TRADUTTORE

venerdì 30 maggio 2014

SFORMATINI DI BIETOLA

Sai quelle persone che arrivano, già la mattina presto, con la voglia di litigare? Forse non trovano più soddisfazioni nella loro vita, forse sono amareggiate dalle delusioni accumulate negli anni, comunque si arrogano il diritto di scagliarsi contro il primo malcapitato che si vede costretto ad arginare il loro malumore (e a volte la  loro cattiveria) come un inerte punching ball. A tue spese hai scoperto che lasciarli sfogare, parlare, sbraitare mentre li guardi negli occhi  ammiccando come a dar loro ragione, è la soluzione migliore. Pian piano il loro tono scema, l’agitazione si placa e iniziano a scusarsi. Il difficile viene in questo momento: non devi assolutamente ridere! I tuoi migliori clienti sono quelli che ti hanno approcciato così? Assolutamente no, un maleducato resta tale in eterno e tu non sei facile né alla dimenticanza e tantomeno al perdono. Ma sicuramente loro si sentiranno sempre in difetto nei tuoi confronti e sì, dai, ammettilo, spesso sfrutti questo vantaggio sentendoti perfidamente diabolica. E te ne compiaci. Così imparano a trattarti così!

SFORMATINI DI BIETOLA
Frullare 100 gr di ricotta e 1 uovo. Aggiungere un mazzetto di bietole  lessate e tritate  e regolare di sale. Coprire con un pezzo di carta forno bagnata e strizzata in due pirottini e riempire con il composto di bietole e formaggio. Cuocere gli sformatini in forno già caldo a 180° per circa venti minuti.


Sembrano dei punching ball, o no??

martedì 27 maggio 2014

CASTAGNACCIO

"L'uomo in tuta" e la zietta sono sposati da parecchi anni ma sono veramente agli antipodi per carattere e vita sociale. Lo zio deve assumere sue pastiglie quotidiane ASSOLUTAMENTE ogni giorno alla stessa ora. Per cui si preclude inviti, gite, viaggi. Lui è capace di piantare a metà una tavolata di parenti perché “è stanco” e il suo medico gli impone il riposo per non affaticare il cuore. Nonostante la sua unica attività sportiva sia “sabato sprint” in tv, ha sfidato a tennis il Tatone, convinto che la sua ultima medaglia d’oro sia stata comprata al mercatino dei robivecchi. Incredibile! Già ce lo vediamo, con la sua gambetta “sifola” rincorrere la pallina su e giù per il tappeto verde. La zietta si è lanciata nell’arruolamento di tutto il parentado a sostegno degli atleti durante la competizione. Mancano solo le cheerleader. Ma non è detto che le sue morbide rotondità non vengano rivestite di piume e pailettes per l’occasione! Ma almeno una cosa in comune ce l’hanno questi due esempi di genere umano? Sì,  il compleanno! Entrambi festeggiano a maggio, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altra. Lui gongola perché concentra gli inviti in un’unica giornata, lei ne approfitta per festeggiare il suo anche in compagnia delle amiche, in separata sede. La bi-festa si è consumata la domenica pomeriggio con un caffè e una fetta di torta, sapientemente cucinata dalle abili mani della zietta: il castagnaccio. Sua la ricetta.
Castagnaccio della zia
Mescolare 300 gr di farina di castagne con un pizzico di sale, 3 cucchiai di olio e poco per volta, 3 dl di acqua tiepida fino a ottenere una densa pastella senza grumi. Mettere l’impasto in una teglia ricoperta di carta forno  da 24 cm, distribuirci sopra 40 gr di pinoli e 50 gr di uvetta ammollata in acqua calda e poi strizzata. Cospargere con aghi di rosmarino e cuocere in forno a 180° per 40-45 min. 


E la sfida tennistica? Rimandata! Impraticabilità di campo? Avversità metereologiche? Niente di tutto questo! L’orto-francobollo dello zio assorbe tutte le sue energie per potersi concedere anche le fatiche dello sport!

venerdì 23 maggio 2014

UNA ROSA

Spezie
Il giorno più difficile è arrivato. Una settimana volata via insieme agli uccellini che avevano nidificato proprio tra le pietre della nostra casetta. Togliere tende, coprire divani, chiudere le imposte. L’acqua, la luce, il gas. Tutto spento. Ciotole della pappa piene per almeno due giorni e poi, con una morsa in gola, ci avviamo silenziosi lungo la stradina. La tribù felina è scomparsa, come ogni volta che ci accingiamo a partire; Bella finge di dormire in giardino. Ci stringiamo forte le mani per non arrenderci alle lacrime che bussano, spalanchiamo gli occhi per catturare gli ultimi scorci di mare, dilatiamo le narici per inalare resina e salsedine. Scorte per le settimane lontano da qui. Progetti da inventare per far scorrere veloce il tempo fino al nostro ritorno. Si può amare così tanto? Come un segugio annuso la scia delle spezie che ho portato con noi, cordone vitale per sopravvivere. La mia cucina rimbomberà di odori e musica, stuzzicherò papille e padiglioni per non far lacrimare gli occhi. Esistono cerotti per il cuore?

