TRADUTTORE

venerdì 27 marzo 2015

ZUPPA DI VERZA E PATATE


Cara Alice,

ormai da qualche anno ogni primavera ho preso l’abitudine di venire a trovarti. Ti ho conosciuto per un’occasione triste e mi hai aiutato a sopportare il dolore di quella perdita, per me immensa, per altri insignificante. Non mi hai lasciato sola nemmeno dopo, quando ormai per tutti “il peggio era passato” e invece la mia ferita continuava a sanguinare. Vedersi periodicamente è diventato importante, alcune mail scambiate nel corso dei mesi non sono sufficienti per verificare esattamente la situazione. Arrivo, ti vedo girare per i corridoi, alta, bionda, sempre sorridente. Non usi trucco, i tuoi grandi occhi azzurri non ne hanno bisogno. Mi vedi, ammicchi e mi fai cenno “cinque minuti” allargando le dita della mano sinistra, grande e bianca, ornata solo di una piccola fede. Non so come tu faccia a ricordarti di me, vedi decine di persone ogni giorno eppure non hai bisogno di guardare la mia cartella per sapere chi sono, di che cosa ho bisogno. Frughi dentro di me, mi parli e mi spieghi per non imbarazzarmi e farmi sopportare quel dolore necessario alle tue indagini. Tre quarti d’ora di intenso scambio di opinioni,  consigli e prescrizioni. Esco pensando che non sono poi così vecchia, che andrà tutto bene, che una soluzione c’è sempre.

ZUPPA DI VERZA E PATATE

Tagliare 500 gr di verza  tagliuzzata in piccoli pezzi;  cubettare anche un  pomodoro, una patata grossa, un gambo di sedano e un piccolo scalogno. Rosolare la verdura in olio e alloro; spolverare con cannella, coriandolo e cumino. Aggiungere 1,5 l di acqua calda, sale e cuocere coperto per 30 minuti. A parte rosolare della pancetta affumicata a cubetti senza aggiunta di olio. Servire la zuppa con crostini di pane e i cubetti di pancetta affumicata


Ricetta dedicata alla dottoressa Alice B, ginecologa del Consultorio locale. Non riceve in regime di libera professione. Lei è così. 



martedì 24 marzo 2015

PALOMBO ALLA GRECA


La nostalgia si sta trasformando in bisogno impellente. Sono trascorsi più di tre mesi dal vostro ultimo soggiorno nella casetta in pietra, sta diventando davvero difficile pensare di dover aspettare ancora per poter ritornare. Per Pasqua non se ne parla, sei l’ultima arrivata e non vuoi dare l’impressione di volerti accaparrare tutti i privilegi. Per l’altra Pasqua ormai è impossibile trovare posto in traghetto. Allora facciamo più avanti. Ti accordi facilmente con il tuo nuovo capo, non ti sembra vero poter ragionare con un superiore senza dover subire le solite angherie cui ti avevano abituata. Bene, allora si parte. No. Adesso è il con-sorte a dover fronteggiare l’emergenza lavorativa e di ferie non se ne parla. Ma vogliono vederti morire di astinenza???

 

PALOMBO ALLA GRECA

Disporre le fette di palombo in un solo strato in una pirofila unta d’olio e cosparsa di pane grattugiato. Adagiare sul pesce fettine di pomodoro fresco e formaggio feta sbriciolato. Aggiungere olive nere denocciolate e un po’ di aglio in polvere. Un bel giro d'olio e via in forno a 180° per 15-20 minuti. Servire cosparso di menta.

 



venerdì 20 marzo 2015

ECLISSI

"Ero bambino, il giorno in cui mio padre mi fece vedere la mia prima eclissi. (...) Ricordo il silenzio soprannaturale che calò all'improvviso sulla terra, all'inizio dell'eclissi: il silenzio dei cani, dei grilli, persino delle foglie. Assieme alla luce sembrò calare anche la temperatura. Ricordo l'impressione di quel tempo dilatato in cui un'ombra densa scivolava lenta sul disco solare. (...) Poteva benissimo essere il 2000 avanti Cristo, perché il timore che provavamo ero lo stesso dei nostri antenati: ancestrale, profondo. Perché le eclissi ci turbano da sempre. (...) Sicuramente vale la pena di staccarsi per qualche attimo da internet e dalle nostre faccende quotidiane per alzare gli occhi al cielo e ritrovare un po' della magia dell'infanzia - nostra e dell'umanità"
Tullio Avoledo - Corsera 15/3/2015
foto da web

