TRADUTTORE

mercoledì 7 novembre 2012

NONNA P.

 
Nonna P. e me

Stanotte ti ho sognata, nonna. Un sogno breve, intenso, denso di te. Suonavi alla mia porta, là dove abitavo da ragazza, e non ero stupita, no, solo felice di vederti. “Che bello nonna, sei venuta a trovarmi!!”. Ti invitavo a entrare, ti accomodavi nella vecchia cucina affacciata sul cortile interno, affollato di bambini che levavano i loro strepiti fino a noi. Mi sono svegliata con i tuoi occhi chiari nei miei, con il tuo profumo inconfondibile di sapone Lux e crema Venus che ancora rimbomba nelle mie narici.  
Mi sono sentita in colpa per non aver trovato un attimo di tempo per venire da te in questi giorni di festa. Sai come sono fatta: rifuggo la folla che le feste comandate richiama a frotte nei luoghi convenuti. Vengo a trovarti in quella casa di marmo che ormai condividi con quel che resta del nonno da ormai quattordici anni, tanti quanti sono gli anni del mio bambino-ragazzo. Ho fatto solo in tempo a dirti che il test di gravidanza era positivo ma non hai potuto accarezzarmi il pancione, né stringere tra le braccia il mio batuffolo urlante. Ma lui ti conosce, c’è la tua foto nella sua cameretta, gli ho sempre parlato di te: sa che odi i pomodori e che mastichi la pastina in brodo. Che ti piace sgranare i legumi e che sei golosa come me. In tuo onore oggi ho preparato per noi e per tutti gli ospiti del blog-posticino la tua torta di mele-mele. L’hai chiamata così perché l’impasto è fatto sostanzialmente solo di mele e poco altro, e con questa scusa ne hai sempre mangiata a volontà. Per fortuna non avevi né problemi di linea e tantomeno di diabete. Pesavi un chilo e mezzo di mele gialle, le sbucciavi, toglievi il torsolo e le tagliavi a fettine sottili con una mandolina. In una ciotola mettevi 2 uova, 200 gr di farina, 75 gr di zucchero bianco e 75 gr di zucchero di canna, 1 cucchiano di cannella, 1 puntina di polvere di chiodi di garofano e un bicchiere di latte. Formavi una pastella piuttosto liquida alla quale aggiungevi le mele e una bustina di lievito. Mescolavi accuratamente, versavi in una tortiera imburrata e spolverata di pane grattugiato (allora non c’era carta forno) e cuocevi a 170° per un’ora.
Torta di mele-mele
Mi hai perdonato nonna? Vengo domenica, come al solito, ma non obbligarmi a incontrare persone ipocrite che si ricordano dei loro cari solo perché lo dice il calendario. Ciao.

4 commenti:

  1. Che emozione nel leggere il tuo racconto Amelie!!
    I ricordi che hai di tua nonna traspaiono in ogni parola!!
    Ricordi i profumi, i gesti, la quotidianità e poi la torta di mele mele sembra quasi la stia preparando con lei!!
    Sei una persona dolcissima e sono molto felice di averti incontrata!!
    Un abbraccio e a presto
    Carmen

    RispondiElimina
  2. Ciao Carmen, anche io sono contenta di averti conosciuta. Amelie

    RispondiElimina
  3. Ciao Amelie, se più tardi passi da me, c'è un premio che ti aspetta!!
    Un bacione Carmen

    RispondiElimina
  4. Ciao !! vedo che il tuo blog è nuovo nuovo!!! carino e che bello questo ricordo di tua nonna!!!! io ho imparato a cucinare da lei, dalla mia nonna paterna...da quando ero una bambinetta...ed anche io amo rispolverare le sue ricette...con la differenza che per fortuna posso ancora farle assaggiare i miei piatti e soprattutto i miei dolci. mi hai fatto commuovere...un abbraccio e buona giornata. Da oggi sono tra i tuoi lettori...e se ti va passa a trovarmi...ci sono tante ricette della nonna!!!bye

    RispondiElimina

Grazie per le vostre parole...