Il corpo qui, la testa là. Il dovere qui, il sentimento là. Dove stanno gli amici, che hanno bisogno di noi. Dove l’anima si rigenera e il corpo si salvifica. Dove c’è una vita che ci attende. Presto. Ma mai abbastanza.  
Grazie Flora!
Un fiore per consolare la mia tristezza. Una rosa da Flora, del blog Sei chicchi di melograno. Grazie.

lunedì 19 maggio 2014

ELLINIKI KAFES ΕΛΛΗΝΙΚΗ ΚΑΦΕΣ

La prima volta è successo per caso. Stanchi e affamati ci siamo fermati nell’unico posticino aperto lungo la strada. Grati di aver evitato il traffico della cittadina troppo turistica ci siamo accomodati su sedie di plastica coloratissime, accoglienti come la titolare che, ancor prima di chiedere cosa desideravamo, ci stava già servendo enormi bicchieri d’acqua freschissima. In quell’occasione abbiamo divorato due pite a testa e una fetta di bougatsa. Naturale che Maria si ricordasse di noi la volta successiva che ci siamo fermati, nonostante fossero trascorsi alcuni mesi! Da allora organizziamo le nostre soste per essere sempre nei pressi della cafeteria “Spesial”:le sue jambonopite sono inarrivabili, e il suo caffè unico e irripetibile.
Cafeteria SPESIAL

 Solo Maria riesce a prepararlo così cremoso, profumato, dolce al punto giusto. Sulla via del ritorno facciamo incetta di intere teglie di bougatsa che poi gusteremo piano piano per cercare di combattere la nostalgia. Quando ci vede arrivare Maria si concede una pausa, lasciando dietro il bancone la sorella Litza, e si siede al tavolo con noi. Ci racconta delle sue figlie, nate quando era giovanissima, dei loro studi di ostetricia, della sua vita di single, delle difficoltà nella gestione della cafeteria. Che belle quelle ore trascorse in armonia a chiacchierare in una lingua ai più incomprensibile, mescolanza di greco, italiano, inglese e tedesco. Ognuno di noi pesca nei diversi vocabolari per colmare lacune e per intendersi al meglio.  Quando ci alziamo abbiamo il cuore colmo di amicizia e ci sentiamo più ricchi. Non la ringrazierò mai abbastanza per avermi insegnato a preparare il caffè greco! Ecco le sue istruzioni:
Elliniki kafes
  


Mettere nel bricco apposito tante tazzine di acqua quante se ne vogliono di caffè. Aggiungere un cucchiaino di zucchero per ogni tazzina e portare all'ebollizione. Mettere poi un cucchiaino abbondante di caffè macinato per ogni tazzina di acqua versata e far montare fino all'orlo del bricco e servire subito.


BANANA CHOCOLATE

Il pigolio è continuo, incessante, quasi fastidioso. Riesce a sovrastare i suoni della natura che giungono dalle finestre spalancate. Più forte del ronzio delle api frementi intorno all’arancio, più acuto del garrire delle rondini che si divertono a sguazzare nelle pozzanghere dimenticate dall’acquazzone notturno, più vibrante della campana lignea che risuona ogni mezz’ora. Armata di cacciaviti e pazienza sto assemblando un carrello tv di seconda mano e quel suono si ripete fino allo sfinimento. Mi affaccio al balconcino e scorgo un frullo d’ali alla mia destra: da un interstizio tra le pietre almeno tre pulcini chiedono cibo senza tregua. 
Tribù felina
Mi accuccio nell’angolo più remoto e rimango in attesa: due uccellini si alternano a quel nido improvvisato per riempire i beccucci affamati in una instancabile staffetta d’amore e di vita. La nostra tribù felina si aggira nel cortile lasciando indisturbati i passerotti; Bella, la cagnolina che ci ha adottato in questi giorni, abbaia festosamente vedendomi accucciata sul balconcino mentre tento di fotografare quell’andirivieni di ali.
Bella

Il carrello tv è finalmente pronto e fa bella mostra di sé nella zona notte, una fame improvvisa mi coglie. Accontento il mio stomaco con un dessert semplice e goloso: banana, sciroppo al cioccolato e una fragola.
Banana chocolate


Dopo qualche giorno un silenzio stranito accompagnava un piccolo stormo che si allontanava al tramonto.

Ciao uccellini....


 

mercoledì 14 maggio 2014

KRITAMA

Solo qui. Solo qui decidiamo di andare a raccogliere kritama in riva al mare, appoggiamo gli attrezzi da giardino e così come siamo, in tuta e scarmigliati, ci avventuriamo verso la spiaggia più vicina. Non ci preoccupiamo di portare i documenti o di chiudere la porta di casa. Qui non servono, nessuno si permetterà di violare la nostra privacy o di sottrarre qualcosa dalla nostra casetta in pietra. Ci godiamo il vento, le onde che sbattono contro rocce ormai consunte, il sole che gioca tra le nuvole dal vago sentore caraibico. 
Kritama
Ci chiniamo su quell’erba carnosa e profumata di salsedine, va raccolta in alto dove la carezza del mare si fa più intensa e odorosa e intanto canticchio un motivetto che trasmettono continuamente alla radio locale. Poche parole colte in una lunga canzone intrisa di sagapò, meres e tipota….mai testo mi è sembrato più profondo e denso di significati! Rientriamo con il sorriso smagliante e la carnagione illuminata dai raggi di mezzogiorno. Qualche carezza alla tribù felina e poi subito in cucina per mettere sul fuoco una padella piena d’acqua dove lessare la kritama. I muri della casetta in pietra si riempiono del profumo di mare appena colto, dieci minuti sul fuoco e poi basta un giro d’olio e pochissimo sale per gustare un contorno con i fiocchi.

Kritama cotta