste la parole per presentare il piccolo mondo fatto di filati, gomitoli, schemi e colori. Ho ritrovato i giornali della mia infanzia e ho dato libero sfogo alla fantasia, mescolando tecniche e idee. Per chi volesse esaudire un desiderio, regalare un piccolo cadeau, realizzare bomboniere, i prezzi assolutamente accessibili. La vetrina verrà implementata di giorno in giorno, appena i nuovi progetti saranno pronti e fotografati. Un grazie anticipato a tutte coloro che vorranno venirmi a trovare anche là, nel nostro Caffè delle Donne Shop, già intitolato C d D Shop
C d D Shop

martedì 10 dicembre 2013

CASSANDRA, GALEOTTO E LA CIAMBELLA

Faenza, 28 gennaio 1482
Galeotto, mio amato, ti giunga con questa mia tutto l’amore che provo per te. La cella che le Sorelle mi hanno destinato è grande e luminosa, l’unica con due finestre. Una affaccia sul chiostro, l’altra sulla vallata che si apre proprio sotto il convento. Il cibo è buono anche se non troppo abbondante; perderò in poco tempo le morbide curve che con voluttà accarezzavi sotto le coltri, nella nostra alcova, con il fuoco che scoppiettava nel camino e che rischiarava e riscaldava le mura ghiacciate dalle intemperie invernali.  Stare lontana da te, dal conforto delle tue forti braccia, mi fa sanguinare il cuore. Il vociare allegro dei nostri due bambini non è sufficiente a rasserenare il mio animo. Le Sorelle mi invitano alla preghiera e alla meditazione ma ogni volta che mi inginocchio è solo a te che penso, a quanto tempo passerà prima che potrai trascorrere qualche ora con me, con noi. I piccoli mi chiedono perché abbiamo lasciato la nostra casa, perché il babbo non arriva come ogni sera…e io non so come consolarli. Che dire loro? Come spiegare a due innocenti creature la ragion di Stato che ti ha costretto a sposare una donna feroce, allontanando me, la tua amatissima Cassandra, chiedendo per me asilo in questo convento camaldolese? Inconsolabile, così mi sento. Mi manchi, dolcissimo mio amato; la tua voce,  i tuoi pensieri, i tuoi abbracci, sono linfa vitale che, sottrattami, rende sterile il mio corpo e la mia anima. Il dolore è sì grande che mi sento mancare. Ieri, dopo il Vespro, le Sorelle mi hanno trovata senza sensi nella stanza del cucito. Mi hanno soccorsa, portata nella mia cella, ristorata con un infuso e un pezzo di ciambella dolce, normalmente riservata alla Madre Superiora. Galeotto, amato mio, non ho mai assaggiato una squisitezza di tal guisa. Friabile, gentilmente dolce, dal profumo inebriante. Stanotte ho sognato la nostra tavola imbandita, i resti della cena ancora nei piatti, e questa ciambella ad allietare i nostri palati. Portavo alla tua bocca piccoli bocconi dolci, tu lambivi avidamente le mie dita con le tue labbra carnose e calde. Oh Galeotto, mio amatissimo, vieni presto a me. Riportami nella nostra casa e rendimi partecipe della tua vita. Possa tu vivere a lungo e in salute per realizzare presto questo nostro sogno d’amore.
Per sempre tua,
                                                                                                      Cassandra



Cassandra e Galeotto
Cassandra e Galeotto. Una storia d’amore lontana nel tempo, attualissima nella sua drammaticità. La ragion di Stato che prevale sui sentimenti, i due amanti che cercano un escamotage per non rinunciare al loro amore. I faentini, chiamati anche “Manfredi” in onore del casato del loro amatissimo signore, ricordano nelle loro famose ceramiche questa vicenda di cuore e sangue. 
La Vecchia Faenza
La gentilissima signora Laura Silvagni, ceramista e titolare del laboratorio La Vecchia Faenza, produce ogni pezzo rigorosamente a mano, riproducendo i disegni dell’epoca; particolarmente care agli amanti di queste maioliche sono le penne di pavone: Cassandra era appunto detta “La Pavona” dal nome del suo casato. La vicenda amorosa di Galeotto Manfredi e Cassandra Pavoni è reale mentre la lettera pubblicata è frutto unicamente della mia fantasia, scritta in onore dei settecento anni dalla salita al potere dei Manfredi a Faenza che ricorrono proprio quest’anno.
Tortiera
Certificato di garanzia

Vi lascio la ricetta della ciambella dolce, che tanto ha ispirato l’innamorata Cassandra la quale, dopo qualche mese, scoprì di essere in attesa del terzo figlio di Galeotto. In una capace ciotola mescolare 350 gr farina – 150 gr fecola – 280 gr zucchero – 100 gr burro – 100 gr margarina – 3 uova intere – la scorza grattugiata di 1 limone – 1 bustina di lievito. Se l’impasto risultasse troppo duro aggiungere un po’ di latte. Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocerlo a 190°C per 30 min. A torta fredda mettere il dolce su un bel piatto da portata e cospargerlo di zucchero semolato.
Tortiera
  
