Ho dimenticato la vanillina. E, incredibile, anche la cannella. Però ho farina, zucchero, uova. Troppo sole e acqua marina troppo fredda hanno provocato un bel febbrone all'amato con-sorte che stamattina se la sta prendendo comoda smaltendo il malessere nel letto a baldacchino. Protetto dalla zanzariera, cullato dal frinire delle cicale, si abbandona beato al sonno riparatore di ogni malanno, carezzato dal profumo della torta che ha inaugurato il mio (nuovissimo) forno. Una semplice e piccola crostata, ottenuta impastando 250 gr di farina con 1 uovo, 100 gr di zucchero, 50 gr di olio, un pizzico di sale, mezza bustina di lievito e un goccio di latte. Per renderla più profumata mi sono arrampicata come una monella sull'albero davanti casa per raccogliere quell'arancia ostinata cresciuta su uno dei rami più alti. Ma la mia determinazione ha vinto: ecco una bella grattugiata di scorza ancora succosa. Il forno funziona a gas, non ha termostato né timer. Rimango in religiosa osservazione del mio dolce che lievita lentamente, affidandomi al mio olfatto anziché alla tecnologia come invece accade in Italia. Dopo nemmeno mezz'ora decido di spegnere tutto e lascio la mia tortina ancora un po' al caldo del forno chiuso. Poi apro guardinga, infilo uno stuzzicadenti che ne esce meravigliosamente asciutto!
La frolla delle vacanze |
Evviva, sono tornata la bambina che si incantava davanti a quella bocca scura con denti azzurri e fiammanti che sprigionava aliti deliziosi di carni succulente e dolci fragranti. Quando sono stata abbastanza grande per usare il forno mia mamma cambiò la sua vecchia cucina economica con i nuovi elettrodomestici a incasso con forno – elettrico – incorporato. Fine di un mito, la leggenda del drago buono che con le sue fiamme cuoceva le lasagne domenicali si era trasformata in un prosaico utensile da cucina che innalzava esponenzialmente le bollette dell'enel. Ma ora sono qui, nella mia casetta in pietra, seduta davanti a un vecchio modello di cucina a gas – solo gas della bombola - con un anacronistico pc sulle ginocchia, lasciando affiorare i miei ricordi di bambina sempre un po' malinconica, annusando l'alito del mio draghetto buono che cuoce una torta semplice ma preparata con gioia e soprattutto amore. Quando sarà tiepida la ricoprirò con marmellata di fichi, regalo della mia amica Dina. E stasera cosa mangiamo? Ma non vedete che sto già impastando la pizza?
Mi è sembrato di essere seduta li con te ad aspettar che la crostata fosse cotta!!!!
RispondiEliminaun abbraccio cara Amelie
Sara
Sei stata bravissima a evocare l'atmosfera della cucina delle nostre mamme e mandare fino a qui il profumo di questa crostata!
RispondiEliminaUn abbraccio,
Claudette
CHe meraviglia il tuo post Amelie!!
RispondiEliminaMi hai fatto tornare alla mente dei ricordi bellissimi!!
Un abbraccio e a presto
Carmen
buona la tua crostata !E bello il tuo blog che da oggi seguirò con piacere !
RispondiEliminaSe ti va passa a trovarmi, ti aspetto!
Deliziosa Amelie, che profumino, quanto mi piace la crostata!!!!
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