martedì 17 marzo 2015

FLOUR’S HOUSE–The saga–part one TORTA ALLO JOGURT CON FARINA INTEGRALE


Adesso è il mio turno. Alla veneranda età di 29 anni mi sono innamorata. Non è che l’abbia pianificato a tavolino che adesso sarebbe toccato a me: dopo aver preso in mano la conduzione dell’attività familiare e visto accasarsi, più o meno felicemente, mio fratello e le mie due sorelle, dopo aver scartato diversi pretendenti, pensavo di rimanere zitella. E invece. Invece adesso c’è LUI ad occupare tutti i miei pensieri. Ma non sono certa di essere felice. Quando arrivo al forno la mattina presto per preparare i vassoi di brioches, torte, focacce e pizzette, Ahmed spunta dal retro con un sorriso smagliante. La farina sulle lunghe sopracciglia e le guance brune, gli occhi di brace che mi accarezzano tutta. Non ascolto i tremiti del mio cuore, le farfalle del mio stomaco rimarrebbero ustionate dal calore che provo sotto il peso del suo sguardo. L’ho assunto perché lavoratore di grande esperienza e profondo senso del dovere. Nonostante i divieti che gli ho imposto il mio cuore capriccioso ha ceduto e mi sono ritrovata innamorata come un’adolescente. Tante le cose che ci uniscono ma ancora più numerose quelle che ci dividono. “Bruna, amore mio, non aver paura…” mi consola ogni volta Ahmed ma io riesco solo a domandarmi: riusciremo mai a essere felici?

TORTA ALLO JOGURT CON FARINA INTEGRALE

In una ciotola versare 125 gr di jogurt alla banana (1 vasetto), due vasetti di Farina Bianca e uno di farina integrale, un vasetto di zucchero di canna, ¾ di vasetto di olio, una manciata di gocce di cioccolato, due uova intere e una bustina di lievito. Mescolare bene per evitare la formazione di grumi. Versare il composto in una tortiera rivestita di carta forno e cuocere a 180° per 35 minuti. Decorare a piacere.

 
 

PS. Avete riconosciuto la protagonista, vero???

 

sabato 14 marzo 2015

TAGLIATELLE ALLE COZZE E CREMA DI BORLOTTI


Il locale era alla moda, affollato come ogni sabato sera. Lui si fece largo tra ragazze troppo giovani, troppo truccate, troppo scollate, troppo scosciate. Scansò giovanotti troppo profumati, troppo depilati, troppo fasciati da camicie e pantaloni aderentissimi. Come l’avrebbe riconosciuta? Come avrebbe ritrovato la sua voce tra i decibel eccessivi di quell’ambiente? Come avrebbe capito che era lei, quella lei delle interminabili telefonate, delle languide mail, dei teneri whatsapp e dei notturni (e roventi sms)? In fondo alla sala partiva un’enorme scala: forse la visuale dall’alto lo avrebbe aiutato. Sul soppalco l’aria era decisamente più respirabile, scevra da umori corporei e da fumo, la musica attutita in un mormorio. Si affacciò alla balaustra: si accorse che molti sguardi erano rivolti verso di lui, forse aveva infranto una zona riservata? Stava per ritrarsi quando i suoi occhi agganciarono due occhi immensi, una bocca rossa, dischiusa in un saluto o in attonito stupore. Sì, era lei. Non sapeva come e perché ma lo sapeva. Partì nello stesso istante in cui lei salutò velocemente il gruppo di persone con cui era arrivata. Lui discese i primi gradini, lei salì a razzo e si incontrarono a mezza corsa, fondendosi in un abbraccio lunghissimo. Conobbero per la prima volta le loro morbidezze e le loro asperità, si annusarono reciprocamente, si presero per mano e non si lasciarono più.

TAGLIATELLE ALLE COZZE & CREMA DI BORLOTTI

Far aprire le cozze in padella con un filo di olio e uno spicchio di aglio schiacciato. Mentre le tagliatelle cuociono in abbondante acqua salata, frullare i fagioli borlotti (già lessati) con un cucchiaio di acqua di cottura e un filo di olio. Scolare le tagliatelle, condirle con le cozze (sgusciate) e adagiarle su un letto di crema di borlotti. Profumare con prezzemolo.

Grazie al caro collega Gongolo che mi ha generosamente raccontato la sua storia d’amore durante un turno “lungo” e stranamente deserto.