Ciambella esaltata dalla splendida tortiera




Fetta di ciambella



venerdì 6 dicembre 2013

SEGNALIBRO ALL'UNCINETTO

Una diversa dall’altra. Le nostre due gatte caratterialmente sono proprio agli antipodi.Clara, la grande per età ma non certo per dimensione, ama farsi coccolare acciambellandosi sulle nostre ginocchia, esprimendo fusa sonore ed emettendo gridolini di piacere quando riesce a spalmarsi completamente contro il corpo del prescelto. 
Segnalibro all'uncinetto
Le piace stare sotto le coperte, infilarsi nei giacconi abbandonati sul letto o sul divano, la pila dei panni stirati è l’angolino perfetto per un sonnellino. Mentre noi ceniamo lei dorme placidamente sulla spalliera del divano, disdegnando, per fortuna, il nostro cibo. Vicki, la piccolina di casa, ha un appetito formidabile e sfodera il suo sguardo sornione per ottenere bocconcini di pane di cui è ghiotta. 
altra versione di segnalibro
Adora il caldo, per cui si è accaparrata la poltrona più vicina al camino, mentre di notte si accontenta di dormire sui miei piedi. Il suo dispetto preferito? Allungarsi sul quotidiano che sto leggendo. In quel momento si lascia coccolare, accarezzare, lisciare il suo morbidissimo mantello. Ma i baci no! Quelli non li sopporta. Se riesco a scoccarne uno sulla sua testolina immediatamente corre a lavarsi. Non sia mai che venga contaminata dal mio odore! 

E’ la mia “trequartista” perché ha quel modo di guardarti piegando il musetto di lato, una sfida a resistere al suo fascino felino. Eccola qui, mentre cercavo di fotografare le ultime creazioni all’uncinetto. La micina, appena sentito il fruscio della carta stampata, si è precipitata sul “set” appena allestito! Ma come si fa a non mangiarla di baci?  

mercoledì 4 dicembre 2013

SALAME DI CIOCCOLATO PER UN GIVEAWAY

Navigo, veleggio, solco il mare virtuale della rete. Spesso la rotta è mirata a blog “amici”, altre è puramente random. Mi lascio trascinare dalla corrente, talvolta le mie manovre sono maldestre ma destreggiarmi tra i flutti mi fa scoprire nuovi panorami. Inconsueti modi di leggere la vita, curiose sfumature, singolari prospettive.  Sono approdata solo in questi giorni nel blog di Araba Felice e mi sono chiesta come mi sia potuto passare inosservato visto il numero di follower e delle iniziative di cui è protagonista.
Araba Felice
Partecipo quindi volentieri al suo Giveaway (il quarto!) e, visto il suo grande amore per cioccolato & affini, le dedico il salame di cioccolato preparato secondo la ricetta della mia mamma: In una terrina lavorare 100 gr di burro morbido con 50 gr di zucchero, unire 2 tuorli d’uovo e 150 gr di cacao zuccherato. Aggiungere 50 gr di amaretti e 50 gr di biscotti secchi sbriciolati e liquore a piacere. Formare un salame da avvolgere nella pellicola e lasciare in frigorifero  per almeno 2 ore prima di affettarlo.
Salame di cioccolato



lunedì 2 dicembre 2013

COSCE DI POLLO ORIENTALI

La stagione tennistica è ripartita e il mio cuore si ferma. Ogni volta che il Tatone è al turno di battuta chiudo gli occhi per poi riaprirli appena sento il colpo di risposta dell’avversario. Voleé, top spin, lob, break point: il Tatone cerca pazientemente di spiegarmi i punteggi, le tecniche, i termini, ma questo lessico nuovo mi rimane ancora oscuro. Capisco chi si è accaparrato il punto e tanto basta! Ogni game (beh sì, questa la so!) mi provoca enorme emozione, tremori e palpitazioni. Ogni volta mi dico “la prossima rimango a casa” ma poi non posso fare a meno di essere lì, palpitare e gioire, tifare e ridere. La parte che preferisco? Quando, alla fine della partita, i due giocatori si avvicinano alla rete e si stringono la mano, i più sportivi facendosi rispettivamente i complimenti. E’ questo che insegnano fin da piccoli ai novelli tennisti ed è bellissimo. Il Tatone ha disputato il primo torneo della stagione classificandosi al quarto posto e conquistando così la promozione alla categoria superiore. I prossimi avversari saranno particolarmente agguerriti ma intanto ci godiamo tutti insieme questa piccola vittoria.
Cosce di pollo orientali
Ci vuole qualcosa di caldo, che ci avvolga con i suoi aromi, colorato e gioioso. Un vero “comfort food” per festeggiare. Insieme ai miei genitori ci gustiamo le cosce di pollo orientali: ho fatto rosolare le cosce di pollo in padella con un po’ di olio. Ho fatto sciogliere una bustina di zafferano in poca acqua calda e l’ho messa in padella con mezzo cucchiaino di zenzero. Ho aggiunto una cipolla tagliata a fettine e profumato con cannella, coriandolo, noce moscata, sale e pepe. Ho fatto cuocere con il coperchio per 40 minuti, aggiungendo del brodo vegetale. Trascorso questo tempo ho messo in padella  3 cucchiai di miele, e 2 pere tagliate a spicchi, proseguendo la cottura fino a che le pere sono diventate morbide. Ovviamente per la nonna ne ho preparato una versione senza cipolla, altrimenti sarebbe rimasta senza cena!

Con questa ricetta pertecipo al contest “Comfort Food” de La Cucina delle Streghe